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"Rivivere": il nuovo libro sulla presenza dei Fatebenefratelli a Cernusco

“Rivivere”: questo è il titolo del nuovo libro scritto da Gianni Cervellera, teologo e Responsabile del Servizio di Attenzione spirituale e religiosa del Centro Sant'Ambrogio di Cernusco sul Naviglio, e Mauro Raimondi, insegnante e autore di vari libri sulla città di Milano.

Il libro racconta sapientemente l’attività del Fatebenefratelli a Cernusco dal 1939 ad oggi e mostra il rapporto tra gli ospiti della Casa di Salute, la città e i cernuschesi, scrivendo così una pagina totalmente inedita della Storia della Struttura, valorizzata dalle testimonianze di ex Collaboratori dell’Ordine e dai toccanti ritratti di alcuni pazienti. 

Leggi l'intervista ai due autori!

 

Rivivere: l’ispirazione da cui è nata l’idea del libro

Su Cernusco sul Naviglio sono stati pubblicati alcuni libri di Storia, addirittura delle guide turistiche. Tutte opere molto interessanti, ma soprattutto rivolte al passato. Noi abbiamo pensato che fosse giunto il momento di scrivere qualcosa di originale su un argomento che fosse recente e che avesse avuto un forte impatto sui cernuschesi.

Da qui è nata l’idea di concentrarci sul “manicomio” di Cernusco, che nel 2019 aveva compiuto gli ottant’anni e sulla cui presenza tutti avevano dei ricordi ma non era mai stata fatta alcuna seria riflessione. Il Fatebenefratelli si è mostrato subito interessato e grazie alla Libreria del Naviglio, che ha così inaugurato la sua attività editoriale, abbiamo pubblicato “Rivivere” a fine aprile, anche perché volevamo dare un segnale positivo in un momento così difficile.

In fondo, ciò che davvero rimane del bene compiuto sono le storie di chi, meno fortunato di altri, qui ha trovato ricovero e ristoro. Questo credo sia stato il Centro Sant’Ambrogio nei decenni trascorsi: una presenza accogliente, generosa e capace di ridare dignità nel recupero di una maggiore autonomia. Una presenza che si è fatta eco dell’espressione evangelica: “Venite a me voi che siete stanchi e oppressi e io vi darò ristoro”.

 

L’origine del titolo e il messaggio del libro

Rivere, il Fatebenfratelli a CernuscoIl messaggio che abbiamo voluto lanciare con il libro è l’intreccio inscindibile nella storia della città di Cernusco di un luogo che ha segnato la vita culturale e quella assistenziale, come due risvolti di un’unica bellezza: artistico e umano.

Il titolo è preso in prestito da una rivista che veniva pubblicata negli anni ’70, curata dagli ospiti del Centro. Per noi ha il significato di dare valore e quindi vita a storie di persone spesso dimenticate, di dare loro una nuova dignità.

Rivivere anche come riproposizione di storie e di persone che hanno segnato la storia dell’istituto e della città. Procedendo con la raccolta delle informazioni ci siamo accorti di un immenso patrimonio di ricordi, tutti molto positivi e spesso emozionanti.



La storia di Cernusco: un patrimonio di ricordi e testimonianze

Il testo, che è corredato da foto d’epoca, è diviso in quattro capitoli. Nel primo si ripercorre l’attività dell’Ordine a Cernusco dal 1938 a oggi, da quella che allora era la Villa e adesso è il Centro Sant’Ambrogio.

Grazie alla lettura delle riviste del Fatebenefratelli, ma anche di Voce Amica abbiamo ricostruito quelle attività d’avanguardia – come la ludoterapia e l’ergoterapia – che sono state promosse fin da subito. In modo particolare, poi, ci siamo incentrati sulle “porte aperte” volute da Fra Pierluigi Marchesi che hanno anticipato di un decennio le riforme della “legge Basaglia”.

A questo proposito, ci siamo davvero stupiti di tutte le iniziative intraprese (concorsi di pittura, attività sportive, gite in tutta Italia ecc.) e degli spettacoli che videro protagonisti in Villa Sant’Ambrogio delle vere star, come Celentano, Ornella Vanoni e tanti altri. Ma anche dell’attenzione che uomini di fede (il futuro Papa Paolo VI, il Cardinale Martini) o di cultura (uno tra tutti, il premio Nobel Renato Dulbecco) hanno dedicato alla Casa di Salute.

Giunti ai giorni nostri, nel secondo e terzo capitolo abbiamo trattato del modello di assistenza integrale del Centro Sant’Ambrogio, analizzando un tema sempre attuale come quello della sofferenza e della sua dimensione spirituale. Un argomento che si è voluto affrontare non solo teoricamente ma anche attraverso dei toccanti ritratti di alcuni ospiti della struttura negli ultimi decenni. 

Infine, abbiamo voluto allargare lo scenario al rapporto tra i pazienti e i cernuschesi con delle interviste effettuate ad ex lavoratori del Fatebenefratelli e a cittadini che hanno vissuto in prima persona quell'esperienza. Alla fine di questi incontri, ci è venuta naturale la decisione di mettere in copertina il dipinto di Sergio Sangalli raffigurante lo “Sceriffo”, perché tutti, ma proprio tutti si ricordavano di lui, a dimostrazione del legame tra l’istituto e la città di Cernusco.

Per saperne di più sul libro, puoi visionare la presentazione a questo video

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