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Ospitare, accogliere e aiutare: testimonianza dell'aiuto umanitario

18 agosto 2022

L'Ospitalità è un Carisma che si dimostra nelle azioni quotidiane, mostrandosi aperti e accoglienti nei confronti del Prossimo. Accogliere con il cuore e senza limiti, mettendo al centro la persona umana, il rispetto della vita e l'educazione sanitaria è la guida del nostro Agire. L'aiuto umanitario, permette di realizzare e rendere concrete le azioni a favore di questo carisma. Ma come? Abbiamo intervistato Angela Sosa Gonzalez, volontaria presso UTA Onlus per avere una testimonianza del bene offerto ai bisognosi. Continua a leggere.

La vocazione dell'essere volontari: il cammino di una vita

Io sono un’infermiera colombiana e sono in Italia da 14 anni, ho sempre lavorato nella terapia intensiva neonatale.

Sono venuta dall’America per poi trasferirmi in Africa: credo che sia stata una Missione che ha voluto Dio perché, come infermiera, ho sempre fatto il mio lavoro avendo a disposizione tutti i materiali comodamente nella sala e mai avevo pensato che sarei arrivata a vedere le cose che invece ho visto in Africa.

La mia esperienza non è iniziata come volontaria: io ero infermiera presso la Casa di Riposo e di Accoglienza San Pio X a Romano D’Ezzelino. Durante il mio percorso professionale ho conosciuto UTA Onlus e sono partita per aiutare nel reparto di neonatologia all’Ospedale Tanguiéta.

Mi sono trovata in una struttura nuova ma ho vissuto un’esperienza triste perché mancava personale apparecchiatura: c’era solo tanta morte.

Ho capito che dovevo contribuire in qualche modo allora è iniziata la mia esperienza come volontaria. Questo primo viaggio per me è stato difficile, non pensavo che avrei conosciuto così tante persone che avrebbero poi collaborato all’obiettivo comune di abbattere la mortalità infantile.

Oggi, sono 10 anni che vado in Africa e sono veramente sono contenta perché siamo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo: abbiamo diminuito la mortalità infantile.

 

Superare le difficoltà con l'aiuto reciproco

La prima volta che sono andata in Africa ho trovato un mondo diverso dal nostro così la seconda volta sono partita con materiali e ancora più voglia di aiutare.

La seconda volta, invece, ho provato paura; ma ho trovato tutto il supporto necessario per riuscire a superare le difficoltà.

Infatti, sono stata espatriata dall’Africa, è stato terribile perché avevo un sogno e credevo che fosse finito lì. Temevo di non poter più tornare in Africa ma Fra Fiorenzo mi ha aiutata e sono potuta tornare. Avevo paura perché, non conoscendo nessuno, temevo che non sarei stata aiutata. Per fortuna in tanti hanno creduto nel progetto

Mi sono poi confidata con Fra Marco: volevo raccontare la mia esperienza, così nel 2014 ho creato un libretto e una mostra fotografica. Abbiamo venduto 1500 copie e la mostra ha girato tra Parma, Venezia e Bologna. Le persone hanno visto cosa facevamo e abbiamo ricevuto tante donazioni.

La parte che mi piace di più di essere volontaria è che amo la vita, vedere persone che non hanno niente e poterle aiutare, vederle vivere. Le differenze di cultura, lingua e religione non contano niente: ci si dona reciprocamente tutte le risorse possibili, c’è la solidarietà che nasce dal cuore e va oltre a qualsiasi barriera. Io ho il mio cuore in Africa.

 

Esperienze per arricchire la vita, propria e altrui 

Ho scelto UTA Onlus perché lavorando presso la Casa di Riposo e di Accoglienza San Pio X a Romano D’Ezzelino ho conosciuto delle persone già impegnate in attività volontariato presso l'Onlus e ne parlavano positivamente.

UTA Onlus è sempre stata trasparente e concreta nelle attività promosse.  

Per me l’esperienza più grande è stata vedere come siamo riusciti a organizzare una Struttura simile a quelle che abbiamo in Italia. Partendo da una Struttura spoglia siamo arrivati al nostro obiettivo: un’area di neonatologia efficiente.

Da qui l'orgoglio di aver raggiunto un altro obiettivo per noi fondamentale: salvare le vite di tanti bambini prematuri. Non abbiamo a disposizione incubatrici ma abbiamo instaurato un programma che ha permesso ai bambini nati con 800 o 900 grammi di diventare grandi, crescere sani e forti.

Abbiamo dato una speranza di vita.

 

Le necessità di UTA Onlus

Le necessità primarie oggi sono il sostentamento e la continuità di tutto quello che è stato finora creato.

La diffusione della pandemia e la guerra rendono tutto più difficile: Tanguiéta è vicina agli Jihadisti, e ciò crea il pericolo di essere sequestrati quindi tante persone hanno paura a venire qui e aiutare i bisognosi.

Abbiamo necessità di dare continuità al progetto e sostenerlo veramente, sia a livello economico sia attraverso un'efficace fornitura strumentale e materiale.

Dalla vendita dei libretti, per esempio, sono riuscita ad acquistare dei materiali per un valore di 2400 euro.

 

Vuoi sostenere il Progetto di UTA Onlus? Puoi contribuire all'obiettivo di diminuire la mortalità infantile offrendo anche un supporto alla popolazione africana in forte bisogno. Clicca il bottone in basso per offrire il tuo contributo, te ne saremo grati.

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