Roma, 8 dicembre 2023 Prot. n. PG060/2023
"C'è speranza! Il Signore sostiene l'universo”
(cfr. Lettera agli Ebrei 1,3)
Cari confratelli, collaboratori, volontari, amici e assistiti nei centri dell’Ordine,
con più forza che mai vi invio i miei auguri di Natale con i migliori auspici di salute e pace per tutti. Quest'anno desidero accompagnare i miei auguri con un forte richiamo alla Speranza, che si fonda sulla decisione di Dio di farsi uomo per donare la vita a tutti, a incominciare dai più deboli e vulnerabili. In questo senso: auguri vivissimi a tutti!
La Parola di Dio nella solennità della Natività del Signore è molto ricca. Vorrei sottolineare in particolare un'espressione della Lettera agli Ebrei che ascoltiamo nella Messa della domenica di Natale: "Ora, in questi giorni, Dio... ha parlato a noi per mezzo del Figlio... Egli sostiene l'universo con la sua parola potente" (Eb 1,1.3). È una parola che ci riempie di speranza in mezzo al mondo in cui ci tocca vivere oggi; è forse l'unica speranza, certamente la più credibile e la più sicura.
Il grido di Natale per il mondo di quest'anno è che c'è speranza nonostante ciò che vediamo e viviamo. Non è questo il momento di soffermarsi sulle sofferenze, le guerre e i crescenti conflitti che ci assediano provocando tanto dolore e tante vittime. Sono quasi sempre frutto dell'egoismo umano, dell'ingiusta ambizione di potere e di ricchezza, ovvero, dell'autoproclamazione di alcuni come "signori degli altri" e delle risorse della terra.
È il disprezzo degli altri per raggiungere fini ingannevoli e ingiusti, soprattutto quando vengono cercati con la forza... Quante vittime e quanto dolore! Negli ultimi anni e negli ultimi mesi abbiamo assistito a una crescita costante di questa evoluzione tragica. Non riusciamo a imparare dal passato, anche se conosciamo le lezioni che la storia ci ha insegnato, continuiamo a ripetere gli stessi errori nella cosiddetta era digitale, dell'innovazione e della conoscenza, conoscenza che evidentemente non abbiamo mai acquisito fino in fondo.
In questo contesto è difficile parlare di speranza, e lo è certamente in modo particolare per coloro che sono direttamente colpiti da queste tragedie.
Tuttavia, c'è. C’è speranza. Dire Natale è dire speranza.
Non si tratta di alleanze firmate tra uomini, che vengono facilmente disattese dalle nostre ambizioni. Si tratta della grande alleanza che Dio ha deciso di stringere con l’umanità. È l'alleanza più vantaggiosa che esista, perché è Dio stesso che si impegna, qualsiasi cosa accada, qualsiasi cosa succeda, a sostenere l'universo e tutti gli esseri umani al suo interno. Lo fa incarnandosi, facendosi uomo in un bambino, Gesù, nascendo in una mangiatoia, manifestando così la sua decisione di farsi povero con i poveri, che sono i suoi prediletti.
I suoi sono tutti gesti e figure molto semplici e fragili di fronte a poteri e ambizioni distruttive, come quelle che Gesù ha incontrato nel suo tempo. Ma è la Parola ed è l'impegno più solido e potente, che non si spezzerà mai, che non si esaurirà mai, anzi, che continuerà senza sosta finché non trionferanno l'amore, il perdono e la riconciliazione, la giustizia e la vera libertà.
Con la nascita del Bambino Gesù a Betlemme, nasce l'unica vera speranza per il mondo e per tutti i suoi abitanti. Per questo, Natale è un tempo da celebrare, un tempo di gioia e di festa, anche a dispetto di ciò che stiamo vivendo oggi nel mondo. È un tempo da celebrare per tutti, anche per i malati e le persone sole. La venuta di Gesù è un canto di speranza per tutti, nessuno escluso.
È vero che nel mondo di oggi a fare più rumore è ciò che distrugge, ma dobbiamo anche riconoscere i tanti gesti, segni e azioni che ci parlano già della presenza di questa speranza, che anticipano o ci ricordano la permanenza del Natale, al di là della nostra epoca che sembra essere sempre più preda dei nuovi mercanti dei nuovi templi del business e dell'inganno: i gesti di perdono e di amore vero di una madre e di un padre verso i figli, la decisione di tanti giovani di andare in luoghi remoti per aiutare persone in situazioni di povertà, le tante persone che silenziosamente aiutano gli altri, a volte con piccoli gesti, a volte con grandi gesti. Pensiamo ai tanti missionari, religiosi, sacerdoti e laici che lavorano come piccole formiche per la pace, l'educazione, la salute e l'assistenza a favore dei bisognosi e dei poveri...
Lo stesso si può dire dei tanti gesti di Ospitalità che confratelli, collaboratori e volontari dell'Ordine compiono ogni giorno in ogni parte del mondo curando, guarendo, accompagnando e dando il meglio di sé. Quanti esempi potremmo fare! Ricordo ancora una volta le nostre case in luoghi vicini o in mezzo ai conflitti, dove i nostri confratelli, collaboratori, volontari non temono di rischiare la propria vita. Lì, in tutti i gesti che realizzano rinnovando l'amore di Dio, lì è sempre Natale e da lì, con semplicità, gridiamo con forza che, nonostante tutto, c'è speranza per il nostro mondo!
A nome mio e di tutti i confratelli e i collaboratori della Curia Generalizia, auguro a tutta la Famiglia di San Giovanni di Dio e a tutte le persone assistite nei nostri Centri e alle loro famiglie un Buon Natale e Felice Anno 2024! Sarà l’anno in cui celebreremo il Capitolo Generale, per cui chiedo a tutti voi di ricordare questa intenzione nelle vostre preghiere fin dall'inizio del nuovo anno.
A tutti i confratelli e i collaboratori che saranno di servizio nei nostri centri in questi giorni festivi, soprattutto il giorno di Natale, va il mio sincero ringraziamento e apprezzamento. In questi giorni voi sarete il volto tangibile dell'ospitalità di San Giovanni di Dio e della Speranza salda e sicura che la nascita del Figlio di Dio porta nel nostro mondo.

Fra Jesús Etayo
Superiore Generale
Ci dedichiamo per missione ai malati e ai bisognosi coniugando l’attenzione al corpo e allo spirito nel rispetto della persona e della sua individualità.
Attraverso la promozione delle opere portiamo il Vangelo nel mondo della sofferenza e del dolore affiancando il paziente come professionisti della salute.
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