I seminari e le attività sperimentali
dell'IRCCS Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli
In questa sezione i ricercatori di diverse Unità Operative dell'IRCCS Centro San Giovanni di Dio presentano dei brevi seminari sulle patologie psichiatriche e dementigene, oggetto dei loro studi.
Gli argomenti spaziano dal disturbo borderline di personalità agli effetti della depressione materna, dai metodi diagnostici più avanzati nell'ambito delle demenze alle attuali possibilità di trattamento.
La demenza frontotemporale è tra le più comuni forme di demenza pre-senile. Un recente studio finanziato dal Ministero della Salute ci ha permesso di indagare i meccanismi molecolari sottesi alla demenza frontotemporale sia di tipo genetico, caratterizzata dalla progressiva perdita di progranulina e di C9orf72, che di tipo sporadico, consentendoci di identificare un alterato meccanismo di comunicazione intercellulare mediato dalle vescicole extracellulari comune ad entrambe le forme di demenza, e per la prima volta di identificare un’alterazione del sistema del complemento nelle vescicole stesse dei pazienti affetti.
Un recente studio finanziato dal Ministero della Salute permette di valutare il possibile uso terapeutico della stimolazione transcranica elettrica (tDCS) abbinata a riabilitazione individualizzata del linguaggio in pazienti affetti dalla forma agrammatica dell’afasia primaria progressiva (avPPA).
La comunità scientifica ha riconosciuto l’importanza degli interventi cognitivi volti a preservare l’autonomia, l’indipendenza e la qualità della vita delle persone anziane. Gli interventi proposti possono prevedere l’applicazione di tecniche di stimolazione cerebrale non invasiva e la somministrazione, anche a distanza, di programmi di potenziamento cognitivo.
Nel panorama degli interventi non-farmacologici mirati a stimolare la funzione cognitiva e, possibilmente, rallentare il declino cognitivo nell’anziano, gli interventi basati sulla mindfulness stanno dimostrando risultati promettenti. In questo video verranno presentati i fondamenti degli interventi basati sulla mindfulness, gli effetti sulla funzione cognitiva e sui sistemi biologici legati allo stress, nonché le possibili applicazioni cliniche.
L’intervento sarà finalizzato a spiegare l’effetto dello stress (positivo e negativo) sul nostro corpo e cervello, e come il nostro cervello può subire alterazioni morfologiche e funzionali a lungo termine.
La riserva cognitiva è l’insieme delle esperienze e delle abilità che modulano le manifestazioni cliniche delle cerebrolesioni acquisite: un fattore protettivo nei confronti del decadimento cognitivo e della perdita di indipendenza. Il senso comune riconosce l’importanza del “tenersi attivi” per prevenire il decadimento cognitivo, ma è poco noto che la riserva cognitiva è un costrutto scientificamente definito, misurabile, i cui determinanti sono in gran parte noti.
La demenza è caratterizzata dalla perdita progressiva delle capacità cognitive e funzionali e non esiste un trattamento che ne rallenti o interrompa l'inesorabile decorso. Risulta, così, di fondamentale importanza concentrarsi sugli interventi che è possibile mettere in atto a livello preventivo, prima che si sviluppino i sintomi. Il 40% dei casi di demenza si può prevenire intervenendo sui fattori di rischio legati allo stile di vita. In questa presentazione viene illustrato come è possibile intervenire su questi fattori, per ridurre il rischio di sviluppare demenza.
La stimolazione magnetica transcranica (TMS) è una metodica non invasiva che può essere utilizzata con finalità terapeutiche. Si ritiene che la sua applicazione ripetuta nel tempo possa rinforzare i processi di recupero spontanei del cervello, facendo leva sui meccanismi di plasticità corticale. Tuttavia la sua efficacia è variabile tra gli individui trattati: per questo è importante studiare cosa succede nel cervello prima e dopo il trattamento, sia per personalizzare l’intervento riabilitativo e adattarlo alle caratteristiche individuali, sia per identificare indici predittivi di efficacia.
Quattro filmati per aprire una finestra sulle attività che si svolgono all'IRCCS Fatebenefratelli di Brescia: il Laboratorio di Neurofisiologia vi mostra come avviene la raccolta dati nelle ricerche neurofisiologiche volte a sviluppare nuovi marcatori diagnostici e nuovi trattamenti non farmacologici nell’ambito delle demenze.
Il Dott. Giacomo Bertazzoli mostrerà una tecnica neurofisiologica altamente avanzata che permette di misurare la capacità del cervello di rispondere agli stimoli, e che combina la stimolazione magnetica transcranica con l’elettroencefalogramma (TMS-EEG). Tale tecnica, sebbene sia ancora sperimentale, fornisce indicatori sensibili su come avviene la comunicazione tra aree cerebrali e può essere utilizzata per studiare le alterazioni del funzionamento cerebrale nelle demenze.
Il Dott. Giacomo Guidali illustrerà come avviene una seduta di trattamento di stimolazione magnetica transcranica (TMS) ripetitiva nel Laboratorio di Neurofisiologia.
La TMS ripetitiva è una tecnica di stimolazione cerebrale non-invasiva e indolore già utilizzata per il trattamento della depressione maggiore e sotto studio come potenziale trattamento non farmacologico dell’Alzheimer.
Il Dott. Guido Barchiesi descriverà l’utilizzo della stimolazione magnetica transcranica come strumento per misurare lo stato di attivazione della corteccia cerebrale. Quando viene stimolata l’area della corteccia che controlla il movimento, è possibile produrre una breve contrazione di un gruppo di fibre muscolari, tipicamente nella mano, che viene registrata tramite elettrodi di superficie. Il segnale corrispondente a questa contrazione si chiama "potenziale evocato motorio". Le caratteristiche di questo potenziale vengono utilizzate sia in ambito clinico per misurare lo stato del sistema motorio, sia nell'ambito della ricerca neuroscientifica.
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