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Ospedale Sacra Famiglia di Erba: come ci stiamo preparando per la seconda fase dell'epidemia

Una rivoluzione necessaria: pronto a rispondere ai critici e rapidi cambiamenti in atto, l'Ospedale Sacra Famiglia di Erba si avvia verso un modello organizzativo senza precedenti per assicurare assistenza e cure adeguate a tutti i suoi pazienti. 

Le modifiche in corso richiedono, tuttavia, ulteriori risorse in campo, che con l'avanzare dei contagi risultano essere sempre più limitate. 

 

Coronavirus, la riorganizzazione della Struttura di Erba

A seguito dell'epidemia di Coronavirus tuttora in corso nel nostro Paese, sempre più Strutture ospedaliere della regione Lombardia e di altre aree interessate da un alto numero di contagi sono state impegnate in una completa riorganizzazione. Questa trasformazione ha interessato sale operatorie, terapie intensive, saloni di pronto soccorso, che sono stati necessariamente convertiti in risposta alla presente emergenza. 
 
Come già riportato nel precedente comunicato, per fornire una pronta ed adeguata assistenza ai pazienti affetti da Covid-19 e non, l'Ospedale Sacra Famiglia di Erba ha modificato in tempi record la propria organizzazione interna sia dei diversi reparti ospedalieri sia delle attività lavorative dell'équipe sanitaria: la nuova mappa della Struttura ha previsto, infatti, la suddivisione in due palazzine distinte e l'istituzione di un vero e proprio reparto dedicato ai contagiati, purtroppo ancora in aumento. 
 
In risposta alla forte criticità che stiamo vivendo ancora oggi, l'Ospedale si prepara verso un nuovo modello per ottimizzare l'intera rete organizzativa: l'obiettivo ultimo è non solo quello di difendersi nel modo migliore dall'infezione in corso, ma anche di fornire cure ai pazienti non affetti da Coronavirus, assicurando quindi un'assistenza integrata e completa
 

 

Ospedale Sacra Famiglia di Erba: i cambiamenti in atto

Direttore Sanitario Pierpaolo Maggioni

Oggi presso l’Ospedale Sacra Famiglia di Erba sono ricoverati 73 pazienti affetti da Covid-19, 7 in terapia intensiva, dove ci sono anche dieci 10 ricoverati per altre patologie e negativi al virus e i posti liberi sono ormai esauriti:

«Già adesso, chi arriva da noi - spiega il Direttore Sanitario Pierpaolo Maggioni - segue un percorso separato secondo l’esito del tampone e stiamo organizzandoci per perfezionare ulteriormente questa segregazione e rendere possibile la ripresa della normale attività chirurgica in condizioni di sicurezza. Guardiamo già al dopo emergenza». 

La trasformazione in ospedale Covid, intrapresa dall'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio come servizio ai malati e collaborazione con la Regione Lombardia e il Servizio Sanitario Nazionale, ha rivoluzionato l’attività del Fatebenefratelli di Erba e nei prossimi quindici giorni si realizzerà un nuovo cambiamento.

Oggi, chi accede al Pronto Soccorso lo fa attraverso due ingressi. Un primo screening ha luogo all'ingresso pedonale, dove vi è un pre-triage che rallenta l'accesso, ma che consente da subito di creare due percorsi: uno per i casi sicuramente non Covid, ed uno per i casi sospetti e/o positivi al virus. Le due tipologie di pazienti vengono trasferite e accompagnate, lungo percorsi differenziati, in tende separate e distanti fra loro, per l'effettuazione del triage vero e proprio. 

 

 

I due corpi ospedalieri: una rivoluzione necessaria per la fase 2 della Pandemia

Ospedale Sacra Famiglia di Erba

I pazienti non COVID qui vengono valutati ed inquadrati: nel caso sia necessario il ricovero vengono inviati nella palazzina B dove sono predisposti posti letto che accolgono tutte le specialità dell’ospedale. 
I pazienti sicuramente COVID hanno una tenda dedicata al loro triage, quindi accedono in Pronto Soccorso per poi essere inviati nella palazzina A dove sono smistati nei reparti dedicati al COVID in base alla gravità del caso. 
I pazienti per i quali vi è un sospetto di infezione da Coronavirus vanno in una terza tenda dedicata dove, oltre al triage, viene effettuato il tampone e la prima assistenza: in base all'esito del tampone vengono poi smistati o da una parte o dall'altra. 
 

«Certo sarebbe preferibile avere un'area tampone per i pazienti sospetti che non fosse una tenda ma un reparto, ma la carenza di personale di assistenza ha reso necessaria questa scelta. In ogni caso, già oggi la situazione è sicura, sul piano infettivologico: anche per questo abbiamo detto e ripetiamo che i cardiopatici e tutti i malati cronici non debbono temere a presentarsi in ospedale se ne hanno motivo» puntualizza Maggioni.

Le parole del Direttore Sanitario chiariscono come e perché si è arrivati a dividere i due corpi ospedalieri in aree separate come fossero due ospedali, uno normale ed uno per i Covid: il motivo principale è permettere a chi non è affetto da Covid-19 di accedere all’attività chirurgica e ambulatoriale in condizioni di massima sicurezza, garantendo le attività di ambulatori e interventi urgenti o non procrastinabili che la normativa vigente ci consente di effettuare. Nel frattempo, aggiunge Maggioni, «stiamo realizzando una nuova area tampone per i casi incerti, dove saranno esaminati nella fase 2 della pandemia i pazienti che accederanno alla struttura». 

 
 

L'emergenza del personale: siamo alla ricerca di Infermieri e OSS

Si attendono da parte di Regione Lombardia e dall’ATS indicazioni in merito alla ripresa anche parziale delle attività "ordinarie". Attualmente, l’attività chirurgica è assicurata solo per le emergenze, ma «di fatto, con questa nuova innovazione andiamo verso la creazione di due ospedali distinti» commenta il Direttore Sanitario, una rivoluzione che sarà indispensabile nella fase 2 della Pandemia. Il Direttore Sanitario Pierpaolo Maggioni sottolinea anche il nodo del personale: «Mancano infermieri e OSS, invitiamo coloro che hanno titolo a inviare il curriculum». 
 
 
A Erba, in particolare, si cercano 12 infermieri e 6 OSS.
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