Oggi, 20 ottobre, a Trivolzio, paese che custodisce le spoglie di San Riccardo Pampuri, si è svolto il pellegrinaggio giubilare della Provincia Lombardo Veneta dei Fatebenefratelli, un evento di fede e comunione che ha segnato l’apertura ufficiale del cammino precapitolare in vista del 138° Capitolo Provinciale. Una giornata di preghiera, ascolto e incontro, che ha unito confratelli, suore e collaboratori laici in un clima di gioia e gratitudine, nello spirito del Giubileo della Speranza.
Continua a leggere per saperne di più.
Nel suo intervento di apertura, il Superiore Provinciale, Fra Massimo Villa, ha invitato tutti i presenti a leggere questo tempo come un dono, un’occasione per riscoprire la forza dello Spirito e del dialogo.
«Celebrare oggi il Giubileo della Speranza – ha detto – significa entrare in un cammino nuovo. Non si tratta soltanto di preparare un capitolo o di riflettere sul futuro della Provincia, ma di lasciare che lo Spirito ci guidi verso una nuova forma di comunione. Ogni volta che nella vita religiosa si chiude una tappa e se ne apre un’altra, ciò è sempre un segno di unità, un segno che lo Spirito continua a soffiare tra noi».
Fra Massimo ha ricordato come la Chiesa parrocchiale di Trivolzio, che custodisce le reliquie di San Riccardo Pampuri, sia una chiesa giubilare, luogo simbolico per l’inizio di un percorso che guarda avanti:
«Forse andare tutti a Roma per il Giubileo non è possibile, ma trovarci qui, come Provincia, per vivere insieme questo momento di grazia, è una benedizione. È da qui che vogliamo ripartire, dalle radici vive della nostra fede e del nostro carisma».
Ha poi richiamato tutti all’essenza del carisma di San Giovanni di Dio:
«L’Ospitalità è un dono che continua a fiorire anche nei momenti più fragili. È la forza di uno Spirito che non smette di rigenerare la vita, di aprire strade nuove, di farci guardare al domani con fiducia. Celebrare un Giubileo significa aprire la porta del cuore e anche della mente, per lasciar entrare il dono dello Spirito e la capacità di dialogo. Solo nel dialogo, nel confronto sincero, possiamo capire davvero cosa il Signore vuole da noi oggi».
Infine, Fra Massimo ha affidato alla comunità un impegno e una speranza condivisa:
«Vogliamo costruire un futuro che nasca dall’ascolto e dal coraggio. Abbiamo bisogno di tutti: confratelli, religiose, collaboratori, volontari. Solo insieme possiamo portare avanti quella speranza che ci è stata affidata, quella di continuare ad accogliere i poveri, curare i malati e vivere la fraternità come una famiglia aperta al mondo».
A seguire, il Primo Consigliere Generale dell’Ordine, Fra Joaquim Erra y Mas, ha offerto una riflessione sul significato profondo del percorso capitolare, che ha definito “un’esperienza di ascolto, di fede e di trasformazione”.
«Un Capitolo Provinciale – ha ricordato – non è solo una revisione organizzativa, ma soprattutto un momento spirituale: un processo che attraversa la preparazione, la celebrazione e il tempo successivo, nel quale lo Spirito ci chiede di ascoltare, di sognare e di costruire insieme. Ogni Capitolo è un invito a domandarci che cosa il Signore desideri oggi per noi, per la nostra Provincia, per le persone che ci sono affidate».
Nel suo intervento, Fra Joaquim ha posto al centro tre atteggiamenti fondamentali: la sinodalità, il dialogo e la trasmissione del carisma.
«La sinodalità – ha spiegato – significa ascoltare tutti: i confratelli, i collaboratori, i volontari, i residenti, le persone che incontriamo ogni giorno. Nessuno possiede il monopolio dello Spirito, perché la verità si costruisce insieme, passo dopo passo, con la contribuzione di tutti. È questo ascolto che trasforma la nostra vita e ci rende capaci di leggere i segni dei tempi».
Ha poi approfondito il tema del dialogo come forma di vita evangelica e via di comunione: «Il dialogo non è un esercizio dialettico, né una sfida per affermare la propria ragione. È mettere in comune ciò che viviamo e lasciarci toccare da ciò che l’altro porta. Come nel dialogo con Dio, anche nel dialogo tra le persone lo Spirito trasforma il cuore. Per questo – ha aggiunto – non basta pensare o discutere: dobbiamo passare dalle idee ai verbi, perché sono i verbi che danno vita all’universo. Ascoltare, accogliere, accompagnare, servire: sono queste le parole che generano vita e rinnovano il nostro modo di essere comunità».
