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“L’ospitalità è il nostro valore centrale che si esprime e si concretizza nei quattro principi guida di qualità, rispetto, responsabilità e, per chi lo desidera, spiritualità”.
È proprio questa la filosofia sulla quale nel 1948 la Casa ha fondato le sue radici.
Acquistata dai Padri nel primo dopoguerra, la struttura fu subito concepita come luogo finalizzato all’accoglienza dei Padri della Provincia Lombardo-Veneta, in seguito dei convalescenti dei centri sanitari della Provincia stessa , in un contesto naturale e rilassante dove poter offrire riposo e convalescenza.
Nei primi anni venne adibita ad uso privato, con la speranza di poterla presto convertire in una struttura sanitaria, specializzata nel recupero di patologie polmonari e respiratorie, trattate anche grazie agli effetti benefici della brezza marina, proprio per la strategica posizione sul mare.
Dopo molteplici tentativi rivolti al Comune di Varazze per ottenere le autorizzazioni e le licenze necessarie per l’apertura, la Casa iniziò a prendere forma, trasformandosi in una struttura ricettivo-extra alberghiera capace di offrire riposo e cura dello spirito in un contesto naturale ed incontaminato.
Qualità dei servizi offerti, rispetto delle esigenze, responsabilità e ricerca della spiritualità sono i valori che stanno alla base della nostra filosofia di accoglienza, per garantire ad ogni ospite un soggiorno rilassante e piacevole.
Dal 1572 siamo una famiglia religiosa che si dedica all’assistenza di chi soffre.
Proponiamo ogni giorno con i nostri gesti la cultura dell’ospitalità per essere la voce
di chi non ha voce.
“La “Villa Miramare”, così indicata dal Capitano D’Albertis, s’apre sulla via maestra e scende a mare, con accesso alla scogliera. Vi si può prendere imbarco con tutta comodità, se il mare lo consente. Nel palazzo, molto ben addobbato, il Capitano radunò una completa collezione di armi e costumi, frutto di abili ricerche durante i suoi lunghi viaggi per il mondo...” [1].
Il fascino delle bellezze della Casa si deve al Capitano D’Albertis, discendente di una prestigiosa famiglia nobile genovese. Condottiero, ricercatore e navigante, alla fine dell’800 si dedicò alla costruzione della residenza, progettando la struttura in modo tale da creare un perfetto equilibrio con l’ambiente e la natura circostanti, approfittando dell’esclusiva location tra piante esotiche e pini marittimi a picco sul mare.
Ci fa vanto ricordare che l’illustre pittore e incisore Giuseppe Frascheri per anni decise di soggiornare nella Casa, per “…studiarvi le recondite armonie dei pini, stupendi alberi! Ognun d’essi possiede anima diversa , la visione di questa leggiadra natura mare, cielo e terra suscita disparati pensieri...”. [1]
Negli anni a seguire la proprietà fu presieduta dalla famiglia genovese Cattaneo, che ne conserverò con amorevole cura i fasti e la bellezza fino al periodo bellico, per venderla successivamente al Provinciale P. Zaccala Castelletti: a 3 km da Varazze, 39.000 mq con più di 30 locali circondati da un grande parco in parte boschivo e in parte pineta, rappresentavano il luogo ideale per ospitare religiosi cagionevoli, dove offrire riposo, ristoro e raccoglimento nel periodo post bellico.
Durante le operazioni di ampliamento della Casa venne costruita ed annessa anche una piccola Chiesa dedicata alla Madonna della Guardia, ora parte integrante della struttura, consacrata nel 1948 dal Vescovo di Savona Mons. G.B. Parodi e successivamente eretta a Parrocchia. Attualmente continua il suo servizio di riferimento per i fedeli della frazione dei Piani d’Invrea.
Per rendere la struttura idonea ad ospitare anche persone bisognose di riposo e convalescenza poiché reduci da gravi malattie o interventi chirurgici, negli anni cinquanta furono realizzati alcuni lavori di ristrutturazione che trasformarono radicalmente la struttura:
La terrazza del ristorante venne coperta, favorendo lo spazio per i tavoli con vista mare.
Nel 1998, in occasione del cinquantenario, la chiesa fu ampliata con un nuovo sagrato.
Nel 2007 fu quasi completamente ristrutturata .
“Dobbiamo segnalare che la presenza in Liguria dei Fatebenefratelli risale al 1874, quando le autorità cittadine di Sanremo chiamarono i Confratelli di San Giovanni di Dio per interessarsi dell’assistenza privata agli ammalati. Qualche anno dopo nel 1877 fondarono una Casa della Salute dedicandola a “San Giovanni di Dio. Non si hanno notizie precise della loro partenza dalla Riviera Ligure”.
“Un’altra traccia nella centenaria storia dell’ordine ospedaliero che lo lega con la terra ligure è la figura di Domenico Benedetto Piola. Nato nel 1492 a Genova, aveva intrapreso, come tanti liguri, l’arte della mercatura ed interessato ai manufatti artigianali prodotti in Spagna, aveva preso residenza a Granada. Le circostanze delle vita lo portano alla conoscenza di un povero fratello di nome Giovanni, che lo cerca per un aiuto economico. L’incontro sarà folgorante: dal giorno del prestito Domenico Piola incomincia a frequentare assiduamente Giovanni di Dio. Rimasto vedovo, pagato servi e collaboratori e soddisfatti i creditori, donò tutto il resto alla causa di questo Suo nuovo compagno, che lo ritenne prezioso e profondamente adatto alla vita comunitaria. Fu uno dei primi compagni della grande avventura carismatica di San Giovanni di Dio. Il suo corpo fu sepolto nella Chiesa dell’Ospedale di Granada.”[2]
[1]. Tratto da “La Liguria Illustrata”, Anno I numero 8, Genova 1913, articolo di R.Lombardo
[2]. Parte di ricostruzione storica a cura di Fra Serafino Acernozzi.
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