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Il diritto all’educazione: la situazione in Africa

24 gennaio 2023

Il 24 gennaio è la Giornata internazionale dell’educazione. Sebbene l’istruzione rappresenti uno dei pilastri su cui qualsiasi società si basa, ci sono ancora tanti i paesi nel mondo in cui questo diritto non è garantito a tutti i cittadini. Il contesto africano è uno di questi: qui, infatti, il tasso di analfabetismo è ancora estremamente alto e sono tantissime le persone che non hanno accesso all’istruzione di base.  Ne parliamo in occasione di questa giornata, continua a leggere per saperne di più!

In questo articolo parleremo di:
- L’educazione come diritto umano fondamentale
- L’educazione in Africa: una sfida attuale
- L’educazione in Togo e in Benin

 

L'educazione come diritto umano fondamentale


Nell’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948) viene sancito che “Ogni individuo ha diritto all'istruzione” e che “l'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali”.

È quindi chiaro che l’educazione rappresenta un fattore chiave per lo sviluppo degli individui, e di conseguenza della società, ed è per questo che essa deve essere garantita a tutti i cittadini.  

Non sorprende pertanto che fornire un’educazione di qualità a tutti sia anche l’obiettivo n. 4 dell’Agenda 2030: entro il 2030 infatti le Nazioni Unite si sono poste l’obiettivo di garantire agli individui equità e qualità nel completamento dell’educazione primaria e secondaria, di ridurre la disparità di genere nell’istruzione e aumentare di conseguenza il tasso di alfabetizzazione della popolazione mondiale. Obiettivi ambiziosi, ma fondamentali per poter permettere alla nostra società di svilupparsi in modo sostenibile.

Se, infatti, l’educazione viene riconosciuta come diritto fondamentale, va tuttavia considerato che sono ancora numerose le realtà in cui l’istruzione di base non è garantita a tutti gli individui: tra queste, spicca il contesto africano, caratterizzato da un tasso di alfabetizzazione estremamente basso. 

Certamente, nel corso degli anni sono stati raggiunti importanti traguardi e si è fatto tanto per sensibilizzare le persone rispetto a questo tema: l’istituzione nel 2018 della Giornata internazionale dell’istruzione ha segnato un ulteriore punto di svolta, andando a cambiare sempre più il modo di concepire il ruolo dell’educazione, che diventa elemento essenziale per lo sviluppo della società. Tuttavia, c'è ancora tanta strada da fare.

I volontari che scelgono di donare il proprio tempo per aiutare la popolazione africana sono una risorsa estremamente preziosa. Ma cosa vuol dire vivere un'esperienza di volontariato? Clicca qui in basso e scopri le storie di alcuni volontari di UTA Onlus!

Le storie dei volontari di UTA Onlus

 

L'educazione in Africa: una sfida attuale


Secondo il report “Transforming education in Africa” (2021) dell’Unicef, la situazione scolastica nel territorio africano è estremamente negativa. Sebbene, infatti, nel corso del tempo siano stati fatti dei progressi, ad oggi una grandissima porzione della popolazione africana è analfabeta.

In particolare, circa una persona su tre tra gli individui di età compresa tra i 25 e i 64 anni risulta analfabeta, e sono principalmente la zona centrale e quella occidentale del continente a contare il maggior numero di analfabeti, soprattutto per quanto riguarda la popolazione adulta. 

Una situazione scoraggiante, che in molti casi va poi a ripercuotersi anche sulle generazioni più giovani: l'analfabetismo dei genitori è infatti uno dei principali fattori che ostacolano la scolarizzazione dei figli. E se si considera che i bambini rappresentano il cuore pulsante dell’Africa, si comprende immediatamente la reale dimensione del problema.

Secondo il rapporto “Generation 2030 Africa 2.0” dell’Unicef, infatti, entro la metà del secolo nel continente africano si raggiungerà una cifra di un miliardo di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni. C’è da chiedersi però quanti di essi riceveranno l’istruzione primaria e secondaria di base. 

Va inoltre considerato che in molti casi, anche quando i bambini africani frequentano la scuola, la qualità dell’istruzione che ricevono risulta piuttosto carente. Nel World Development Report del 2018, il primo report della Banca Mondiale ad essere interamente dedicato al tema dell’educazione, si stima che entro il 2030 in Africa subsahariana più del 70% dei bambini riceverà un’educazione insufficiente. In particolare, si prevede che oltre 30 milioni di bambini riceveranno un’educazione scolastica così carente che il loro livello di istruzione sarà estremamente simile a quello dei bambini che non hanno mai frequentato la scuola.

È per questo che diventa fondamentale agire per modificare questa situazione: l'educazione consente alle persone di sopravvivere e prosperare, ed è quindi l'investimento più efficace nella lotta contro la povertà. L'istruzione, infatti, previene la trasmissione della povertà tra le generazioni fornendo maggiori opportunità di guadagnare, ed è anche associata a comunità più pacifiche, maggiore impegno civico e democrazie più forti: contribuisce pertanto a migliorare lo sviluppo socioeconomico della società. 

 

L'educazione in Togo e in Benin


Le regioni africane del Togo e del Benin sono tra le più povere al mondo, e rappresentano territori in cui un’alta percentuale della popolazione è analfabeta.

In Togo il tasso di alfabetizzazione è di circa il 60%, ma si riduce a meno del 50% se si considerano solo le donne. Tuttavia, molto spesso l’educazione che gli individui ricevono risulta carente, tanto che soltanto il 18% degli studenti che hanno frequentato la scuola raggiunge il livello minimo di competenza nella lettura, e la percentuale cala all’11% nel caso della scrittura. 

Una problematica che caratterizza il Togo è infatti rappresentata dal fatto che spesso gli insegnanti non sono qualificati per il ruolo che ricoprono: secondo il report “Transforming education in Africa” (2021) dell’Unicef, solo il 40% degli stessi ha ricevuto formazione per essere qualificato, una situazione che si accentua soprattutto nel caso della scuola primaria.

In Benin, poi, la situazione è ancora più grave: qui, infatti, meno del 40% della popolazione sa leggere e scrivere, e tale percentuale si abbassa ulteriormente se si considerano solo le donne. Inoltre, per quanto riguarda gli individui che frequentano la scuola, solo il 3% degli studenti raggiunge il livello minimo di competenza nella lettura e nella scrittura. 


Si può dire che la povertà rappresenta tanto la causa quanto la conseguenza dell’analfabetismo, ed è per questo che diventa fondamentale intervenire per migliorare questa situazione. Noi di UTA Onlus siamo un’Associazione benefica che si occupa di sostenere gli Ospedali africani di Afagnan (Togo) e Tanguiéta (Benin), realtà che hanno un estremo bisogno di aiuto. 

Se vuoi aiutarci a sostenere le popolazioni del Togo e del Benin, clicca qui in basso e dona ora!

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