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“Pace in terra agli uomini che Egli ama": gli Auguri del Superiore Generale

20 dicembre 2022

Roma, 8 dicembre 2022 Prot. n. PG064/2022

“Pace in terra agli uomini che Egli ama” (Luca 2,14)

A TUTTI I MEMBRI DELLA FAMIGLIA OSPEDALIERA DI SAN GIOVANNI DI DIO

 

Cari Confratelli, Collaboratori, Volontari e Amici,

ci avviciniamo al Natale. Nell’occasione desidero inviarvi i miei saluti, con l'augurio che la nascita del Signore riempia di gioia i nostri cuori, e che, mai come quest'anno, riempia di pace la vita di ciascuno di voi e delle vostre famiglie, e soprattutto la vita del nostro mondo, minacciato e dilaniato da emarginazione, violenza e guerre che purtroppo non accennano a cessare.

Ecco le parole con cui gli angeli annunciavano la venuta del Salvatore ai pastori nella notte di Natale: Gloria a Dio nell’alto dei Cieli e Pace in terra agli uomini che Egli ama... oggi vi è nato il Salvatore” (cfr. Luca 2, 11.14). Dio non ci abbandona nei tempi attuali di conflitti e guerre che stiamo vivendo nel nostro mondo. Si incarna, diventa uno di noi per essere portatore di Vita e costruttore di Pace, per stare con le vittime dei conflitti, soffrendo e morendo con loro, ma con la speranza che la Pace e la Vita prendano il posto della guerra e della morte.

Lo fa nascendo povero, abbassandosi, ponendosi al livello degli ultimi, per proclamare la dignità di tutte le persone, soprattutto dei più deboli. È il più grande gesto di ospitalità che si possa immaginare.

Dio si fa uomo dal basso, assumendo la nostra condizione, nascendo in una mangiatoia perché non c'era posto nella locanda, come il più povero dei poveri. Dio si umanizza nel Figlio e ci dichiara tutti suoi figli, per i quali è pronto a dare tutto, anche la propria vita, come poi ha fatto. È questa ospitalità incarnata che garantisce la Vita e la Pace, di cui abbiamo tanto bisogno. Gloria al Bambino che nasce povero in una mangiatoia, Gloria a Dio che ci porta la Pace!

Ospitalità e Pace formano un tutt’uno, sempre. Ricordiamocelo soprattutto in questo Natale. In questo momento, ma direi sempre, è giusto che nella nostra preghiera e nel nostro impegno personale, comunitario e familiare, e di tutta la Famiglia Ospedaliera di San Giovanni di Dio, teniamo presenti tutti coloro che sono malati, poveri e che soffrono di qualsiasi tipo di emarginazione, in particolare coloro che incontriamo e assistiamo ogni giorno nei Centri e nei Servizi dell'Ordine.

Per loro è nato il Signore, a loro è rivolto lo sguardo di questo neonato che trasmette gioia, tenerezza, amore, vita e una compagnia che non ci abbandonerà mai, perché Dio crede in noi al di là di tutte le fragilità. È come la nuova vita che i neonati spesso donano ai nonni, con il loro sorriso e la loro vitalità!

In questi tempi in cui conflitti armati, terrorismo e ambienti aggressivi di vario genere aumentano, vorrei ricordare in modo particolare la presenza della nostra Famiglia di San Giovanni di Dio in alcuni luoghi, dove si promuove la Pace attraverso l'Ospitalità. Come sapete, in Africa ci sono tre situazioni difficili in cui i nostri Centri sono vicini o nel mezzo di un conflitto: a Batibo (Camerun) abbiamo una situazione critica che dura oramai da anni nel sud-est del Paese, al confine con la Nigeria.

I nostri Confratelli e collaboratori continuano a essere presenti sul posto in modo esemplare, offrendo assistenza sanitaria e sociale alla popolazione, anche a rischio della propria vita. Attacchi di gruppi jihadisti si verificano, invece, nel sud del Burkina Faso, al confine con il Benin, dove l'Ordine ha due Centri, uno a Tanguiéta e l'altro a Porga, che sta attraversando momenti molto preoccupanti. Lo stesso sta accadendo nel nord del Mozambico, dove da qualche tempo gruppi jihadisti compiono attentati e si sono infiltrati nella provincia di Nampula, dove l'Ordine ha una comunità.

Oltre a quanto detto per l’Africa, a febbraio sarà un anno che la Russia ha invaso l'Ucraina, con tutte le morti e le distruzioni che sta causando, e nessuno ad oggi può dire quando e come questa guerra finirà. Come sicuramente sapete, l'Ordine ha una comunità religiosa a Drohobycz, nella parte occidentale del paese. Fin dal primo giorno, i nostri Confratelli hanno deciso di rimanere a fianco della gente del luogo, aiutando con ciò che hanno e che possiamo inviare in loro aiuto attraverso le varie campagne che abbiamo organizzato, ma il più grande aiuto è soprattutto la loro stessa presenza.

Sono quattro presenze dell'Ordine dove conflitti e guerre riempiono di sofferenza la vita delle persone. Sono quattro presenze che ci offrono una testimonianza viva dell'Ospitalità evangelica di San Giovanni di Dio. Accompagnando e offrendo assistenza sanitaria, sociale e spirituale alle popolazioni colpite, queste presenze sono un segno vivo e concreto di impegno per la Pace che il Bambino di Betlemme ci porta a Natale. Per questo vorrei ringraziare tutti i nostri Confratelli, Collaboratori e Volontari che formano queste presenze, per il loro impegno esemplare, a rischio della loro vita.

È questo che fa crescere la Famiglia di San Giovanni di Dio che, 450 anni dopo essere stata approvata con la Bolla Licet ex debito, continua a emozionarci con questi esempi di Ospitalità e Pace, espressioni del Natale 2022.

Che la Pace arrivi quest'anno in questi luoghi e in tutti i luoghi del mondo! Ogni gesto di Ospitalità e di Pace che compiamo è un riflesso del Natale, della presenza del Bambino Gesù nel mondo!

Auguro a tutti voi, Confratelli, Collaboratori, Volontari e amici dell'Ordine, alle persone assistite nei nostri Centri e alle loro famiglie, così come alle vostre famiglie, un buon Natale e un felice anno nuovo 2023. A coloro che saranno in servizio in quei giorni, soprattutto il giorno di Natale, va il mio sincero ringraziamento e riconoscimento a nome di tutto l'Ordine.

A nome mio e di tutta la Famiglia Ospedaliera di San Giovanni di Dio della Curia Generalizia, Confratelli e Collaboratori, auguro a tutti voi un Buon Natale pieno di gioia. Che la Pace regni nei nostri cuori!

 

 

firma

Fra Jesús Etayo
Priore Generale

 

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