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Accogliere gli ultimi: la storia vocazionale di Fra Angelo Sala

"La nostra Chiamata avviene dentro la nostra storia di uomini, con le nostre fragilità e le nostre povertà": Fra Angelo Sala racconta la sua storia vocazionale, dalla scoperta in giovane età dell'Ordine dei Fatebenefratelli fino alla testimonianza di cura e accoglienza degli ultimi, sempre al centro della sua opera di Confratello. 

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La Vocazione, come profondo rapporto con Dio

La Vocazione è il progetto che Dio ha pensato per ognuno di noi e la possiamo scoprire unicamente in un profondo rapporto con il Signore: con la sua Chiamata ci dota anche di quelle qualità necessarie per realizzare la Missione alla quale ci sentiamo chiamati.

La Chiamata avviene nella nostra quotidianità e umanità. Non siamo delle persone di chissà quali doti o qualità particolari: siamo persone che lavorano come lavorano altri, che si divertono come altri, che si arrabbiano quando ci fanno arrabbiare. Insomma, siamo persone che portano con sé tutte le caratteristiche di un essere umano. La nostra Chiamata avviene dentro la nostra storia di uomini, con le nostre fragilità e le nostre povertà.

Se penso alla mia esperienza vocazionale, tutto è iniziato nel lontano 1979, quando ero un giovane ragazzo di sedici anni che dopo la scuola media si è messo a lavorare come garzone di un rivenditore di bombole a gas. Vivevo la vita giovanile come tutti i miei coetanei: mi piaceva uscire la domenica con gli amici, amavo il divertimento, amavo fare quello che i ragazzi di quell’età facevano, frequentavo l’oratorio ma non così assiduamente.

Poi ad un certo punto il mio atteggiamento è cambiato. Non domandatemi il perché: non so rispondervi. Mi appassionava tanto il mondo infermieristico: il curare i malati. E da lì mi sono prima iscritto alla scuola di Istituto tecnico per poter fare il biennio di scuole superiori richiesto, in quegli anni, per iscriversi alla scuola infermieri. Ma tutto questo non mi bastava: ero alla ricerca di un qualcosa di più del diventare un infermiere. Ma non capivo che cosa.



Fra Angelo Sala, l'esperienza vocazionale alla scoperta dei Fatebenefratelli

FBF -  ritratti (1 of 10)Un bel giorno, leggendo Famiglia Cristiana, mi sono imbattuto in un articolo di Angelo Montonati, noto giornalista, che in un suo servizio parlava dei Fatebenefratelli. E questo articolo ha cominciato ad incuriosirmi. L’ho letto più volte: da allora sono andato a conoscerli di persona. E senza sapere ne dove fossero, ne tanto meno chi fossero, ho preso il mio motorino e sono andato al Santuario delle Grazie a Monza, dove c’erano i frati francescani e confessandomi da uno dei Padri manifestai questo mio desiderio di conoscere questa Famiglia Religiosa.

E lui mi diede l’indirizzo di una loro comunità che si trovava a Cernusco sul Naviglio, dove i Fatebenefratelli avevano un Ospedale psichiatrico. Subito, lo stesso giorno sono andato a conoscerli: arrivato lì, mi hanno inviato dal Superiore della Casa, Fra Bernardo. Lui mi ha accolto con grande Ospitalità e ascoltandomi su ciò che io chiedevo, mi ha invitato a fare volontariato: ho colto subito l’invito e alla domenica, aggregandomi al gruppo dei volontari, ho iniziato a frequentare i frati ammirando quello che facevano con questi malati.

Ero felicissimo di questa esperienza che stavo facendo. Aiutato dal mio confessore, un Padre Cappuccino, iniziai a coltivare la preghiera e a stare con Cristo. Ed è in questo contesto, pregando, frequentando i sacramenti, svolgendo il mio servizio di volontariato che scoprii la mia Vocazione.

