Il dolore all'anca può diventare con il tempo incredibilmente debilitante: la principale causa di questo fastidioso disturbo è la coxartrosi, una delle forme di artrosi più importanti, sia per la frequenza con cui si manifesta, sia per la grave invalidità che ne può conseguire.
Questa guida raccoglie tutto ciò che devi sapere su questa patologia dell'anca e come poterla curare. Scopri le diverse sezioni:
1. Generalità
1.1 Dolore all'anca: anatomia, funzionamento e disturbi
1.2 Coxartrosi: cos’è, conseguenze e sintomi
1.3 Stadi della coxartrosi: i livelli di gravità della patologia
1.4 Artrosi e artrite dell’anca: principali differenze
2. Coxartrosi: fattori di rischio e cause
2.1 Tipi di artrosi d’anca: coxartrosi primaria e secondaria
3. Diagnosi: gli esami per riconoscere la coxartrosi
4. Cure e trattamenti
4.1 Curare la coxartrosi: la terapia conservativa
4.2 Terapia chirurgica e l’intervento di artroprotesi d’anca: cura della coxartrosi
4.3 Coxartrosi: rischi dell'intervento di protesi d'anca
5. Protesi d’anca: cos’è, come funziona, tipologie e materiali
5.1 Chirurgia protesica: approccio tradizionale e approccio mininvasivo
6. Intervento di protesi d’anca: il decorso pre e post operatorio
6.1 Prevenzione: consigli e raccomandazioni dopo un intervento di protesi d’anca
7. Il Reparto di Ortopedia dell'Ospedale Sacra Famiglia di Erba
Buona lettura!
Formata dall’articolazione coxo-femorale, l’anca costituisce l’intera area anatomica che collega l’arto inferiore al bacino. È in questa area che il femore si unisce tramite l’acetabolo, un incavo osseo con forma situato sulla faccia esterna dell'osso iliaco, a 3 ossa specifiche: l’ileo, l’ischio e il pube.
L’anca, denominata anche coxa, è composta non soltanto dall’articolazione ma anche da parti molli, tra cui:
L’anca è una delle fondamentali articolazioni del nostro organismo: sostiene infatti il carico più significativo di tutto il nostro corpo, sostenendone il peso della parte superiore. Inoltre, trattandosi di un’articolazione sferica, l’anca consente movimenti notevolmente ampi, consentendo la deambulazione degli arti inferiori.
Ad influire sull’andatura e sullo stato di benessere dell’anca possono essere disturbi di diversa natura. Vediamo i principali:
Tra i disturbi che causano dolore all’anca il più comune è l’artrosi, conosciuta anche come coxartrosi. Che cos’è nel dettaglio?
Si tratta di un processo degenerativo che interessa l’articolazione dell’anca: ad essere colpita è principalmente la cartilagine che riveste la testa del femore, la cui usura continua a peggiorare con il tempo. Ad essere coinvolti in questo stato di degenerazione sono conseguentemente anche i tessuti e le parti molli che si trovano nell’area interessata.
Le prime conseguenze della coxartrosi sono:
In stadi più avanzati dell’artrosi d’anca, i sintomi tendono a diventare significativamente più gravi e difficili da tollerare. Tra i principali ricordiamo:
Se desideri approfondire i sintomi principali della coxartrosi e come riconoscerli, leggi l’articolo dedicato a questo link.
L’artrosi d’anca è suddivisa generalmente in base al livello di gravità della patologia. È possibile quindi definire tre principali stadi di avanzamento della coxartrosi:
È a seconda allo stadio di avanzamento della patologia che vengono selezionate cure e trattamenti, che andranno valutati da uno specialista ortopedico che stabilirà l’approccio terapeutico più adatto.
Spesso l’artrosi e l’artrite dell’anca vengono erroneamente confuse: si tratta di due patologie molto differenti, seppur riguardano entrambe le articolazioni e presentano dei sintomi comuni, come il dolore, la riduzione dei movimenti e la rigidità.
L’artrosi è una malattia degenerativa che comporta il logoramento della cartilagine e delle articolazioni: essa insorge soprattutto con l’avanzamento dell’età ed è caratterizzata solo in parte da infiammazioni.
Al contrario, l’artrite è una vera e propria infiammazione dell’articolazione e può presentarsi a qualsiasi età. La sua insorgenza è molto più rapida dell’artrosi e le cause possono essere diverse e spesso non definite: esistono infatti differenti tipologie di artrite, come la gotta o l’artrite reumatoide che può svilupparsi anche in età giovanile. L’artrite è quindi una malattia infiammatoria e non una patologia degenerativa cronica, come nel caso dell’artrosi.
