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La vita dei Santi e dei Beati che ispirano l'Ordine Fatebenefratelli

"I Santi, che spesso agli occhi del mondo contano poco, in realtà sono quelli che lo sostengono, non con le armi del denaro e del potere, ma con le armi della preghierain questo modo Papa Francesco ha deciso di onorare i Santi nella Giornata di Santificazione del 2021. 

In occasione della Giornata di Ognissanti del 2022, ripercorriamo insieme la Vita di alcune Personalità che hanno fatto la storia e che costituiscono esempi cardine per l'Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli.

Beato Manuel Iimémez Salado: dalla vocazione al martirio

Beato Manuel Iimémez SaladoNato il 29 ottobre del 1907 a Jerez de la Frontera in Spagna, Beato Manuel Iimémez Salado è il sesto di otto figli. Da sempre attratto dall’esempio dei Fratelli di San Giovanni di Dio del Sanatorio di Santa Rosalía, attualmente Ospedale di San Giovanni Grande, il giovane intraprende la vocazione ospedaliera entrando come postulante a Ciempozuelos nel 1930.

Sebbene, dopo un breve periodo, fece ritorno a casa, alcuni anni dopo, grazie a una maggiore maturità intellettuale e religiosa, chiese di essere riammesso nell’Ordine entrando nell’Ospedale di San Boi de Llobregat a Barcellona. Proprio lì prese l’abito il 7 dicembre 1935.

 

Nel marzo del 1936 si trasferì a Calafell per proseguire la sua formazione sotto la guida del maestro Beato Braulio María Corres. Il 23 luglio 1936 accadde però un avvenimento chiave: entrano nella Struttura i miliziani con lo scopo di perseguitare tutti i religiosi

Fra Manuel tentò cosi la fuga per salvarsi la vita, ma invano. Nonostante l'offerta dei miliziani di rimanere in Ospedale con un gruppo di Confratelli per curare i bambini, aiutato dal Padre Maestro,  accettò serenamente il destino del martirio. Aveva solo 29 anni.

 

Fra Adrián De Cerro: la semplicità della Carità

 

Fra Adrián De CerroNato nel 1923 a Retamoso de la Jara a Toledo, in Spagna, si unisce nel noviziato dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio a Ciempozuelos nel 1950. Qui ricevette l'emissione della professione temporanea nel 1952 e quella solenne nel 1955. 

Vestito con il suo abito nero, la sua semplice borsa e il suo inseparabile berretto, tutti i giorni era solito percorre ogni angolo di Jerez in cerca di aiuto per i più svantaggiati. Grande supporto diede anche per il sostentamento del Sanatorio di Santa Rosalia, ora Ospedale di San Giovanni Grande.

La Vita di Fra Adrián, riconosciuto un “piccolo” gigante di Carità, vero figlio di San Giovanni di Dio, potrebbe essere riassunta nei valori fondamentali che animano l’Ordine dei Fatebenefratelli: Ospitalità, Responsabilità, Rispetto, Spiritualità e Qualità.

Vissuta nella quotidiana semplicità, ma con profondo spirito cristiano di vera Ospitalità, si è reso popolare tra la gente come fratello e padre di tutti. Era convinto che “fare il bene” non solo facesse bene a chi lo fa, ma seminasse anche bontà e bellezza.

Il suo mantra era: “Se stai seminando e non sai cosa raccoglierai, ti sembra che stai seminando poco, ma Dio non si accontenta di darti poco, prende il poco per darti molto”. 

 

San Benedetto Menni: la rifondazione dell'Ordine in Spagna

 

San Benedetto MenniNato a Milano l’11 marzo 1841, da subito gli orrori della Guerra e l’esempio dei Fatebenefratelli suscitarono in lui la vocazione ospedaliera.

Così, il 1° maggio 1860 Angelo Ercole Menni decise di entrare nel noviziato dell’Ospedale di Santa Maria d’Aracoeli a Milano cambiando il suo nome in Benedetto. Dopo tre anni, si sentì pronto per emettere la professione solenne.

Nel 1867 ricevette la benedizione di Pio IX e venne inviato in Spagna con lo scopo di rifondare l’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio.

Una Vita caratterizzata da incarichi importanti e prestigiosi all’interno dell’Ordine: Papa San Pio X, nel 1911, lo nominò Superiore Generale dei Fatebenefratelli. Nonostante ciò, in questo periodo di Generalato ebbe a soffrire a causa di incomprensioni e calunnie che lo portarono alle dimissioni.

Lui stesso scrisse in una lettera: “al di fuori di questo amore (Gesù), la terra è un esilio, una desolazione, una prigione; mentre questo amore trasforma i dolori, le sofferenze, le croci, i disprezzi, la prigionia in sommo bene”.

A seguito della sua morte a Dinan la mattina del 24 aprile 1914, il 21 novembre 1999 venne canonizzato da San Giovanni Paolo II.

 

San Riccardo Pampuri: la vocazione medica e il servizio in guerra

Nato a Trivolzio, in provincia di Pavia, il 2 agosto 1897, Erminio era il decimo di undici figli. Rimasto orfano di madre all’età di tre anni, venne dato in affidamento agli zii materni e in seguito avviato agli studi nel collegio Sant’Agostino di Pavia. Fin dalla giovane età fu aperto agli ideali cristiani della carità, della santità e dell’apostolato.

Nel 1917 venne arruolato nel Corpo di Sanità Militare nella Guerra contro l’Austria-Ungheria. Si tratta di anni impegnativi per Erminio: in quegli ospedali di sanità o da campo prestò un generoso e amorevole servizio come aiutante medico, donando a tutti i ricoverati parole fraterne di conforto e di fede. Il suo motto era: “vedere Gesù sofferente nei malati”.

Un suo Compagno, arruolato nell’ottantesima sezione di sanità della terza armata, in una deposizione per la Causa di Canonizzazione di Fra Riccardo, scrisse: "Ebbe grande carità verso i soldati infermi e particolarmente verso i più gravi. Era pronto a confortarli nei loro mali e specialmente nel far ricevere loro i sacramentiSi compiaceva di radunare i semplici soldati per fare loro un po’ di morale e la sua parola convincente era sempre tenuta in grande considerazione”.

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Fra Riccardo ebbe da sempre una concezione alta dell’arte medica: nel 1927 ne fece una missione di Carità entrando a far parte dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio. Si consacrò al Signore il 24 ottobre 1928 con i voti religiosi di povertà, castità, obbedienza e Ospitalità.

Il giovane religioso, destinato all’Ospedale Sant’Orsola di Brescia, riprese poi il suo servizio di “medico dei corpi e delle anime” con turni massacranti. Decise di destinare le sue energie tra le corsie e nell’ambulatorio dentistico per il sollievo del Prossimo bisognoso di aiuto fisico e spirituale.

Non ancora trentatreenne, prostrato da una forte broncopolmonite, morì serenamente nel convento-ospedale San Giuseppe dei Fatebenefratelli di Milano il 1° maggio 1930, tenendo tra le mani un crocifisso donatogli dalla sorella suor Longina

Erminio Pampuri ebbe un vita breve ma vissuta con intensità e profondità: raggiunse la vetta della Santità nella vita quotidiana vivendo con fede e fiducia nella Provvidenza tutto ciò che la vita gli presentava.

San Giovanni Paolo II, di lui ha affermato: "È una figura straordinaria vicina a noi nel tempo, ma più ancora ai nostri problemi ed alla nostra sensibilità. La sua vita breve, ma intensa, è uno sprone per tutto il popolo di Dio, ma specialmente per i giovani, per i medici, per i religiosi".

 

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