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L'evoluzione della cura degli anziani: la Residenza Villa San Giusto

Nell'intervista che segue, avremo l'opportunità di esplorare come la Residenza Villa San Giusto e il suo Servizio Animazione abbiano affrontato significativi cambiamenti negli ultimi anni.

Attraverso le voci di Daniela Stern, Edda Stocker, Gianluca Ceschin e Simone Marchesan, Equipe del Servizio Animazione dell'RSA di Gorizia, scopriremo come la tipologia degli Ospiti sia evoluta, il ruolo dell'educatore/animatore sia cambiato e come l'attenzione al benessere degli ospiti sia diventata una priorità. Inoltre, esploreremo una collaborazione innovativa che sta aiutando a migliorare la qualità dell'assistenza offerta.

Leggi l'intervista!

Servizio Animazione di Villa San Giusto Daniela Stern Edda Stocker Gianluca Ceschin Simone Marchesan

 

Gli Ospiti della Villa San Giusto e i cambiamenti negli anni

Nel corso degli anni la vita quotidiana e l'Ospitalità presso Villa San Giusto hanno subito notevoli trasformazioni.

"In particolare si può notare come, rispetto ad anni fa, sia pian piano cambiata la tipologia degli Ospiti accolti: rispetto al passato, mediamente, ci troviamo a prenderci cura di Ospiti maggiormente compromessi, sotto l’aspetto sanitario o cognitivo."

"Mentre in passato venivano ospitate anche persone che, semplicemente, cercavano solo un luogo dove trascorrere i loro ultimi anni, anche in assenza di condizioni patologiche significative, nell’ultimo periodo l’impressione è che i familiari tendano a tener il più possibile a casa il proprio caro e che decidano di affidarlo alle cure di una Struttura come la nostra solamente nel momento di massimo bisogno." spiegano i nostri Professionisti.

"Il fatto conseguente che sia aumentata la condizione di fragilità o un’età più elevata porta gli Ospiti ad aver un periodo di presenza in struttura più breve e di conseguenza gli educatori si trovano ad entrare in relazione con un maggior numero di Ospiti." spiega l'Equipe. 

"Tuttavia negli ultimi anni possiamo osservare una nuova condizione, perlopiù sconosciuta in passato, che riguarda alcuni casi di accoglienza di persone con un’età oggettivamente bassa rispetto ad uno standard da casa di riposo. In alcuni casi talmente bassa da risultare ben all’interno della fascia d’età attiva e ancora lontana da una condizione di quiescenza lavorativa; tale fenomeno è legato alla insorgenza di patologie dementigene anche in persone ancora non anziane e questo ci spinge ad una constante riflessione sul nostro modo di agire." conclude il team.

 

Educatori, animatori e molto altro

"Anche a conseguenza di quanto appena osservato, il ruolo che, come educatori/animatori, conduciamo è sensibilmente variato rispetto al passato. Se infatti tempo fa la quotidiana attività dell’animatore era principalmente orientata verso una dimensiona più ludica e sostanzialmente mirata a dare contenuti ricreativi, con il passare del tempo il ruolo dell’educatore/animatore si è sempre più concentrato verso interventi mirati al mantenimento delle capacità cognitive presenti." introduce l'équipe.

"In base a questo aspetto, quindi, la figura dell’educatore/animatore si è sempre più professionalizzata e specializzata anche relativamente ad aspetti più prettamente legati alla sfera della salute. Il gruppo stesso degli animatori si è maggiormente orientato verso la creazione di un vero e proprio Servizio maggiormente strutturato anche all’interno dell’organigramma funzionale di una Casa Di Riposo."

"Parallelamente a ciò, anche in considerazione al fatto che la Casa Di Riposo diventa sempre più la Casa dei nostri Ospiti e, in qualche modo per un Ospite accolto, l’ambiente diventa sempre più la Comunità ultima nella quale trascorrere i propri anni di vita, di primaria importanza diviene l’attenzione a prendersi cura del benessere stesso dei nostri Ospiti, del farli sentire meno soli" illustra il team.