La differenza tra l’artrosi e l’artrite è ancora evidente nella cura: le terapie sono sostanzialmente diverse tra una patologia e l’altra. L’artrosi può essere solo prevenuta con farmaci analgesici, che alleviano il dolore, o risolta definitivamente con l’impianto di una protesi d’anca. L’artrite invece viene curata nell’immediato con l’uso di medicinali antinfiammatori.
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Importanti da considerare nell’insorgenza della coxartrosi d’anca sono i fattori di rischio: questi hanno un valore cruciale sia per comprendere meglio il quadro clinico del soggetto affetto da artrosi sia per adottare possibili terapie preventive. Vediamo i principali:
Le cause della coxartrosi possono essere diverse e talvolta non chiaramente identificabili. Tra le principali abbiamo:
Per comprendere più nel dettaglio cosa può causare un’artrosi d’anca è bene conoscere le tipologie in cui viene generalmente differenziata. Vediamoli insieme.
In base alla presenza o meno di cause, esistono due principali tipi di artrosi dell’anca: la coxartrosi primaria e la coxartrosi secondaria.
Si tratta di una tipologia di artrosi che non ha una causa rilevabile e viene attribuita ad una predisposizione genetica, dove l’invecchiamento gioca un ruolo chiave.
In questo caso, è dovuta ad una causa nota e progredisce più rapidamente rispetto alla coxartrosi primaria. Quasi sempre questo tipo di artrosi è dovuta a traumi che danneggiano in modo irreversibile l’articolazione, come fratture, lussazioni o processi infiammatori. In altri casi, la coxartrosi può essere la conseguenza di malformazioni congenite dell’articolazione stessa, presenti quindi fin dalla nascita.
Se desideri approfondire la tematica, leggi l’articolo “Coxartrosi primaria e secondaria: cause principali e fattori di rischio”.
Esiste poi un’ulteriore differenziazione non legata alle cause della patologia. L’artrosi dell’anca può infatti interessare una o entrambe le articolazioni: per questo si parla di coxartrosi monolaterale e di coxartrosi bilaterale. Nel secondo caso, che è sicuramente quello più complesso, l’artrosi colpisce tutte e due le articolazioni dell’anca.
Il dolore all’anca – così come la stessa artrosi – possono essere causati da numerosi disturbi: per questo, talvolta può essere molto complesso riconoscere fin dall’inizio la coxartrosi. Vediamo insieme come si compone il processo di diagnosi dell'artrosi d'anca:
Sicuramente un primo passo prima di procedere all’iter diagnostico è l’anamnesi: si tratta della visita specialistica per raccogliere tutte le informazioni relative alla storia clinica del paziente. È in questa fase che l’ortopedico indaga i possibili fattori di rischio, sintomi e possibili cause.
L’anamnesi è poi seguita dall’esame obiettivo, caratterizzato da una serie di azioni diagnostiche per riconoscere la patologia o il livello di gravità del disturbo. Lo specialista tiene conto del dolore, rigidità dell’articolazione, instabilità e affaticamento.
In presenza di sospetta coxartrosi sarà il medico specialista ad indicare al paziente gli esami specifici da effettuare: ne esistono infatti di diversi e talvolta non tutti sono necessari per una diagnosi di coxartrosi. Ecco i principali:
Per approfondire tutte le tipologie di esami utili per diagnosticare l’artrosi d’anca, leggi subito “Coxartrosi: diagnosi ed esami utili per riconoscerla”.
Una volta diagnosticato il livello di gravità dell’artrosi, viene poi valutata la terapia più appropriata. Nelle fasi iniziali e in caso di coxartrosi lieve o moderata, si opta generalmente per trattamenti di tipo conservativo. La terapia conservativa per l’artrosi d’anca prevede:
Il trattamento farmacologico prevede dei medicinali atti ad alleviare il dolore e la possibile infiammazione dell’articolazione. I più comunemente usati per la coxartrosi sono:
La fisioterapia è uno dei trattamenti conservativi più consigliati, perché consente a chi è affetto da coxartrosi di rinforzare la muscolatura: tra gli esercizi più comuni per alleviare i sintomi dell’artrosi abbiamo quelli di rinforzo del quadricipite e dei glutei, per mantenere la funzionalità dell’articolazione e di mobilizzazione.
