Una rivoluzione necessaria: pronto a rispondere ai critici e rapidi cambiamenti in atto, l'Ospedale Sacra Famiglia di Erba si avvia verso un modello organizzativo senza precedenti per assicurare assistenza e cure adeguate a tutti i suoi pazienti.
Le modifiche in corso richiedono, tuttavia, ulteriori risorse in campo, che con l'avanzare dei contagi risultano essere sempre più limitate.
Oggi presso l’Ospedale Sacra Famiglia di Erba sono ricoverati 73 pazienti affetti da Covid-19, 7 in terapia intensiva, dove ci sono anche dieci 10 ricoverati per altre patologie e negativi al virus e i posti liberi sono ormai esauriti:
«Già adesso, chi arriva da noi - spiega il Direttore Sanitario Pierpaolo Maggioni - segue un percorso separato secondo l’esito del tampone e stiamo organizzandoci per perfezionare ulteriormente questa segregazione e rendere possibile la ripresa della normale attività chirurgica in condizioni di sicurezza. Guardiamo già al dopo emergenza».
La trasformazione in ospedale Covid, intrapresa dall'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio come servizio ai malati e collaborazione con la Regione Lombardia e il Servizio Sanitario Nazionale, ha rivoluzionato l’attività del Fatebenefratelli di Erba e nei prossimi quindici giorni si realizzerà un nuovo cambiamento.
Oggi, chi accede al Pronto Soccorso lo fa attraverso due ingressi. Un primo screening ha luogo all'ingresso pedonale, dove vi è un pre-triage che rallenta l'accesso, ma che consente da subito di creare due percorsi: uno per i casi sicuramente non Covid, ed uno per i casi sospetti e/o positivi al virus. Le due tipologie di pazienti vengono trasferite e accompagnate, lungo percorsi differenziati, in tende separate e distanti fra loro, per l'effettuazione del triage vero e proprio.
«Certo sarebbe preferibile avere un'area tampone per i pazienti sospetti che non fosse una tenda ma un reparto, ma la carenza di personale di assistenza ha reso necessaria questa scelta. In ogni caso, già oggi la situazione è sicura, sul piano infettivologico: anche per questo abbiamo detto e ripetiamo che i cardiopatici e tutti i malati cronici non debbono temere a presentarsi in ospedale se ne hanno motivo» puntualizza Maggioni.
Le parole del Direttore Sanitario chiariscono come e perché si è arrivati a dividere i due corpi ospedalieri in aree separate come fossero due ospedali, uno normale ed uno per i Covid: il motivo principale è permettere a chi non è affetto da Covid-19 di accedere all’attività chirurgica e ambulatoriale in condizioni di massima sicurezza, garantendo le attività di ambulatori e interventi urgenti o non procrastinabili che la normativa vigente ci consente di effettuare. Nel frattempo, aggiunge Maggioni, «stiamo realizzando una nuova area tampone per i casi incerti, dove saranno esaminati nella fase 2 della pandemia i pazienti che accederanno alla struttura».
Ci dedichiamo per missione ai malati e ai bisognosi coniugando l’attenzione al corpo e allo spirito nel rispetto della persona e della sua individualità.
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