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Annalisa e Floriana hanno iniziato il loro percorso di Servizio Civile nel 2024 presso una la nostra Casa di Riposo di Gorizia, spinte dalla voglia di mettersi alla prova e di comprendere quale potesse essere il loro futuro professionale.
Annalisa, che ha frequentato il liceo delle scienze umane, desiderava capire se la strada dell’educazione fosse quella giusta per lei. "Avevo paura di non sentirmi a mio agio con le disabilità e di essere troppo introversa. Ma ho imparato tanto: ho scoperto il valore dell'affetto ricevuto, la bellezza di sentirsi accolti e ho sviluppato una maggiore sicurezza in me stessa. Ora, anche se mi trovo in un ambiente con persone che non conosco, riesco a essere meno timida e a comunicare con più facilità". Tra i momenti più emozionanti del suo percorso, ricorda con grande affetto il periodo natalizio, in cui ha potuto vestire i panni di una renna per rallegrare gli ospiti: "L’ambiente è davvero caloroso. C'è tanta nostalgia nel pensare che mancano solo pochi mesi alla fine di questa esperienza".
Floriana, con un background da tecnico turistico e l’esperienza come insegnante di danza, voleva mettersi alla prova in un contesto diverso e interagire con una fascia d’età che non aveva mai avuto modo di conoscere da vicino. "Mi piace aiutare gli altri e volevo sperimentare il contatto con gli anziani, visto che nel mio lavoro con la danza mi interfaccio principalmente con bambini e ragazzi. All’inizio non sapevo cosa aspettarmi, ma fin da subito mi sono trovata bene. Il supporto degli educatori e del nostro tutor è stato fondamentale per aiutarci a trovare il nostro spazio".
Tra i momenti più significativi per lei ci sono stati i piccoli gesti quotidiani, come la tombola del sabato e le feste di compleanno degli ospiti. "Avevo paura di non riuscire a fare abbastanza, ma ho capito che bastava essere me stessa e aiutare gli ospiti a godersi la giornata. Ogni piccola cosa, anche solo un saluto o una chiacchierata, può fare una grande differenza per loro. Ho imparato a vivere con più leggerezza e a godermi ogni giornata".
Annalisa e Floriana ammettono che all’inizio avevano un’idea diversa della realtà in cui si stavano per inserire: "All’inizio ero diffidente. Forse abbiamo un’idea “falsata” degli ospiti delle case di riposo, ma poi capisci l’importanza di costruire un’idea propria vivendo effettivamente le situazioni. Abbiamo scoperto un ambiente pieno di umanità e genuinità.” racconta Floriana.
Da coordinatore, Simone consiglia il Servizio Civile a chi sta cercando di capire il proprio percorso: "È un modo per entrare nel mondo del lavoro, cosa non così scontata. È un anno di esperienza ‘soft’, con tutti i carichi di un lavoro (orari, obblighi, responsabilità), ma che ti permette di metterti in gioco e trovare la tua strada. Anche io non volevo fare l’educatore, ma ho iniziato così e mi sono innamorato di questa attività. È un’opportunità che ti aiuta a scoprire chi sei e cosa vuoi fare".
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Anche Safa ha scelto il Servizio Civile, presso la Locanda di San Giovanni di Dio. Safa voleva avvicinarsi al mondo dell’educazione e sviluppare competenze utili per il suo futuro. Con un diploma in Servizi Commerciali e il percorso universitario in Scienze dell’Educazione e della Formazione, voleva un’esperienza sul campo per completare la sua formazione teorica. "Volevo vedere da vicino cosa significasse prendersi cura di chi si trova in difficoltà e conoscere meglio il lavoro dell’educatore. Ho scelto questa struttura perché credo profondamente nei valori di accoglienza e inclusione".
L’inizio del suo percorso è stato ricco di emozioni e nuove sfide. "Avevo paura di non essere all'altezza delle aspettative, ma grazie al supporto del team e alla possibilità di osservare gli educatori all’opera, ho superato le mie insicurezze e ho trovato il mio ruolo all’interno della struttura".
Uno dei momenti più significativi per Safa è stato il legame creato con gli ospiti. "Vedere i loro progressi, aiutarli a raggiungere obiettivi che sembravano impossibili, è stata una soddisfazione immensa. Costruire un rapporto di fiducia è stato il passo più difficile, ma anche il più gratificante. Capire che il tuo contributo può davvero cambiare la giornata di qualcuno è un’emozione difficile da spiegare".
Questa esperienza le ha anche permesso di rivedere le sue idee su un centro di accoglienza. "Pensavo fosse solo un luogo di ospitalità, ma ho capito quanto sia un punto di riferimento fondamentale per chi ha bisogno non solo di un tetto sopra la testa, ma anche di un supporto psicologico ed educativo per ricostruire la propria vita".
Le storie di Annalisa, Floriana e Safa dimostrano come il Servizio Civile possa essere un'opportunità di crescita e scoperta, un ponte tra il mondo della formazione e quello del lavoro, ma anche un’occasione per sviluppare empatia, capacità relazionali e consapevolezza sociale.
Se stai pensando di intraprendere questo percorso, ricorda che non si tratta solo di dare, ma anche di ricevere. Ogni giorno vissuto in queste realtà lascia qualcosa di importante, qualcosa che resterà con te ben oltre la fine dell’esperienza.
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