La perdita di peso è sicuramente un primo passo per ridurre il sovraccarico sulle articolazioni dell’anca e ridurre il dolore: per migliorare la salute dell’anca, è consigliabile iniziare una corretta dieta alimentare, utilizzando anche prodotti a base di glucosamina e condroitina solfato, sostanze naturali capaci di rinforzare le articolazioni e mantenere la cartilagine elastica.
Se desideri conoscere nel dettaglio gli approcci alla cura della coxartrosi, leggi l’articolo “Come si cura l'artrosi dell'anca: terapia conservativa e terapia chirurgica”.
È bene precisare che la terapia conservativa è un semplice palliativo per alleviare i sintomi: la natura degenerativa dell’artrosi d’anca rende infatti queste misure non sufficienti nel lungo periodo.
È la terapia chirurgica ad offrire una soluzione definitiva alla coxartrosi: essa consiste nella sostituzione dell’osso e della cartilagine danneggiati con una protesi, che simulerà il suo meccanismo nel modo più fedele possibile. La procedura, conosciuta anche come artroprotesi, prevede l’asportazione chirurgica della cavità acetabolare del bacino e della parte prossimale del femore (testa e collo), sostituite con elementi artificiali realizzati in leghe metalliche, materiali plastici e/o ceramiche.
L’artroprotesi è l’intervento ricostruttivo dell’anca più comunemente effettuato e la sua efficacia nell’alleviare il dolore ed invertire il deficit funzionale è senza pari. La durata dell’intervento può variare, ma generalmente è intorno a 1 ora, massimo 1 ora e mezza in casi eccezionali.
Se vuoi conoscere nel dettaglio come funziona l’intervento chirurgico, leggi l’articolo “Artroprotesi d’anca: cos’è, come funziona e tecniche chirurgiche”.
Essendo un’operazione chirurgica invasiva, come tutti gli interventi si possono presentare delle complicanze, anche se i casi sono molto rari.
Ecco i principali rischi che posso presentarsi in seguito all'operazione:
In più, dopo l’intervento di protesi d’anca uno dei disturbi più frequenti e più temuti dai pazienti è il dolore. Non si tratta però di una complicanza dell’operazione, ma di un sintomo molto comune: nei giorni successivi all’artroprotesi è normale infatti avvertire dolore all’anca, poiché l’intervento di protesi è di solito invasivo.
Per approfondire la tematica, leggi la "Protesi d'anca: rischi e complicanze dell'intervento".
La protesi è un supporto meccanico che mira a riprodurre i movimenti dell’articolazione danneggiata: le parti che andranno a sostituire la funzione articolare vengono infatti integrate ed ancorate perfettamente nell’osso del paziente.
La protesi d’anca può essere inoltre differenziata a seconda della sostituzione articolare da effettuare. Ecco le principali:
I materiali con cui viene realizzata una protesi possono essere differenti. I più comunemente utilizzati sono:
La scelta della protesi è orientata da una prima fase di studio preparatorio: ad influenzare la selezione del corretto impianto protesico sono poi diversi fattori, valutati per ciascun caso dallo specialista ortopedico. Ecco i principali:
Per sapere di più sulla protesi d’anca, leggi l’articolo a questo link.
L’intervento di artroprotesi d’anca prevede due gli approcci chirurgici: tradizionale e mininvasivo. Ma quali sono le principali differenze?
Nell’approccio tradizionale l’articolazione dell’anca viene raggiunta tramite tre tipologie di accessi, ovvero: antero-laterale, postero-laterale o laterale. Il vantaggio di questo primo approccio è legato alla maggiore visibilità ed esposizione dell’articolazione durante l’operazione chirurgica.
L'intervento di protesi d'anca mininvasivo viene invece effettuato utilizzando la via d'accesso anteriore (longitudinale oppure inguinale). Lavorando sul piano intermuscolare e internervoso, permette rispetto all’approccio tradizionale una migliore conservazione dei tessuti (es. tendini, muscoli, vasi e nervi), comportando così una diminuzione nei tempi di recupero e riabilitazione e una cicatrice post-operatoria meno evidente. Questo approccio chirurgico prevede però una maggiore attenzione e prudenza, in quanto il campo “visivo” di esecuzione è ridotto.
