Oggi vi raccontiamo la storia di Federica (nome fittizio per proteggere la privacy della paziente), che per anni ha sofferto di una patologia psichica latente. Una minaccia che si è manifestata quando tutto sembrava essere perfetto e che si è risolta al meglio grazie alla professionalità e umanità degli psichiatri del Fatebenefratelli.
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Quando Federica è arrivata al Centro di Riabilitazione Sacro Cuore di Gesù di San Colombano al Lambro, nel febbraio del 2014, «la sua storia clinica era già lunga», racconta la dottoressa Maria Gabriella Davide, psichiatra e aiuto coordinatore, medico di riferimento della comunità “CRA San Camillo”.
«Era iniziata nel 1993, quando la paziente si era rivolta al Servizio di riferimento con una sintomatologia che lei descriveva come depressiva e con saltuari attacchi di panico».
Questa signora è figlia unica di genitori che su di lei avevano riposto aspettative molto elevate, e aveva dovuto confrontarsi durante l’adolescenza con la malattia psichica della madre, che si era aggravata nel tempo. Il padre, uomo affermato sul piano lavorativo e abituato a decidere e supervisionare i comportamenti dei suoi collaboratori, scaricava sulla figlia le frustrazioni di una situazione familiare sempre più difficile da gestire. Così, a un certo punto, Federica, pur di allontanarsi dal nucleo familiare che sentiva oppressivo e anaffettivo, decide di sposarsi.
Per qualche anno, Federica svolge con dedizione il suo ruolo di moglie e di madre e solo a posteriori capirà che quel marito era molto simile alla figura paterna: concentrato sul lavoro e poco espansivo nei confronti della moglie e dei figli.
Quando la figlia ha 12 anni e 10 anni il figlio, improvvisamente la vita perfetta di Federica si rompe. La signora mostra un crollo emotivo: inizia ad abusare di alcol e cocaina e si lascia circuire da un uomo anche lui dedito all’abuso di alcol e sostanze, per il quale mette in crisi il matrimonio e per cui sperpera elevate quote di denaro. «L’uso di sostanze ed alcol slatentizza aspetti patologici della personalità, con la comparsa di incongruenze del comportamento che fanno sorgere in Federica la difficoltà ad occuparsi dei propri figli, affidati ai nonni», dichiara la dottoressa Davide.
Una situazione difficile sotto molti profili, che nell’agosto del 2012 conduce lo stato psichico di Federica ad aggravarsi ulteriormente.
La donna viene ricoverata in un servizio psichiatrico di diagnosi e cura per stabilizzare almeno in parte il quadro psichico e iniziare la disintossicazione; al momento della dimissione, viene presa in carico dal Centro Psico Sociale del territorio dove lei risiede e inizia diversi percorsi terapeutici: specialisti, ambulatori privati, psicoterapia individuale e di gruppo, un ricovero ospedaliero (interrotto quando Federica viene scoperta a introdurre alcol nella struttura) e un inserimento in comunità. È in quella circostanza che viene formulata la diagnosi di “disturbo borderline di personalità con tratti istrionici”.
Federica approda dunque alla Comunità Riabilitativa di Alta Assistenza “San Camillo”, nel centro di riabilitazione Sacro Cuore di Gesù di San Colombano al Lambro, in un momento in cui non si nutrono molte speranze di recuperarla ad un equilibrio psichico accettabile: in quel periodo, Federica appariva solo formalmente aderente al progetto riabilitativo proposto e verbalizzava ancora il desiderio impulsivo per alcol e sostanze. I rapporti con il padre erano conflittuali: lui, ad esempio, le impediva di incontrare i figli.
Alla CRA Fatebenefratelli inizia così un percorso terapeutico-riabilitativo multidisciplinare che coinvolgerà tutti gli ambiti che apparivano patologici o deficitari: «Si è rivalutata la terapia farmacologica – spiega la dottoressa Davide – per stabilizzare il quadro psichico e si è lavorato con Federica per ridurre la tendenza ad utilizzare farmaci ansiolitici come soluzione di ogni sensazione di disagio psichico. Gli incontri settimanali di psicoterapia le hanno permesso di ricostruire aspetti della personalità che apparivano fragili o frammentati, stimolandola ad una migliore capacità di esprimere le emozioni sia negative, sia positive. La partecipazione ai gruppi motivazionali l’ha resa consapevole dei suoi problemi di abuso di alcol e sostanze e le ha permesso di prenderne le distanze».
La “nuova” Federica ha progressivamente riconosciuto e vissuto adeguatamente il suo ruolo di madre, ricreando con i figli, attraverso incontri supervisionati dagli operatori della Tutela Minori, il legame che si era interrotto a causa della malattia e dei problemi ad essa collegati.
In parallelo, si è lavorato sul rapporto padre-figlia inducendo Federica a superare rancori e sfiducia nei confronti del padre e a porre le basi per quella che poi sarebbe stata l’evoluzione del percorso di cura. «Un grande ruolo, nel percorso di guarigione di Federica – attesta la psichiatra – lo ha svolto l’aver ritrovato aspetti di spiritualità e di fede. La partecipazione agli incontri settimanali di spiritualità e la partecipazione attiva alle attività religiose del Centro, le hanno permesso di costruire le fondamenta per una nuova vita».
I responsabili del centro Fatebenefratelli confermano che a due anni dal ricovero e a uno dalle dimissioni, Federica è tornata a vivere nella sua casa con i propri figli e il padre. I controlli proseguono, ma il quadro psicopatologico è stabile e non ci sono state ricadute nell’uso di alcol e sostanze. Chi la vede sorridente e indaffarata in parrocchia oggi, può davvero pensare che questa donna abbia una vita “perfetta”.
La storia di Federica dimostra che è possibile risollevarsi dai momenti più difficili, anche grazie all’aiuto dei professionisti della salute, come il Fatebenefratelli. Leggi qui anche la storia di Luca e del suo straordinario percorso terapeutico.
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