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Ospitalità: l’intervista a Fra Gian Carlo Lapic

L’Ospitalità è un tema fondamentale per il Fatebenefratelli: un valore al contempo umano e cristiano, che ha assunto un significato unico nelle diverse fasi della storia.

In questa intervista di Paolo Viana a Fra Gian Carlo Lapic, frate dell’Ordine ospedaliero fondato da San Giovanni di Dio, parliamo del tema dell’ospitalità, studiata a fondo nella dissertazione finale del suo dottorato presso la Pontificia Università Gregoriana, dal titolo: “Filoxenía/hospitalitas nella prospettiva etico-teologica come dimensione costitutiva dell’agire morale cristiano”.

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Iniziamo col chiarire una cosa: l’ospitalità equivale all’accoglienza?

Certamente può essere un sinonimo, ma l’esperienza dell’ospitalità dischiude la possibilità che il Signore possa essere incontrato e riconosciuto da chiunque e quindi l’accoglienza ospitale biblica non si può ridurre ad un semplice gesto filantropico e solidale. L’Ospitalità è anche l’abbraccio al migrante o al malato, ma non è tutto lì.

 

“Ospitalità”, quindi, significa qualcosa di più. Esattamente che cosa?

L’Ospitalità intesa come valore cristiano è un’offerta fatta a Dio come segno di comunione. Il fondamento cristologico dell’ospitalità biblica nei Vangeli si articola come accoglienza incondizionata di Gesù di ogni esistenza umana e quello escatologico ci ricorda che tutti i credenti in Cristo sono pellegrini e stranieri. Ossia, siamo chiamati tutti quanti a partecipare al medesimo destino con compassione e solidarietà.

 

Questo è anche il senso dell’Ospitalità di San Giovanni di Dio?

Esattamente. Anche il nostro fondatore, per quanto sia ricordato come l’inventore dell’ospedale moderno, non aveva un’idea dell’Ospitalità limitata all’ambito sanitario ma la inquadrava nell’esperienza cristiana e questo conferiva e conferisce all’Ospitalità una ricchezza che va ben oltre la dimensione umana della solidarietà. Per noi del Fatebenefratelli il nesso tra fede e servizio è chiaro, ma non è sempre stato così: il fatto stesso che l’Ospitalità sia un valore che si radica profondamente nell’umano ne ha limitato la comprensione anche tra i cristiani. Basti pensare che, come ho appurato nella ricerca, questo argomento è stato ripetutamente studiato dai biblisti e dagli antropologi ma molto meno dai moralisti perché, essendo fortemente radicato nell’umano, era difficile inquadrarlo come un valore specificamente cristiano. Come scrive Janzen, l’Ospitalità non ha avuto un ruolo di primo piano nel lessico teologico-etico tradizionale e per molto tempo per i cristiani è rimasta una virtù marginale. Con il Concilio e con il Magistero di Papa Francesco ha ricevuto una nuova luce».

 

Il nesso tra l’Ospitalità cristiana e la solidarietà “laica” è percepito da tutti?

Ciò che rende veramente “umana” la persona è l’ospitalità e il senso di accoglienza verso l’altro, sia esso il “diverso” o lo “straniero”. Ospitalità significa cura e custodia dell’umanità sofferente e questa responsabilità del cristiano discende dalla sua fede in Gesù, come ci insegna San Giovanni di Dio.

 

In conclusione, il valore dell’ospitalità non si può ridurre alla sola accezione di accoglienza: è un’esperienza che comprende anche il concetto di solidarietà e che abbatte qualsiasi differenza fra le persone, considerandone prima di tutto l’aspetto umano. Questo è uno dei principi cardine sui quali si fonda l’Ordine ospedaliero del Fatebenefratelli.

 

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