Il Problema
In Africa, ed in particolare nelle aree in cui i nostri Ospedali operano, la malnutrizione è una delle più importanti minacce alla salute della popolazione locale. Quasi la totalità delle persone non è adeguatamente nutrita e questo favorisce l’insorgere di un gran numero di malattie, anche letali. I bambini smettono di crescere e si ammalano più facilmente, a causa dell’indebolimento del loro sistema immunitario. Nella nostra Pediatria il 70% dei bambini ricoverati è malnutrito e di questi più del 20% soffre della malattia di malnutrizione grave.
I nostri obiettivi
Una sufficiente e corretta alimentazione è fondamentale affinché le medicine agiscano con successo sui malati. Con quest’opera di solidarietà alimentare vogliamo:
La nostra Iniziativa
Per permettere una piena guarigione ai malati, l’ospedale di Tanguiéta, fin dalla fondazione, assicura tre pasti al giorno. Anche se è consuetudine fornire cibo ai pazienti nei Paesi occidentali, questo è un lusso che altri ospedali africani della stessa regione non concedono: l’alimentazione del malato è affidata interamente alla famiglia, che di solito si accampa nei pressi delle strutture sanitarie.
Oltre ai malati ricoverati, l’ospedale si occupa anche di fornire “cibi speciali per malati speciali”: siamo infatti impegnati nell’alimentazione di 60 bambini del centro nutrizionale e dei 15-20 tubercolotici del centro antitubercolare. Alimentazioni particolari sono preparate in generale per diversi tipi di malati: diabetici, ipertesi, bambini malnutriti e per tutti i malati operati di gravi patologie intestinali, tra cui il tifo. In particolare, per i malati di tifo, la preparazione dei pasti è piuttosto impegnativa: il cibo deve essere trattato per ore e filtrato, perché i pazienti non possono mangiare alimenti con fibre.
Nel centro nutrizionale Pigio, dedicato a Fra Piergiorgio Romanelli, ogni giorno vengono preparati alimenti terapeutici che, sebbene vengano forniti in parte dall’Unicef, hanno un costo molto elevato. Tra gli integratori fondamentali che ci stanno aiutando a salvare tante persone c’è la spirulina, un’alga che spontaneamente si riproduce nel lago Ciad: polvere preziosa in quanto dà un apporto particolarmente ricco in vitamine, proteine e sali minerali, capace di cambiare in modo radicale il destino di molti pazienti malnutriti e degli operati di tifo. È utilizzata moltissimo anche per correggere le carenze nutritive delle donne incinte, che sfortunatamente mettono al mondo bambini sottopeso, che poi affollano il piccolo centro per i bambini malnutriti e prematuri.
Oltre ai nostri pazienti, molto spesso dobbiamo prenderci cura anche dei loro familiari. Quando arrivano all’Ospedale di Tanguiéta spesso hanno percorso centinaia di chilometri, lasciando le loro case e portando con sé giusto qualche alimento e degli spiccioli. Dal momento che l’ospedale è sempre pieno, a volte la loro attesa può durare mesi ed è così che iniziano a presentarsi seri problemi: c’è chi torna nel proprio villaggio per cercare altro cibo, chi decide di rientrare perché deve tornare a coltivare i campi, altrimenti non ci sarà da mangiare per la famiglia, o chi, vedendo che gli restano solamente i soldi che gli abbiamo chiesto per l’intervento chirurgico, viene ad anticiparli chiedendo di accantonarli, perché la fame glieli farebbe utilizzare per mangiare e non ne avrebbe poi per curarsi. La mancanza di cibo non solo non aiuta i malati, ma neanche i familiari, che rischiano di ammalarsi a loro volta.
Perché chiediamo aiuto
Il numero di malati nell’Ospedale di Tanguiéta è vertiginosamente aumentato negli ultimi anni passando da 6.000 malati all’anno a 20.000 nel 2020. Disservizio degli ospedali governativi, povertà divagante, la fiducia che i locali hanno nell’ospedale, dove si ricevono cure di buona qualità a basso prezzo: questi sono alcune dei motivi che hanno portato a questo aumento di pazienti.
La situazione è difficilmente sostenibile. Per assicurare un futuro a quest’opera che ha dato e sta dando molto a questa gente si deve creare una catena di solidarietà alimentare. Basta solo un 1 euro al giorno per poter assicurare cibo ai nostri malati, che senza mangiare, non potrebbero mai guarire.
Abbiamo lo scopo di aiutare chi ha scelto di dar voce a chi non ce l’ha, di procurare cibo per chi è affamato, di farsi maestro per chi non ha cultura e medico per chi vive nella malattia e nell’infermità, condividendo le sorti degli ultimi per migliorarle.
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