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Ospedale Sacra Famiglia di Erba: intervento cardiaco innovativo con protesi di Boston Scientific

L'innovazione nelle cure e nelle tecnologie rappresenta uno dei punti cardine dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio Fatebenefratelli: di recente il reparto di Cardiologia dell’Ospedale Sacra Famiglia di Erba si è fatto promotore di questo principio con un’incredibile svolta.

Per la prima volta è stato effettuato un intervento delicatissimo, impiantando un dispositivo di ultima generazione, fornito dall’azienda Boston Scientific: il Dott. Antonio Sagone, elettrofisiologo della Struttura, ci ha spiegato i dettagli dell’operazione chirurgica al cuore, rifiutata da altri ospedali.

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Cardiologia: l'intervento chirurgico e l'arrivo del Dott. Sagone

L’arrivo all’inizio di settembre del Dott. Antonio Sagone è stato cruciale: ha infatti consentito di segnare una significativa accelerazione alle attività e ai servizi di Cardiologia ed Elettrofisiologia dell’Ospedale Fatebenefratelli di Erba, oggi Centro di riferimento medico per un vastissimo bacino di pazienti nell’intero territorio.

Chiamato dal Direttore di Struttura, Damiano Rivolta, il Dott. Sagone ha lasciato l’IRCCS Multimedica di Milano per trasferirsi all’Ordine Ospedaliero dei Fatebenefratelli. A pochi giorni dal suo insediamento ad Erba, insieme al reparto di Cardiologia, guidato dal Dott. Vincenzo Montericcio, ha raccolto una sfida di intervento rifiutata da altre strutture sanitarie del territorio.

L’innovativa operazione chirurgica, effettuata su una paziente sessantaseienne, ha rappresentato un incredibile passo avanti per le attività di cardiologia strutturale ed elettrofisiologia dell’Ospedale erbese.

 

Assistenza e innovazione: l’impianto di protesi realizzata da Boston Scientific

“La paziente – spiega il medico – era affetta da aritmia cardiaca permanente, una patologia ad elevato rischio di ictus con presenza di Fibrillazione Atriale (FA), che aumenta le probabilità di ictus di 5 volte rispetto alla popolazione generale”. Data la complessità del quadro clinico, la paziente non poteva seguire alcuna terapia anticoagulante, utile per il trattamento della patologia in esame.

Dispositivo WATCHMAN È stato quindi necessario ricorrere ad un dispositivo di ultima generazione, prodotto da Boston Scientific: definito da molti “ombrellino salvacuore“, la piccolissima protesi viene impiantata in maniera permanente in corrispondenza dell’auricola sinistra del cuore (la piccola ansa nella quale si possono formare i trombi), così da chiuderla e scongiurare la fuoriuscita dei coaguli e la loro “migrazione” verso il cervello, causa dell’ictus.

Costituito da una struttura auto-espandibile in nichel e titanio, viene inserito nell’organismo tramite un sottilissimo catetere che, partendo dalle regioni inguinali, raggiunge l’atrio sinistro del cuore e chiude la “pericolosa apertura” in modo permanente. 

A conferma dell’efficacia del sistema, la procedura di chiusura dell’auricola (LAAC) è inserita dalla European Society of Cardiology (ESC) nelle linee-guida per il trattamento di pazienti con Fibrillazione Atriale.

 

La sfida vinta: le cure prima di tutto

La fornitura della protesi, molto costosa e in piccola parte coperta dal Servizio Sanitario Regionale, ha consentito alla paziente un trattamento quasi immediato: la signora è entrata in Ospedale venerdì mattina, è stata operata in giornata e domenica ha fatto ritorno a casa.

A testimonianza delle comprovate competenze professionali e della visione che punta all’eccellenza medica, l’Ospedale Sacra Famiglia di Erba punta a rendere queste tipologie di interventi di cardiologia – caratterizzati da innovazione tecnologica, minima invasività e sicurezza la norma.

Con grande soddisfazione il Dott. Sagone e l’intero reparto ha inoltre aggiunto: “A breve avremo una sala di elettrofisiologia all’avanguardia. A breve inizieremo anche le ablazioni delle aritmie e daremo il via a una serie di importanti studi elettrofisiologici: contiamo di diventare un punto di riferimento per la cura delle aritmie cardiache”.

 

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