Il Problema
Le donne sono, insieme ai bambini, tra i nostri pazienti più numerosi e maggiormente seguiti. Risultano, infatti, tra i gruppi più vulnerabili nelle povere aree africane in cui operano i nostri ospedali: spesso malnutrite e prive di alcun sostegno da parte delle loro famiglie e comunità, hanno anche più difficoltà ad avere accesso alle cure per se stesse o per i loro figli rispetto agli uomini.
I nostri Obiettivi
I bambini rappresentano futuro e speranza per queste zone dimenticate dell’Africa: la nostra opera di solidarietà ha tre scopi fondamentali per tutelare il loro diritto alla salute:
La nostra Iniziativa
Durante la stagione secca, che dura otto mesi, il caldo diventa torrido, gran parte dei pozzi si secca, tutti si ritrovano nella condizione di lottare per la sopravvivenza, ma quelli che soffrono di più sono i bambini.
Dal 1980 abbiamo dato una risposta a questa emergenza umanitaria con la costruzione di reparti di Pediatria in modo da venire incontro ai bisogni di salute dei più piccoli e delle loro madri.
La Pediatria ha una capacità di 105 posti letto, ma in Africa i letti non contano, basta anche una stuoia: le mamme africane si sistemano senza problemi sul pavimento con i loro bambini. Sono così tante le madri che attendono cure per i loro piccoli che di notte, nel corridoio adiacente la Pediatria, il personale assistente fa fatica a passare attraverso le stuoie.
Solitamente per coprire le spese mediche la famiglia fa una colletta: questo, purtroppo, accade solo per gli adulti e non per i bambini, dove invece serve la nostra generosità. Le mamme in genere portano i piccoli di notte, quando sono già moribondi, dopo che sono passate ripetutamente dallo stregone del loro villaggio. Questi bambini sono per lo più molto piccoli, uno o due anni: si tratta di lattanti che le madri non riescono a nutrire a sufficienza perché sono già loro denutrite o perché è cominciata per loro una nuova gravidanza inattesa, che compromette il completamento dell’allattamento del bambino che portano al seno.
Oltre alle cure offerte dalla terapia, ci occupiamo anche di educare le giovani madri: abbiamo infatti istituito una sorta di Scuola di alimentazione. Con i prodotti del suolo locale, che costano poco, si insegna alle mamme a far delle pappe che contengano proteine, vitamine, sali minerali e carboidrati in misura adatta allo sviluppo regolare dei loro bambini. Il latte in polvere di importazione europea, molto costoso, viene riservato ai casi strettamente necessari, ad esempio nel caso di bambini molto piccoli, rimasti orfani della loro mamma.
Quando i bambini si sono completamente ristabiliti, si dà alla mamma un sacchetto di viveri adatti a far le pappe in modo da favorire il loro reinserimento nel villaggio.
La nostra Associazione benefica UTA ONLUS anni fa, su invito della volontaria Rosanna Merlo, ha lanciato l’idea delle adozioni a distanza per il nutrimento e la ricostituzione di questi bambini del Centro nutrizionale.
Perché chiediamo aiuto
I nostri reparti di Pediatria sono sempre affollati e dobbiamo occuparci non solo di bambini piccolissimi e spesso in situazioni di salute molto delicate, ma anche delle madri. Non possiamo lasciarle sole, perché sono loro il punto di riferimento presente e futuro dei piccoli di cui ci prendiamo cura.
È possibile adottare a distanza questi piccoli pazienti per poter assicurare loro nutrimento e cure e dare un aiuto alle madri che lottano per i loro piccoli andando contro alle loro credenze, seppur popolari ed inesatte, e ai loro familiari.
Abbiamo lo scopo di aiutare chi ha scelto di dar voce a chi non ce l’ha, di procurare cibo per chi è affamato, di farsi maestro per chi non ha cultura e medico per chi vive nella malattia e nell’infermità, condividendo le sorti degli ultimi per migliorarle.
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