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Il primo Servizio di Assistenza Spirituale e Religiosa (SASR) in Italia

Per promuovere l’umanizzazione, valore cardine dell’Ordine del Fatebenefratelli, e per accompagnare le persone assistite secondo le loro necessità spirituali e religiose, sono stati avviati, presso i Centri della Provincia Lombardo Veneta dell’Ordine, i Servizi di Attenzione Spirituale e Religiosa.

È il primo caso in Italia e uno dei pochi in Europa. Il Servizio è garantito dal cappellano e da un laico referente del SASR. Viene svolto in collaborazione con gli operatori sanitari e i volontari sensibili alla dimensione spirituale e religiosa e con il Centro Pastorale della Provincia Lombardo Veneta. Per approfondire il servizio, leggi il documento della Provincia Lombardo Veneta oppure continua a leggere l'articolo. 

 

Una formazione continua

«Il referente laico non è un cappellano supplente – spiega Laura Zorzella, responsabile del Centro Pastorale Provinciale – ma una figura specifica formata attraverso un Corso di Perfezionamento post-lauream, organizzato in collaborazione con l’Università Cattolica.
Il corso “Umanizzazione e dimensione spirituale della cura nei contesti interculturali” garantisce, infatti, una formazione “continua” che consente all’operatore di avere il giusto atteggiamento verso il malato e di approcciarne i bisogni spirituali e religiosi con un adeguato background culturale che contempla anche fedi diverse da quella cattolica».

 

Una guida medica e spirituale

Il referente del Servizio è una figura che si muove integrandosi con le varie équipe curanti instaurando una relazione con il malato: concentrandosi sull’aspetto umano della sofferenza, il paziente viene guidato verso una dimensione spirituale, oltre che medica.

«Nulla di nuovo, almeno stando al Vangelo: Gesù incontra l’uomo che soffre, lo ascolta e gli parla, riconducendo l’esperienza della sofferenza a una prospettiva di senso, che la religione offre ma non impone e che non può essere offerta dalla scienza medica, che cura il corpo, e dalla stessa psicologia, che cura il disagio psichico», spiega fra Salvino Zanon, responsabile della Pastorale della Provincia Lombardo Veneta.

«Relazionarsi con il senso del proprio progetto di vita, riconciliarsi con se stessi e con i propri cari, anche accettare la fase di sofferenza e la prospettiva della morte sono bisogni ricorrenti nella malattia che solo figure specificamente formate e fortemente motivate possono aiutare ad affrontare e a risolvere. Tutto questo seguendo e ricreando i gesti e gli atteggiamenti di Gesù con le persone bisognose e vulnerabili, così come fece San Giovanni di Dio che si donò interamente al servizio dei poveri e dei malati».

Il referente laico del Servizio di Attenzione Spirituale e Religiosa è una figura nuova per il Sistema Sanitario Nazionale e per la Chiesa. Il primo riconosce la figura del cappellano ospedaliero (sacerdote, diacono o religiosi e religiose) inserita nell’ordinamento sanitario. La Chiesa, parallelamente, apre grandi spazi ai laici con il Concilio Vaticano II.

Il referente, che si affianca alle figure esistenti, collaborando con esse, una volta inserito nella struttura si adopera per rilevare le necessità spirituali e religiose dei pazienti con apertura alle varie fedi o culture (creando collegamenti con referenti di altre fedi religiose quando richiesto), accompagnare le persone secondo tali esigenze, organizzare incontri di gruppo sulle tematiche spirituali e religiose, partecipare alla liturgia e alla celebrazione dei sacramenti e collaborare con la Chiesa locale. Inoltre si adopera per garantire al paziente dimesso di poter proseguire il proprio cammino spirituale e religioso qualora lo desideri e risulti significativo, collaborando con le parrocchie e le unità pastorali del territorio.

 

Il concetto di “cura integrale”

L’istituzione del Servizio di Attenzione Spirituale e Religiosa (SASR), in linea con il percorso attuato nella “storia” della Pastorale Sanitaria nei Centri Fatebenefratelli, punta a consolidare il concetto di attenzione e cura integrale: prendersi cura di tutte le dimensione umane: biologica, psicologica, sociale e spirituale nei confronti di ogni persona che viene accolta, come sottolineato dalla Carta d’Identità dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio.

«Parlare di attenzione integrale implica l’occuparsi e il curare la dimensione spirituale della persona come una realtà essenziale, organicamente correlata con altre dimensioni dell’essere umano: biologica, psicologica, sociale» recita questo documento, che richiama il carisma dell’Ospitalità.

L’introduzione della figura del referente laico è fondamentale per affrontare il periodo della malattia, momento delicato per il paziente: a lei ci si affianca per offrire un tempo di riflessione, di “presenza” e disponibilità, per aiutare a ritrovare un “senso” all’esistenza talvolta duramente compromessa.

In questo modo il paziente può affrontare il proprio percorso personale secondo le sue necessità e quelle della sua famiglia.

 

La cura integrale del paziente attraverso un percorso che sostenga non solo il corpo, ma anche lo spirito, è un principio fondamentale dell’Ordine Fatebenefratelli. Vuoi saperne di più? Scarica la nostra carta d’identità!

 

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