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Fra Piergiorgio Romanelli: un sogno solidale per l'Africa

23 giugno 2020

"L'Africa per me è la realizzazione di un sogno costruito da anni: aiutare i più poveri, coloro che sembravano i dimenticati da Dio. Ma Dio certo non dimentica nessuno": queste le parole di fra Piergiorgio Romanelli, il frate-medico che dedicò la sua intera vita a curare i malati africani. Dal suo esempio di solidarietà nacque U.T.A Onlus, l'associazione benefica che sostiene ancora oggi gli Ospedali di Tanguiéta e di Afagnan per assicurare assistenza medica e cure adeguate a chiunque ne abbia bisogno. 

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Fra Piergiorgio Romanelli: un esempio di sensibilità umana

Fra Piergiorgio RomanelliGiovane, bello, estroverso, gioioso, studente universitario: ma chi gliel’ha fatto fare di lasciare il mondo per entrare in Convento? Tutti i suoi cari la pensavano così, un po’ sconsolati. Eppure, questo giovane a 29 anni ha bussato alle porte del Noviziato di Brescia e ad accoglierlo c’era Fra Gianni Beltrame, che lo accompagnò immediatamente dal Padre Maestro Fra Geminiano Corradini.

La sua non era stata una decisione improvvisa, come un colpo di fulmine che ti cambia improvvisamente la vita, ma una scelta maturata pian piano nella preghiera, nella meditazione e nello stare in mezzo ai giovani della sua Parrocchia e nell’avere particolari attenzioni verso i malati.  

Prima un Padre Camaldolese che gli suggerì di cercare nella preghiera il significato della sua vita per capire la sua vocazione ecclesiale, poi l’incontro con Fra Bernardo che lo indirizzò alla scelta dell’Ordine dei Fatebenefratelli. Ma prima di decidersi definitivamente, bombardò letteralmente di telefonate e di visite Fra Bernardo Frengulo, a quei tempi Priore della Casa di Cernusco “Villa Sant’Ambrogio”.

Cosa vedeva Piergiorgio, in quegli anni di giovinezza, nel futuro della sua vita? Un grande influsso deve aver avuto sulla sua formazione cristiana il Concilio Vaticano II, almeno nella misura in cui era stato recepito nella sua Parrocchia: c’era infatti un nuovo modo positivo di impostare la vita cristiana.

Una grande umanità e sensibilità era insita in lui: infatti, doveva avere un animo semplice e sensibile verso la natura e gli animali, se inscrivendosi all’Università, scelse la Facoltà di Veterinaria. Ma non giunse al termine, perché decise di farsi religioso dei Fatebenefratelli.

 

Le esperienze di formazione tra i malati e gli emarginati

A Brescia nella Casa del Postulandato e Noviziato, dall’Ingresso fino alla Professione semplice (28 Agosto 1993) fra Piergiorgio ebbe la possibilità di coltivare la preghiera personale e comunitaria, specialmente la preghiera di ascolto della Parola di Dio che Egli definiva “i mattoni” necessari per costruire l’edificio spirituale della propria vita.                                 

Fra Piergiorgio aveva le idee chiare sulla vita religiosa. La cosa principale, diceva, è “l’essere cosciente che è il Signore a chiamare te e che non ti abbandona mai. Una vita colorata da questa sicurezza fa ogni giorno rifiorire la gioia della donazione per il Regno di Dio. La preghiera è di certo la prima certezza che aiuta un religioso nel suo cammino spirituale”. 

Cosa rappresentavano per lui i malati e gli emarginati? Lo sappiamo dalle sue stesse parole: “Cristo è lì tra gli ultimi, si identifica con loro. Continuamente vuole tenderti la mano affinché ognuno di noi possa accorgersi, come fece il buon Samaritano, del fratello trovato lungo il ciglio della strada, solo, abbandonato da tutti”.

