Dal 1572 il nostro Ordine Ospedaliero si pone come una famiglia religiosa che si dedica all’assistenza di chi soffre. Ogni giorno proponiamo con i nostri gesti la cultura dell’Ospitalità per essere la voce di chi non ha voce.
Abbiamo intervistato il Diacono Dario Gellera impegnato nel Servizio di Attenzione Spirituale e Religiosa presso il Centro Sant'Ambrogio a Cernusco sul Naviglio per approfondire il tema del volontariato.
Cosa significa essere un volontario e perché è importante per la società?
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"Non è facile rispondere a questa domanda poiché personalmente vedo nello svolgere una attività di volontariato delle opportunità e dei pericoli. Tra le opportunità che offre vi è quella di allargare i propri orizzonti di vita, approfondire il senso della vita stessa che si svolge nel concreto delle nostre giornate. Un'altra opportunità è quella di «mettersi in discussione» e cambiare concretamente stile di vita, magari non in tutti i suoi aspetti ma in qualcuno sì. Un'altra possibilità è quella di vivere, parte delle nostre giornate, a contatto con persone meno fortunate di noi e che hanno molto da insegnare su ciò che conta davvero e ciò che è superfluo." introduce il Diacono.
"Evangelicamente parlando, non dimentichiamolo, Gesù stesso si immedesima nei poveri e nei fragili. Entrando in relazione con chi vive delle fragilità si ha la possibilità di entrare in relazione con Gesù. Ovviamente quest'ultima parte vale per i credenti, il resto vale per tutti." aggiunge.
"Come ci sono opportunità nel fare volontariato, così ci sono anche dei pericoli. Il primo pericolo è che ci si fermi alla dimensione del fare senza mettersi in discussione. Anche il linguaggio non ci aiuta poiché usiamo l'espressione «fare il volontario» o «fare volontariato». Se ci si ferma a questa dimensione, e non si transita ad una dimensione più profonda, si corre il rischio, reale, di rendere la persona fragile funzionale al nostro essere volontario."
"Traduco con un esempio un po' esagerato ma che rende l'idea: siccome ho del tempo da impiegare e voglio avere qualche soddisfazione «faccio» del volontariato; quindi l'obiettivo finale non è il bene della persona a cui mi rivolgo ma è il mio bene. Oggi è imperativo «fare bene del bene», il che implica formazione, mettersi in discussione, mettersi al servizio, rinunciare a molte delle nostre idee pre-costituite e sapere anche quando smettere e farsi da parte." sottolinea il Diacono.
"Il volontariato è, potenzialmente, una risorsa enorme che può fare la differenza ed essere motore di cambiamento positivo. Allo stesso tempo rischia di essere un elemento potenzialmente dannoso. In conclusione bisognerebbe passare dal «fare volontariato» a «essere volontario» e lo stile che si impara nell'essere volontario poi lo si trasporta in ogni ambito di vita: sociale, politico, economico, spirituale e religioso." conclude.
"Credo che ci sia un po' di tutto. Il desiderio di condividere e offrire del tempo con chi ha bisogno o in situazioni (vedi anche volontariato ambientale e artistico) in cui il volontario si sente appagato e utile. Certamente per i volontari che si dedicano a persone in situazioni di bisogno c'è anche il desiderio che l'altra persona stia meglio, possa soffrire meno, vivere momenti di serenità." racconta il Diacono.
"Abbastanza presto il volontario si accorge che i suoi obiettivi di partenza, quelli immaginati prima di iniziare, devono essere ricompresi nel confronto/scontro con la realtà. Non sempre è possibile cambiare le situazioni e imparare ad accettare anche ciò che non ci piace ma che non possiamo cambiare è segno di «un buon volontariato»" conclude.
Il volontariato certamente aiuta a sviluppare abilità, carattere ed equilibrio nella vita. Il volontariato è anche un lavoro di squadra.
Qual è la vostra squadra oggi presso il Centro Sant'Ambrogio e quali sono le caratteristiche per entrare a farvi parte?
"Al momento al Centro Sant'Ambrogio opera una squadra ormai collaudata di volontari che prestano il loro prezioso servizio da molto tempo. Stiamo tentando di inserire nuovi volontari che si approcciano, forse per la prima volta, con il mondo della psichiatria." ci spiega il Diacono.
"Le caratteristiche per entrare a far parte della squadra sono:
"Infine, non ultimo, anche una certa «capacità professionale» dove con ciò si intende sia un metodo per apprendere nuove competenze e nuove capacità, sia mettere a disposizione competenze e capacità acquisite in altri ambiti. Ad esempio: una persona che è stata, o lo è ancora, artigiana ha delle competenze che può mettere a disposizione di molti Ospiti che desiderano apprendere. Insegnare delle abilità non può essere fatto allo stesso modo dell'ambiente di lavoro precedente, occorre imparare a farlo in un nuovo contesto." sottolinea il Diacono Gellera.
"Stiamo cercando persone che siano capaci in informatica, fotografia, musica, sport, scrittura creativa, sartoria, falegnameria, giardinaggio. E non solo: anche disponibili a passare del tempo chiacchierando e passeggiando, senza obiettivi particolari se non stare insieme" conclude.
Quali momenti o storie significative ha nell'esperienza di volontariato al servizio dei pazienti psichiatrici?
"Un'esperienza, forse quella più significativa che riassume in sé tutte le altre, è quella vissuta personalmente insieme a un volontario durante una vacanza con persone con patologie psichiatriche. Durante una pausa di riposo in piscina il Sig. G. si avvicina e ci dice «Grazie». «Di cosa?» rispondiamo noi quasi all'unisono. «Che non ci trattate da poverini!»
Vuoi diventare volontario? Contatta il Diacono Gellera a questa mail:
dgellera@fatebenefratelli.eu
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