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Presidio Ospedaliero B. V. della Consolata: il ruolo della motivazione nella dipendenza dall'alcol

È possibile vincere realmente la dipendenza dall’alcol? Alle porte di Torino esiste un centro di eccellenza che aiuta chi vuole sconfiggere l’alcolismo: si tratta del servizio di Riabilitazione da Alcool-farmaco dipendenze (Raf) del Presidio Ospedaliero B.V. della Consolata di San Maurizio Canavese. È l’unica struttura di qualità specificamente dedicata in Piemonte e una delle poche in Italia e a dirigerla è il Dott. Alessandro Jaretti Sodano.

 

L’incidenza dell’alcol in Italia: un problema che può colpire tutti

In Italia sono 8 milioni e 600mila consumatori di alcol a rischio, 68mila le persone alcol-dipendenti prese in carico dai servizi di cura: questi i numeri dell’ultima Relazione al Parlamento dell'Istituto Superiore di Sanità.

L’alcolismo è una malattia cronica e recidivante e rappresenta un problema trasversale, perché colpisce tutte le classi sociali e tutte le età.

Dato che la dipendenza dall’alcol è multifattoriale, è essenziale che il paziente si affidi ad un’équipe multidisciplinare, formata da psichiatri, internisti, psicologi, educatori, assistente sociale, infermieri e operatori sociosanitari. È su questo principio che si basa l’approccio globale dell’Unità Operativa Alcool-farmaco dipendenze del Presidio Fatebenefratelli di San Maurizio.

Ma come vengono presi in carico i pazienti e qual è il processo di cura? Scopriamolo insieme!

 

Un approccio globale per il trattamento delle alcol-dipendenze

Totale e integrato: questa è la logica di approccio su cui si basa il trattamento delle alcol-dipendenze nel nostro Presidio Ospedaliero. Vengono curati tutti gli aspetti patologici: fisici, psichici, relazionali, sociali. Si va sempre più affermando la necessità di interventi differenziati-combinati ed integrati.

L’Unità Operativa gestisce percorsi terapeutico-riabilitativi della durata indicativa di circa 28 giorni di degenza, offrendo un’organizzazione ospedaliera di tipo semi- residenziale.

Ogni anno vengono ricoverati mediamente 450 pazienti (29% donne e 71% uomini). Il programma riabilitativo è finalizzato a fornire al paziente strumenti personali e sociali che gli consentano, una volta dimesso, di affrontare i propri problemi, le situazioni di rischio e di ricaduta, nonché le proprie fragilità emotive. Lo scopo è di mantenersi sobrio e di vivere pienamente ed in salute la propria esistenza.

 

L’intervento riabilitativo: l’importanza della motivazione

Tutti possono iniziare questo percorso di cura? Purtroppo, no. Viene, infatti, fatta una rigorosa selezione prima del ricovero, ma l’elemento più importante per essere ammessi è molto semplice anche se non scontato: la motivazione.

Motivazione a uscire dal tunnel, gestibilità da parte del paziente e una rete familiare di sostegno: sono questi i requisiti chiave per essere ammessi al processo riabilitativo. Un aspetto fondamentale è quindi l’approccio motivazionale: è chiaro che con una buona motivazione il percorso è difficile; senza motivazione è impossibile.

Per questo durante la degenza vengono proposti gruppi motivazionali e colloqui psicoterapeutici mirati, oltre ad attività psicoeducative, informative e riabilitative. Nella nostra Unità operativa vengono proposti percorsi differenziati, sia per i pazienti che sono al primo ricovero, sia per i pazienti che ne hanno già portato a termine uno o più ricoveri. In questo modo l’esperienza precedente può diventare un punto di partenza ed evoluzione per l’esperienza reiterata: si evitano così percorsi standardizzati e ripetitivi.

 

Il percorso motivazionale per affrontare il momento della dimissione

Per mitigare il disagio e l’ansia legate alla dimissione, viene posto un accento marcato sugli aspetti strategici adatti a fronteggiare il mondo esterno. Al contrario, per chi si trova alla prima esperienza di ricovero, è fondamentale la presa di coscienza sulla dimensione cronica e recidivante della dipendenza. Ciò aiuta a stemperare la (possibile) eccessiva sicurezza al momento della dimissione e a riflettere sulla diffusa convinzione di poter ritornare ad una condizione di “bere sociale”.

Ai pazienti con più ricoveri il percorso motivazionale è più orientato al rafforzamento del senso di autoefficacia, minato dalle esperienze negative passate nonché sulla costruzione di una più solida coesione interna.

Parte fondamentale è il rinforzo di aspetti strategici per gestire il cosiddetto craving”, traducibile con fortissimo impulso e desiderio di bere. Alla fine del percorso, si cerca di far capire al paziente la necessità di un supporto ed un aiuto terapeutico sul territorio, al fine di aumentare l’aderenza terapeutica. A tal fine i pazienti vengono indirizzati ai Ser.D. (Servizi per le Tossicodipendenze), ai Centri Alcologici ed ai Gruppi di Auto Mutuo Aiuto (Anonima Alcolisti, Club Alcolisti in Trattamento).

Gli obiettivi che l’Unità Operativa del Presidio Ospedaliero B. V. Consolata di San Maurizio vuole perseguire con il paziente sono quindi il cambiamento dei comportamenti inadeguati, il miglioramento delle capacità relazionali, lavorative e sociali, per potersi inserire nel proprio ambiente socio-culturale, l’apprendimento di migliori stili di vita: in sintesi, ci impegniamo per il recupero della persona.

 

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