Sia durante il Noviziato a Brescia, sia dopo a Cernusco sul Naviglio, fra Piergiorgio Romanelli fece esperienza in mezzo ai malati di mente. Questi malati sono problematici per tutti: la gente ne ha paura e li rifugge. Ma fra Romanelli si trovava perfettamente a suo agio in mezzo a questi bisognosi, che considerava i più vicini a Dio e sapeva essere oggetto di predilezione da parte di San Giovanni di Dio. Sognava ad occhi aperti la riforma psichiatrica e se fosse qui oggi, che nei nostri Istituti è molto avanzata, gli si riempirebbe il cuore di gioia.

Sia durante lo Scolasticato a Brescia, sia in seguito all’Ospedale San Giuseppe di Milano e all’Ospedale Sacra Famiglia di Erba, dove fece pratica di chirurgia e di pronto soccorso, fra Piergiorgio si ambientò con estrema facilità intessendo rapporti di amicizia con religiosi, medici e infermieri. Si ricorda di lui la delicatezza dei suoi rapporti con i malati: con il suo carattere aperto e gioviale sapeva infondere fiducia e serenità. Al momento giusto sapeva anche accendere la speranza della vita futura in Cristo vincitore della morte.

 

Fra Romanelli e l'attenzione alle nuove forme di povertà

Il frate-medico fu attivo su tutti i fronti della solidarietà: non solo quello sanitario. Insieme con i suoi compagni di Noviziato - fra Sergio Ceretti, fra Andrea Baronchelli e fra Angelo Sala - contribuì alla creazione dell’Asilo notturno, che dava riparo ai senza tetto sia italiani che stranieri.  

A Cernusco sul Naviglio nel 1991 nasce l’Associazione Amici di Lourdes, di ispirazione cristiana: tra il Gruppo ristretto dei promotori brilla la figura di fra Piergiorgio Romanelli. L’amore ai malati e l’amore alla Madonna portavano spontaneamente a Lourdes. Egli ebbe anche il merito di coinvolgere come assistente spirituale del Gruppo Amici di Lourdes il confratello Sacerdote Fra Valentino Bellagente, che a distanza di tanti anni, porta avanti ancora con entusiasmo il compito dell’animazione spirituale del Gruppo.

“La condivisione di esperienze di vita con disabili fisici e psichici e con chiunque si trovi in condizione di sofferenza”: sull'esempio di fra Romanelli i soci compiono ancora oggi un cammino spirituale di preghiera e di formazione permanente per essere sempre in grado di svolgere bene il compito di accompagnamento dei malati.

 

La missione in Africa di fra Romanelli: U.T.A Onlus

Fra Romanelli e Fra PriuliFra Piergiorgio Romanelli a partire dal secondo anno di Noviziato, andò ripetutamente a fare delle esperienze per due o tre mesi in Africa, dapprima ad Afagnan nel Togo e in seguito a Tanguiéta nel Benin. La prima esperienza è importante per il nuovo orientamento della sua vita: si trovò accanto a fra Fiorenzo Priuli, bravo medico chirurgo, ma anche bravo religioso missionario, entusiasta del lavoro che fa a favore dei malati africani.

La visione della miseria di questa povera gente e della necessità che qualcuno si prenda cura di loro, pena la morte, insieme con l’azione persuasiva di fra Fiorenzo lo determinò al cambiamento dell’indirizzo degli Studi universitari: invece di continuare a studiare Veterinaria si mise a studiare Medicina a Milano, conseguendo la Laurea il 3 ottobre 1986.

L’Africa per Fra Romanelli rappresentava la realizzazione di un sogno tenuto nel cassetto fin dalla sua infanzia. Finalmente poteva curare tanti malati e con la sua arte medica poteva farli guarire e tornare a sorridere alla vita: far camminare di nuovo tanti ragazzi paralizzati alle gambe in seguito alla poliomielite; salvare dalla morte certa tanti bambini denutriti; salvare la vita nei casi urgenti e nei parti difficili.

