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Biomarcatori di precisione: un nuovo approccio per la diagnosi delle demenze

Venerdì 11 ottobre, presso il Centro Paolo VI di Brescia, si terrà un evento scientifico di grande importanza per il settore delle malattie neurodegenerative. Organizzato dall’IRCCS Fatebenefratelli, questo convegno offrirà l'opportunità di approfondire l’uso clinico dei biomarcatori di precisione nei disturbi neurocognitivi, grazie alla partecipazione dei principali esperti nazionali del settore.

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Un nuovo paradigma diagnostico: il paziente al centro

Le nuove raccomandazioni europee, recentemente pubblicate sulla prestigiosa rivista The Lancet Neurology, rappresentano una svolta nel modo in cui vengono affrontate le diagnosi dei disturbi neurocognitivi.

A differenza delle linee guida precedenti, che si concentravano su tecniche diagnostiche specifiche come la PET o la risonanza magnetica, queste raccomandazioni mettono al centro il paziente e il suo profilo fenotipico. Questo approccio permette ai clinici di scegliere i biomarcatori più adeguati per ogni paziente, rendendo le diagnosi più precise e tempestive.

Come spiega il professor Giovanni Battista Frisoni (Università di Ginevra), tra i principali promotori di queste nuove linee guida, “abbiamo avuto un deciso avanzamento, in quanto le raccomandazioni precedenti erano centrate sulla tecnica diagnostica o sulla malattia, mentre queste considerano il paziente al centro del processo diagnostico.

 

Biomarcatori ematici: il futuro della diagnosi

Una delle principali innovazioni in arrivo nel campo diagnostico riguarda l’uso dei biomarcatori ematici, che potrebbero diventare strumenti essenziali per diagnosticare precocemente malattie come l’Alzheimer.

Al momento, questi marcatori sono utilizzati solo a scopo di ricerca, ma il potenziale di questa tecnica è enorme. La dottoressa Roberta Ghidoni, Direttrice Scientifica dell’IRCCS Fatebenefratelli, sottolinea come il centro sia in prima linea nello studio di questi marcatori: “stiamo lavorando per comprendere meglio le alterazioni che si manifestano nei biomarcatori in relazione ai deficit cognitivi.

 

Il convegno: esperti nazionali a confronto

Il convegno di Brescia, intitolato “Raccomandazioni europee per l'uso dei biomarcatori nel processo diagnostico dei disturbi neurocognitivi allo stadio MCI”, sarà suddiviso in due sezioni: una teorica e una pratica.

Nella prima parte, gli esperti come Federica Agosta (Università Vita-Salute San Raffaele), Barbara Borroni (Università degli Studi di Brescia), Stefano Cappa (Istituto Universitario di Studi Avanzati - IUSS), e Silvia Morbelli (Università degli Studi di Torino), discuteranno le raccomandazioni per l’utilizzo dei biomarcatori in diverse patologie, come l’Alzheimer e le demenze frontotemporali.

La seconda parte sarà dedicata a una sessione pratica, dove i dottori Matteo Cotta Ramusino (IRCCS Fondazione Mondino di Pavia), Federico Massa (Università di Genova) e Stefania Orini (IRCCS Fatebenefratelli di Brescia) presenteranno casi clinici reali per illustrare l’applicazione delle raccomandazioni in contesti pratici.

Scopri il programma del convegno, consulta la locandina!

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Innovazione e impatto sul Servizio Sanitario

Le nuove raccomandazioni potrebbero rivoluzionare il processo diagnostico dei disturbi neurocognitivi. Grazie all’approccio basato sui profili fenotipici dei pazienti, si prevede che l’utilizzo di biomarcatori più mirati possa ridurre fino al 70% degli esami strumentali non necessari, migliorando l’efficienza e abbattendo i costi per il Servizio Sanitario Nazionale.

Questo approccio consentirà diagnosi più tempestive e accurate, fondamentali per migliorare la qualità di vita dei pazienti e ridurre il peso economico sulle famiglie e sul sistema sanitario.

 

Il convegno di Brescia rappresenta un’occasione imperdibile per i professionisti del settore sanitario per aggiornarsi sugli ultimi sviluppi nella diagnosi delle demenze. Grazie alle nuove raccomandazioni europee e all’impegno dell’IRCCS Fatebenefratelli nella ricerca e nello sviluppo di biomarcatori ematici, il futuro della diagnosi e della gestione delle malattie neurodegenerative sembra sempre più orientato verso un approccio personalizzato e mirato.

 

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