Iniziai poi un vero percorso di discernimento, durato un anno e più, dove andai a fare esperienza nel Noviziato a Brescia. Arrivò poi il momento dell’entrata in convento: il giorno della Festa del Sacro Cuore, nel Giugno 1981 accompagnato dai miei genitori e dai miei zii entrai in Convento a Brescia, iniziando il mio percorso formativo. Anni bellissimi dediti alla preghiera, al servizio ai malati, alla vita fraterna: a distanza di anni, ricordo sempre felicemente questi momenti ringraziando il Signore per il dono della Vocazione che ancora oggi coltivo.

Non nascondo che a volte ci sono momenti in cui il cammino è difficoltoso, pieno di ostacoli, ma questo fa parte della vita di ciascuno di noi: proprio perché Dio ci chiama nella nostra povertà e umanità e rendo sempre grazie a Lui per questo grande dono.



Un comune cammino formativo: il Noviziato Europeo

Il Noviziato è una tappa fondamentale in cui i novizi vivono l'esperienza di un incontro personale con Dio: discernono, chiariscono e approfondiscono la Chiamata del Signore per poter prendere liberamente e consapevolmente la loro decisione di seguire Cristo nell'Ordine Ospedaliero. È un tempo in cui si manifestano le loro qualità umane e spirituali e si verifica la loro intenzione e idoneità alla professione dei consigli religiosi.

L’Ordine ha voluto in questi anni fare un unico Noviziato a livello Europeo, in cui i noviziati delle varie Province potessero fare un cammino formativo assieme, dove l’unico ideale è l’adesione a Cristo e allo spirito di Giovanni di Dio. Il progetto formativo del Noviziato Europeo comprende tutti gli aspetti debitamente armonizzati, come l'apertura e la rottura con il passato, l'interiorità e la relazione con gli altri, la libertà e la responsabilità, la preghiera e il lavoro, lo studio, le attività pratiche e ricreative.

La creazione di un Noviziato Europeo è stata vista come un'opportunità per crescere in una visione più universale dell'Ordine. Si è riscontrato in questa riflessione che la prospettiva dell'Ordine in Europa risiede nella capacità di avanzare sempre più uniti, e in questo senso la formazione iniziale aiuterebbe ad aprire nuove strade verso il futuro della nostra Vita Religiosa.



La cura e l’assistenza agli ultimi: le opere e lo spirito dei Fatebenefratelli

Credo e sono convinto che la nostra testimonianza come Fatebenefratelli passa attraverso il nostro essere presenti, laddove c’è un bisogno e là dove c’è l’uomo con le sue esigenze e le sue difficoltà. Essere presenti vuol dire operare accanto agli ultimi in un servizio di dedizione e di apostolato che aiuti queste persone ad uscire dal loro stato di povertà.

Curare i malati, accogliere i poveri, gli ultimi dando loro tutto quello che hanno bisogno. Mi piace citare come esempio l’esperienza del Noviziato Europeo che vive questa dimensione di essere accanto agli ultimi.

I Novizi, assieme a tutta la Comunità svolgono il loro apostolato presso la Locanda San Giovanni di Dio, un centro di accoglienza per Senza Fissa Dimora, gestito dall’Asilo Notturno di Brescia: qui i frati lavorano con l’équipe di accoglienza della Struttura e con la Direzione dell’Opera nell’accudire i bisognosi.

Credo che in queste opere sociali e di accoglienza, quale può essere l’Asilo Notturno, che accoglie i Senza Tetto e i richiedenti Asilo, si manifesta fortemente lo spirito di San Giovanni di Dio. Qui il Confratello può svolgere tutti quei servizi che la persona necessita: accoglienza dell’Ospite, accompagnamento alle varie visite mediche, somministrazione dei pasti, distribuzione del vestiario, cura degli Ospiti con problemi sanitari e altro ancora.

Fra Angelo Sala

 

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