Gli si riempiva il cuore di gioia sapersi strumento di salvezza per tanti malati poveri, che, senza i Fatebenefratelli, difficilmente avrebbero potuto curarsi e salvare la propria vita. In Africa, come in tante nazioni povere o di medio sviluppo, non esiste infatti una rete di assistenza come in Italia e perciò la gente deve pagarsi tutto.

Eppure, nonostante l’entusiasmo e tante motivazioni derivanti dalla fede cristiana, egli sentì enormemente il distacco dalla sua famiglia, dai Confratelli e dai numerosi amici che si era creato nelle varie Case in cui aveva soggiornato. Ma la nostalgia viene superata subito, perché il lavoro è tanto e molto impegnativo: la sala operatoria con programmi sempre aumentati dalle urgenze, le visite ai malati nei reparti di degenza, l’ambulatorio con code interminabili. Ma, pur in mezzo a questo lavoro travolgente, trovava sempre qualche del tempo per i bambini della Pediatria, per stare un po’ con loro, ridendo e scherzando per farli stare allegri.

 

Fra Piergiorgio Romanelli vive nel tempo

La presenza di fra Romanelli come medico chirurgo a Tanguiéta procedeva molto bene: tutti erano contenti di lui per la sua laboriosità, la sua disponibilità, la sua premura e la sua giovialità. Così nel Capitolo della Delegazione generale del Togo e del Benin, nel mese di agosto 1995 fu eletto Priore della Casa di Tanguiéta. Era un Premio, ma anche un impegno nuovo. Ma vi durò molto poco, perché il 21 dicembre la sua giovane vita fu stroncata a soli 43 anni da un incidente stradale. Al momento non sembrava una cosa grave, ma subentrò poi una emorragia interna che lentamente, ma inesorabilmente, lo dissanguò fino a farlo morire.     

Fra Piergiorgio RomanelliI funerali furono fatti a Tanguiéta il giorno di Santo Stefano, con il concorso di una innumerevole folla piangente e parteciparono alla Santa Messa delle esequie anche tre Vescovi africani. La tomba per volere e del padre e dei fratelli è là a Tanguiéta nella sua terra e tra la sua gente, che tanto amava e dalla quale era tanto riamato. È là, vicino alla Chiesa, dietro la statua della Madonna, davanti alla quale si radunano i fedeli verso sera per la recita del Santo Rosario. A lui i confratelli di Tanguiéta hanno dedicato il “Centro nutrizionale”, dove senza sosta una trentina di mamme curano la ripresa fisica dei loro bambini salvati dalla morte di fame.

Siamo tutti convinti che fra Piergiorgio, per la scelta di vita che ha fatto e per il bene che ha operato tra la povera gente africana, sia stato subito accolto dal Padre celeste nel Regno della sua gloria tra gli angeli e i Santi.

“Non omnis moriar”, cioè “Non morirò del tutto”: fra Piergiorgio Romanelli vive nel tempo, perché tanti di noi si sforzano di continuare, con il suo stesso entusiasmo e con il suo stesso spirito di servizio, certe iniziative da lui volute o anche solo ispirate, a favore dei malati, specialmente quelli più poveri e bisognosi.

 

U.T.A Onlus e l'Ordine Fatebenefratelli: al servizio della solidarietà 

Fra Piergiorgio, come del resto tutti i Fatebenefratelli, siamo missionari: facciamo del bene alla popolazione e, come Gesù, lasciamo che le loro opere parlino da sole, affinché la gente possa riflettere sulla bontà del Signore. Abbiamo costruito  ospedali, curiamo i malati poveri col sostegno di benefattori, salviamo dalla morte tante vite umane, senza alcun proselitismo.

Grazie all'Associazione U.T.A. Onlus, ci impegniamo ogni giorno per sostenere concretamente gli Ospedali di Afagnan e di Tanguiéta in Africa, applicando i principi di accoglienza, di Ospitalità e di misericordia, così come trasmessi dall’Ordine Fatebenefratelli.  

Se vuoi contribuire con il tuo aiuto all'opera umanitaria in Africa di fra Fiorenzo Priuli, clicca l'immagine qui sotto e sostieni i nostri progetti!

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