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La notte della speranza: un augurio di Buon Natale da fra Massimo Villa

“Un popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce” (Is 9,1)

Questo passo del Profeta Isaia verrà proclamato nella Notte di Natale ed è una delle espressioni più belle che ha sempre toccato il mio cuore pensando al Natale. C’è una tenebra nel mondo che sempre lungo i secoli ha accompagnato la storia dell’umanità, una tenebra che spesso copre la mia e nostra esistenza, una tenebra che “Qualcuno” da sempre vuole illuminare.

“Il popolo che camminava nelle tenebre, vide una grande luce”. È la risposta di Dio alle nostre paure. In fondo al tunnel c’è un Bambino. Nulla di più fragile di un bambino. Anche un bambino, infatti, può essere offeso, violentato, emarginato. Il profeta, però, ci avverte che questo “bambino” è principe della pace e ci rassicura che egli viene a consolidare e rafforzare il diritto e la giustizia. Questa, allora, è la notte della speranza, è il Natale della Vita Luminosa per sempre. Questa è notte in cui davanti ai presepi, più che le nostre luci, dobbiamo accendere la speranza. Almeno il desiderio della speranza. La nostra preghiera dinanzi al presepio potrebbe essere questa: “Vieni Signore Gesù, a tutti i costi vieni, non tardare. Non ti permettere tu degli indugi. Sbrigati, dunque, vieni e vinci; vinci stoltezze e ripugnanze, traccheggiamenti e viltà. Una sola cosa è necessaria che nasca in noi, come nascesti nella storia, come nasci sull’altare. Il tuo Natale sia in noi, o Gesù, e questo è tutto” (preghiera di don Giuseppe De Luca).

La notte di Natale è la notte in cui “il Signore ha visitato e redento il suo popolo”. “Per le sue viscere di misericordia Egli ci ha visitato, come un sole che sorge” (cfr Lc 1, 68.78). La “visita” di Dio punteggia interamente la nostra storia e ne fa una storia della salvezza. La Bibbia ci narra questa storia e ci racconta tutta una serie di “visite” del Signore. Sono incontri che Egli realizza, esponendosi anche al rischio del rifiuto e dell’insuccesso. La liturgia della Parola, nei giorni di Natale, ci farà riascoltare quella pagina del vangelo secondo Giovanni che dice: “Veniva nel mondo la luce vera ... Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto” (1, 9. 11). È una lunga successione di visite, che ha avuto nella nascita e nella vita di Gesù il suo momento più alto. Il Signore, però, ci fa sempre la sua visita. “Ecco che sto alla porta e busso” (Ap 3, 20). È una lunga successione di visite che il Signore non smette mai di fare nella nostra storia personale.

In questi mesi che mi hanno impegnato nella “Visita Canonica Provinciale” ho potuto sperimentare di persona che “il Signore ha visitato e redento il mondo” e continua farlo anche attraverso di noi.

Ho potuto stare nei nostri centri assistenziali, dove vengono accolti anziani curati e “animati” perché possano vivere con fierezza la loro età, centri di riabilitazione psichiatrica nei quali uomini e donne segnate dalla malattia mentale e dal buio dell’emarginazione trovano cure e attenzione che ridonano loro quella “dignità” che fa risplendere l’immagine e somiglianza che il Creatore ha messo in ogni uomo e che nel Natale viene a “rinfrescare”.

C’è ancora, nei nostri centri assistenziali “un popolo che cammina nelle tenebre della malattia e della povertà”. Eppure ho potuto vedere con i miei occhi, e ascoltare con il cuore, che per molti dei nostri ospiti ammalati c’è la possibilità “di vedere la luce che rifulge” attraverso gesti professionali di assistenza competente e scientificamente provata, che lo Spirito di San Giovanni di Dio trasforma in luoghi dove la malattia viene curata e la persona accolta.

“Una luce rifulge” e fa essere Natale ogni giorno, nei nostri Centri dove, non solo si cura e accoglie, ma uomini consacrati al Signore nell’Ospitalità pregano e vivono accanto ai malati e ai collaboratori, perché non si spenga mai la luce dell’Ospitalità.

Il Natale è la festa dell’Ospitalità, dove il mondo, quasi senza saperlo, ospita Dio in quel Bambino di Betlemme e cosi “avviene il miracolo”: Dio in quel Bambino e in quella “povera stalla” scende dal cielo per “Ospitare ogni Uomo e ogni Donna,” per dire e dirci che “siamo preziosi ai suoi occhi” anche quando la nostra vita è coperta dalle tenebre.

Buon Natale a tutti voi, Confratelli, Collaboratori e Ospiti accolti e curati nelle nostre strutture. Buon Natale a quanti ci leggono e ci incontrano sui social, Buon Natale nell’Ospitalità: ancora in questo 2019, Dio si fa Bambino e ci chiede di accoglierlo nelle “fragilità” che incontriamo ogni giorno. Auguri!

Fra Massimo Villa
Superiore Provinciale

Ci dedichiamo per missione ai malati e ai bisognosi coniugando l’attenzione al corpo e allo spirito nel rispetto della persona e della sua individualità.
Attraverso la promozione delle opere portiamo il Vangelo nel mondo della sofferenza e del dolore affiancando il paziente come professionisti della salute.

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