Blog

La corte di miracoli

Scritto da Uta Onlus | 10 settembre 2025

Un giornalista, dopo aver attraversato centinaia di chilometri di pista rossa nel nord del Benin, ha definito il reparto di pediatria ortopedica dell’ospedale di Tanguiéta “la corte dei miracoli”.


Un nome che, a chi non ha mai messo piede lì dentro, può sembrare un’esagerazione poetica.
Ma basta entrare una volta sola, tra le stanze piene di bambini con le gambe fasciate e gli occhi pieni di vita, per capire che non c’è nulla di più preciso.


Perché in quel luogo sospeso tra polvere e silenzio, i miracoli avvengono davvero: piccoli corpi che fino a ieri non sapevano camminare, un giorno si alzano, muovono un passo, poi un altro — e il mondo ricomincia.

Il Saint-Jean-de-Dieu di Tanguiéta non è un ospedale come gli altri. È una promessa mantenuta ogni giorno da quasi mezzo secolo.


Qui arrivano pazienti da tutto il Sahel: Niger, Nigeria, Burkina Faso, Togo.
Arrivano stremati, portati a braccia, su camion, su motociclette. E qui, nel cuore di un territorio senza acqua corrente né elettricità stabile, trovano la possibilità di ricominciare.

Nel reparto di pediatria ortopedica, ogni letto racconta una storia di dolore e di coraggio.
Ci sono bambini nati con malformazioni, vittime di incidenti o di infezioni mai curate.
Ragazzi che la povertà o la distanza da un ospedale avevano condannato all’immobilità.


Eppure, grazie al lavoro instancabile di medici, fisioterapisti e infermieri locali, quelle gambe fragili tornano a muoversi, quelle schiene si raddrizzano, e il sorriso si allarga a ogni passo conquistato.

A guidare questo luogo unico è Fra Fiorenzo, frate dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio, che il 9 novembre ha compiuto 79 anni.


Da oltre quarant’anni è l’anima e il motore di Tanguiéta: non un benefattore venuto da lontano, ma un uomo che ha costruito, giorno dopo giorno, un modello di ospedale fondato su un principio semplice e rivoluzionario — la fiducia nelle persone del posto.


Il suo sogno non è stato solo curare, ma formare: medici, infermieri, tecnici, tutto il personale è africano. Così, Tanguiéta è diventata una scuola di vita e di dignità, un presidio di salute sostenibile e condiviso.

Chi passa di lì vede il miracolo più grande: non le stampelle o le bende, ma i sorrisi.


Bambini che non avevano mai conosciuto il proprio corpo in movimento che escono dall’ospedale camminando da soli, tra le lacrime delle madri e gli applausi dei dottori.
Un gesto semplice, un passo dopo l’altro, che in quelle terre vale più di mille parole: è la vittoria della speranza sulla rassegnazione.

L’ospedale Saint-Jean-de-Dieu è una dimostrazione concreta che la solidarietà, quando è fatta di competenza, rispetto e collaborazione, non crea dipendenza ma libertà.


E Tanguiéta continua, giorno dopo giorno, a dimostrare che la medicina più potente non si somministra per via endovenosa, ma si trasmette attraverso le mani, gli sguardi e la fiducia.

UTA Onlus sostiene luoghi come questo perché crede che la cura non sia solo guarigione, ma trasformazione.


Perché dove un bambino torna a camminare, cammina anche il futuro di un intero Paese.

Guarda il quinto capitolo dell'intervista a Fra Fiorenzo

 

👉 Segui gli altri capitoli dell'intervista sul nostro canale YouTube

👉 Sostieni UTA Onlus
Ogni donazione è un passo in più verso un mondo dove la speranza non ha bisogno di miracoli, ma di persone che credono nel possibile.