L'arte e il teatro rappresentano un incredibile strumento per potersi aprire, raccontarsi e dialogare con l'altro, anche se si è nuovi e ci si sente spaesati.
È ciò che è accaduto a Michele, nostro Ospite del Centro Sant'Ambrogio, che un passo alla volta e con l'aiuto indispensabile dell'équipe ha imparato a non abbattersi e a sentirsi coinvolto ed accettato, in un modo per lui inaspettato.
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Tra i diversi laboratori educativi e creativi che hanno ravvivato la quotidianità degli Ospiti del Centro Sant'Ambrogio, il teatro e la recitazione sono stati temi cruciali: il progetto ha avuto infatti l'importante obiettivo di migliorare il benessere fisico e mentale di chi ne ha preso parte.
Molti sono stati i momenti di condivisione e collettività, che hanno favorito la consapevolezza degli Ospiti, la scoperta di capacità espressive sconosciute e l'esplorazione di nuovi modi di relazionarsi con gli altri più positive e costruttive, siano essi compagni o operatori sanitari.
L'approccio, del tutto creativo, vivace e rilassato, ha permesso agli Ospiti di accrescere la loro autostima e conoscere meglio se stessi e chi è vicino nella vita di tutti i giorni. Tra le testimonianze che più ci hanno emozionato, l'esperienza di Michele è sicuramente una delle più toccanti: il suo avvicinamento e presenza al progetto è stato come un vero e proprio percorso di crescita ed integrazione, che oltre agli ostacoli superati ha visto anche gioia, fiducia e speranza per il futuro.
Michele ha partecipato al progetto di recitazione, intitolato "Shakespeare nel bosco di un pomeriggio di fine estate", che ha visto la partecipazione dell’attrice Arianna Scommegna. Michele è un nostro Ospite, arrivato al Centro Sant'Ambrogio di Cernusco sul Naviglio nel mese di maggio: non era certo se sarebbe o meno rimasto nella nostra Struttura.
Dopo qualche settimana è cominciata l’attività di laboratorio: le prime volte i suoi pensieri erano spesso negativi, voleva rinunciare, non era particolarmente soddisfatto ed era spesso combattuto tra la voglia di farcela e quindi di partecipare al progetto e la paura di non riuscirci.
Sin dal primo giorno per lui è stato molto faticoso: l’attività di teatro durava 2 ore e mezza, una durata che lo metteva a dura prova. Aveva molta difficoltà nel mantenere l’attenzione e nello stare nelle situazioni in modo condiviso.
I suoi stati d’ansia sono venuti meno grazie all’aiuto di tutta l’équipe, composta da medici, psicologi, psichiatri, educatrici, che hanno coerentemente ai bisogni di Michele individuato una serie di modalità che alla fine si sono rivelate vincenti.
Non a caso, prima di recarsi alle prove Michele riposava un po' e poi raggiungeva i compagni in giardino per proseguire con le prove. Tutta questa attenzione e cura ha fatto si che Michele fosse presente in maniera continuativa durante la durata dell’intero progetto.
Questa attività con questo taglio giocoso ed accogliente ha rappresentato, specialmente per lui, nuovo arrivato, una modalità d’aggancio fondamentale a livello relazionale. Grazie a questa esperienza Michele ha potuto conoscere a fondo l’équipe, instaurare un rapporto di fiducia con operatori, medici e al tempo stesso farsi conoscere.
Il bellissimo rapporto con Arianna Scommegna è diventato per lui, nel corso dei mesi, una leva motivazionale nel proseguire il progetto senza abbattersi, credendo nelle sue capacità. In occasione dell’Open Day, a fine spettacolo Michele mosso da grande gratitudine nei confronti degli operatori ha voluto ringraziare spontaneamente e in maniera del tutto inaspettata, tutta l’équipe, i suoi compagni che l’hanno accolto e i presenti.
In futuro Michele vorrebbe partecipare ad un nuovo progetto per poter così imparare a suonare la batteria.
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