Infine, un forte invito a custodire e trasmettere il carisma dell’Ospitalità, che unisce religiosi e laici in una sola missione: «Il carisma che abbiamo ricevuto non appartiene solo ai confratelli, ma a tutta la famiglia ospedaliera. Ognuno di noi, nel proprio ruolo, contribuisce a renderlo vivo: chi cura, chi accoglie, chi amministra, chi ascolta. Tutti, con gesti concreti, rendiamo presente il sogno di San Giovanni di Dio nel mondo di oggi».
Durante la Messa giubilare, presieduta dal Superiore Provinciale, Fra Massimo Villa, il cuore della liturgia si è raccolto attorno alla Parola di Geremia: «Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre».
Una frase che Fra Massimo ha indicato come chiave di lettura della vocazione cristiana e del cammino di ogni consacrato: «È la parola che, più di ogni altra, descrive la nostra vita di credenti. Siamo uomini e donne che, in virtù del nostro battesimo e della nostra consacrazione, siamo stati sedotti dal Signore. Ma forse abbiamo bisogno di continuare a lasciarci sedurre da Lui, perché se non ci lasciamo sedurre dal Signore, ci sarà qualcos’altro o qualcun altro che ci sedurrà. E allora la nostra vita cristiana non arriva al compimento. Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre: è in questa seduzione, in questo prevalente lavoro di Dio in noi, che vogliamo rinnovare la nostra fede e il nostro cammino di Ospitalità».
La riflessione si è poi aperta al tema della speranza, presentata non come idea astratta, ma come esperienza concreta di eternità che si fa presente nel tempo: «La speranza non è un sentimento vago, ma la certezza di essere uomini e donne che vivono già nell’eternità. La vita eterna non è solo quella che ci attende dopo la morte: noi siamo già dentro a questa eternità, fin dal giorno in cui, attraverso il battesimo, siamo diventati figli. Ogni gesto di cura, ogni parola di accoglienza, ogni mano tesa è segno di questa eternità che si rende visibile nella nostra vita quotidiana. Vivere nell’eternità significa vivere nell’abbraccio di Dio.»
In questo orizzonte, Fra Massimo Villa ha richiamato anche l’esempio del fondatore, San Giovanni di Dio, come testimone di una fede capace di sconvolgere e di accendere compassione: «Quando Giovanni di Dio si lasciò toccare dalla parola del Vangelo, andò davvero fuori di testa. Ma noi dovremmo dire: andò fuori di cuore. Perché il suo cuore si è spalancato, fino a spaccare la propria vita per accogliere con tenerezza e compassione l’uomo che soffre».
Un’omelia che ha intrecciato la dimensione spirituale e quella umana della missione dei Fatebenefratelli: servire, accogliere, ascoltare. Come ha concluso Fra Massimo, «solo chi si lascia amare da Dio può davvero diventare segno del Suo amore per gli altri».
Il pellegrinaggio giubilare di Trivolzio ha rappresentato un momento di rinnovata fraternità, ma anche l’inizio concreto di un percorso di discernimento condiviso.
Alla presenza delle reliquie di San Riccardo Pampuri, i Fatebenefratelli e i loro collaboratori hanno simbolicamente varcato la Porta della Speranza, dando avvio a un tempo nuovo per la Provincia Lombardo Veneta: un tempo di dialogo, di fede e di fiducia reciproca.
Un cammino che continuerà nei prossimi mesi verso il 138° Capitolo Provinciale, per costruire, nello spirito di San Giovanni di Dio, un futuro in cui l'Ospitalità continui a essere segno vivo dell’amore di Dio per ogni persona.
🔔 Vuoi restare aggiornato sulla ricerca scientifica nel campo della salute mentale, su nuovi percorsi formativi e contenuti dedicati alla cura della persona? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere tutte le novità dal mondo Fatebenefratelli direttamente nella tua casella di posta.
Ci dedichiamo per missione ai malati e ai bisognosi coniugando l’attenzione al corpo e allo spirito nel rispetto della persona e della sua individualità.
Attraverso la promozione delle opere portiamo il Vangelo nel mondo della sofferenza e del dolore affiancando il paziente come professionisti della salute.
L’intelligenza artificiale (IA) sta trasformando radicalmente la nostra società. Ma è nel settore sanitario che questa rivoluzione potrebbe avere gli effetti pi...
Lunedì 8 luglio 2025, presso l’IRCCS Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia, si è svolta una cerimonia intima e profonda in onore di Fra Fiorenz...
La salute mentale è una delle sfide più complesse del nostro tempo. Per affrontarla, è fondamentale creare connessioni solide tra ricerca scientifica, servizi s...
Amministrazione Centrale
Via Cavour, 22
20063 Cernusco S/Naviglio (MI)