Esiste poi un terzo approccio, sviluppato e praticato con successo dal Reparto di Ortopedia dell’Ospedale Sacra Famiglia di Erba. Per approfondire, leggi l’articolo “Intervento di protesi d'anca: l'approccio chirurgico dell'Ospedale Sacra Famiglia di Erba”.
Quando si decide di procedere con l’intervento chirurgico per la cura della coxartrosi grave ci sono dei passi da seguire per assicurare la sua buona riuscita. Vediamo insieme tutte le fasi che caratterizzano il decorso pre e post-operatorio:
Il periodo di degenza può durare dai 2-3 giorni fino ad un massimo di 15 giorni. Essa è caratterizzata da due fasi principali:
Avvertire dolore dopo l’intervento è del tutto normale: il chirurgo e gli infermieri si occuperanno della gestione del dolore attraverso la somministrazione di dovuti farmaci. Il movimento dell’anca dovrebbe avvenire poco dopo l’operazione chirurgica e ciò permetterà di passare alla fase successiva.
Gli esercizi fisioterapici saranno eseguiti quasi nell’immediato con particolare attenzione al recupero dei movimenti dell’anca e alla deambulazione. Un fisioterapista si occuperà di insegnare esercizi specifici, che in parte potranno essere ripetuti anche dopo la fine della degenza.
Se desideri conoscere più nel dettaglio il programma operatorio per l’impianto di protesi d’anca, leggi “Prepararsi all'intervento di protesi dell'anca: programma operatorio e consigli utili”.
Terminato l’intervento ed assistito dal personale infermieristico, il paziente è sottoposto ad una fase di monitoraggio e successivamente riportato in reparto. In questa fase viene utilizzato un distanziatore tra le gambe, fondamentale per mantenere la posizione eretta dell’articolazione, ed un bendaggio compressivo per prevenire un possibile rischio di ematoma.
Essenziale per recuperare a pieno la mobilità articolare è la riabilitazione, che comincia già durante la degenza e procede anche dopo la dimissione dall’ospedale. Il percorso riabilitativo, che comprende una serie di esercizi fisioterapici, è fondamentale per assicurare il successo dell’operazione di artroprotesi.
Per approfondire, leggi l’articolo “Decorso post-operatorio: le tappe successive all’intervento di protesi d'anca”.
Se stai valutando di sottoporti ad un intervento di artroprotesi d'anca e desideri sapere come preparati al meglio, clicca il pulsante in basso e scarica la nostra Guida Pratica per pazienti!
Essendo l’intervento di artroprotesi un’operazione di tipo invasivo, è bene tenere a mente alcune linee guida da seguire per garantire il buon funzionamento dell’impianto:
La riabilitazione è un passo importantissimo del processo di cura: per ritornare più velocemente possibile ad una normale attività quotidiana è essenziale la collaborazione del paziente, che deve impegnarsi in una fisioterapia immediata e continuativa.
Oltre a seguire uno stile di vita sano, ci sono poi alcune accortezze da tenere a mente quando si ritorna al proprio domicilio dopo l’intervento. Ecco le principali:
Scopriamo alcuni accorgimenti da tenere presenti al rientro a casa:
I controlli periodici permetto di valutare il successo dell’intervento di protesi d’anca e l’andamento del decorso post-operatorio: la rivalutazione presso lo specialista ortopedico avviene a 3 mesi e successivamente ad 1 anno dall’intervento.
Se vuoi saperne di più, leggi l’articolo “Riabilitazione per la protesi d'anca: esercizi di fisioterapia e movimenti da evitare”.
Nell'ambito delle patologie ortopediche è dedicato un significativo spazio agli interventi di protesizzazione d'anca: in relazione al quadro clinico del paziente, l'approccio utilizzato dall'équipe medica dell'Ospedale Sacra Famiglia di Erba è basato sulla personalizzazione della soluzione offerta.
L'alta specializzazione dell'U.O. Ortopedia dell'Ospedale erbese e la presenza di un team multidisciplinare permette di assistere il paziente in modo olistico, guidandolo in tutte le fasi del programma operatorio. I nostri professionisti della salute lavorano congiuntamente per assicurare cure e trattamenti integrali, affiancando il malato in ogni momento dell'intervento.
Ci dedichiamo per missione ai malati e ai bisognosi coniugando l’attenzione al corpo e allo spirito nel rispetto della persona e della sua individualità.
Attraverso la promozione delle opere portiamo il Vangelo nel mondo della sofferenza e del dolore affiancando il paziente come professionisti della salute.
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