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Vita consacrata: cos'è e quali sono i principali Istituti

La vita consacrata, profondamente radicata negli esempi e negli insegnamenti di Cristo Signore, è un dono di Dio Padre alla sua Chiesa per mezzo dello Spirito.

Cosa si intende esattamente per vita consacrata e quali sono le principali differenze tra gli istituti religiosi e secolari, che concretizzano la pubblica professione dei consigli evangelici?

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Vita consacrata e consigli evangelici: cosa sono?

Con l’espressione “vita consacrata” si intende una forma particolare di consacrazione a Dio attraverso il voto pubblico dei consigli evangelici. Questi ultimi sono principalmente tre – castità, povertà e obbedienza – e vengono detti “evangelici”, perché vissuti da Gesù Cristo e riportati all’interno del Vangelo.

Seriamente e liberamente assunti, i consigli evangelici diventano obbligatori, quando si concretizzano in quell’istituto giuridico che si chiama voto: lo stato di vita consacrata è quindi rappresentato dalla pubblica professione dei consigli evangelici.

La vita consacrata rappresenta quindi l’impegno per la santità e la sequela del Cristo: in modo che tutti i fedeli seguano gli insegnamenti della Chiesa, il Signore chiama coloro che li ricordi ogni giorno. Accogliere il dono di Dio a braccia aperte e vedere con chiarezza cosa conta nella vita: è questo ciò che muove i consacrati, che hanno accolto la grazia del Signore.

In occasione della Giornata Mondiale della Vita Consacrata, Papa Francesco ne spiega chiaramente il significato: “È proprio nella Chiamata che si trova il tesoro che vale più di tutti gli averi del mondo: nelle mani di chi ha detto sì c’è la grazia del Signore, nella storia di ognuno il dono fedele di Dio, soprattutto nelle fragilità, nelle debolezze, nelle miserie”.

 

Istituti di vita consacrata: la differenza tra istituti religiosi e secolari

La professione dei consigli evangelici avviene generalmente attraverso un istituto di vita consacrata, società eretta o approvata dalla autorità ecclesiastica e costituita da persone che professano i voti religiosi pubblici di povertà, castità e obbedienza.

Questi istituti si distinguono in due categorie: religiosi e secolari. Quali sono le principali differenze? Scopriamole insieme.

1. Istituti religiosi

Secondo il Diritto Canonico, gli istituti religiosi rappresentano "una società i cui membri, secondo il diritto proprio, emettono i voti pubblici, perpetui oppure temporanei da rinnovarsi alla scadenza, e conducono una vita fraterna in comunità".

I religiosi osservano quindi uno stato di vita che riguarda una radicale scelta di Cristo: gli Ordini, Congregazioni e Istituti religiosi si pongono a servizio del Signore e dell’uomo, in accordo con l’intuizione profetica dei loro Santi fondatori. Generalmente la loro missione è guidata dalla preghiera e dal servizio agli uomini mediante l’accoglienza dei più fragili e bisognosi.

2. Istituti secolari

Gli istituti secolari si differenziano dalla vita religiosa cattolica, perché i loro membri “rimangono nel mondo", senza alcun obbligo di vita comune. A loro volta essi si distinguono in istituti di diritto pontificio o diritto diocesano, a seconda che siano stati eretti dalla Santa Sede o dal vescovo locale.

I membri di questi istituti si impegnano ad incarnare i consigli evangelici, ma vivendo una vita comune, o "nel secolo", cioè nelle proprie case. 

 

I consacrati e i principi che guidano la loro Chiamata

La certezza di essere amati da Dio è al centro della Vocazione di chi sceglie di entrare in una comunità di vita religiosa: questa certezza permette di “essere per gli altri un segno tangibile della presenza del Regno di Dio, un anticipo delle gioie eterne del cielo”.

Ma di quale gioia si tratta? La consolazione e la misericordia sono le forme più alte di gioia che i consacrati devono testimoniare: essi la sperimentano grazie allo Spirito Santo e alla certezza dell’amore che Dio ha per ciascuno.

Da qui è chiaro perché chi persegue la guida consacrata è non solo testimone della gioia e della grazia del Signore, ma anche testimone di comunione. Elemento distintivo della vita consacrata è la vita fraterna in comunità: questa è strumento per realizzare la Chiamata e quindi non solo un dovere imposto dall’Istituto religioso.

Praticata anche dai Confratelli dell'Ordine di San Giovanni di Dio Fatebenfratelli, si tratta di un’esperienza di appartenenza e collegialità, resa possibile dalla condivisone della meta comune: testimonia la fede e legittima le azioni in un rapporto ottimale con il padre e in un rapporto umano e cristiano con il prossimo, che è conquista e non dono.

 

Se vuoi conoscere le testimonianze dei giovani che stanno seguendo il cammino della Vocazione, diventando Fratelli del nostro Ordine, clicca il bottone in basso e scarica l'approfondimento.

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