Gli educatori dunque si trovano a dedicare attenzione anche alla relazione e alla collaborazione con i familiari stessi in modo da creare un’alleanza che porti ad una comune condivisione di obiettivi per far sentire l’ospite il più accolto possibile in una dimensione familiare anche se al di fuori dei propri spazi cari.

 

L'Ospitalità come accoglienza dell'autenticità della persona

"In qualche maniera il fine dell’operare di un Educatore, nell’ambito di una Casa di riposo dell'Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli, trova coincidenza di intenti nella stessa missione incarnata dall’Ordine: Accoglienza, Carisma, Ospitalità possono essere declinate anche all’interno dello spazio di intervento di una figura educativa."

"La modalità di presa in carico dell’Ospite privilegia la dimensione personale, il servizio di Ospitalità offerto è guidato dall’impegno a valorizzare la dimensione personale degli Ospiti accolti; in tale visione l’Ospite viene accolto ed accompagnato prima di tutto come Persona nella sua autenticità ed unicità, inserita in una rete vitale di relazioni, e non come individuo isolato." ci spiega l'équipe.

"Per questo motivo, nella pratica dell’Ospitalità, si mira a prestare particolare attenzione non solo al mantenimento e valorizzazione delle abilità e delle competenze individuali, ma anche allo scambio interpersonale, declinato sia come relazione tra singoli Ospiti che come relazioni nei confronti dell’esterno." osserva il team.

Queste, dunque, sono alcune delle riflessioni che possono dare un’idea dell’attuale quotidianità all’interno di una Casa Di Riposo, osservata dal punto di vista di una équipe di Educatori.

 

Le collaborazioni con il territorio

Proprio per allineare l’offerta di Ospitalità alle nuove situazioni, esigenze e problematiche emerse negli ultimi anni, Villa San Giusto nei mesi scorsi ha avviato una collaborazione con una startup innovativa di Gorizia - S.O.F.I.A Sostenere Ogni Famiglia In Autonomia - che si occupa proprio di percorsi dedicati a fragilità cognitive nella popolazione anziana.

"Tra l’altro questa iniziativa è nata dalla intraprendenza di una nostra Ricercatrice, la Dott.ssa Annapaola Prestia, per anni impegnata presso l’IRCSS di Brescia. Tale collaborazione si è concretizzata, come primo passo, tramite la realizzazione di un percorso formativo destinato a diverse figure professionali presenti nella nostra struttura dal titolo: «Équipe, spazi e attività: i tre ingredienti per prendersi cura della fragilità»" sottolinea il team.

Gli obiettivi del percorso sono indirizzati a creare una presa in carico trasversale e integrata, secondo un approccio olistico e protesico, caratteristico di metodi come il Gentlecare, in modo che l’Accoglienza e l’attenzione agli Ospiti, soprattutto quelli interessati da decadimento cognitivo, sia una pratica condivisa ed organica per tutte le figure professionali deputate alla cura stessa, capace di fare attenzione a tutti gli aspetti dell’Accoglienza, compresi quelli degli spazi e degli ambienti di permanenza dell’Ospite.

L’approfondimento non ha interessato solamente la parte prettamente legata agli effetti fisici della patologia ma, e soprattutto, ha interessato gli aspetti psichici, cognitivi e sensoriali di una persona affetta da patologia dementigena.

"In questo senso, dunque, sono state presentate le metodologie più efficaci sia dal punto di vista relazionale che dal punto di vista di organizzazione degli spazi di vita per render tali spazi il più possibile accoglienti ed in linea con la percezione del mondo esterno delle persone affette da demenza."

"Tale percorso ha raggiunto anche l’obiettivo secondario di aprire Villa San Giusto a realtà esterne alla nostra Struttura in modo tale da favorire collaborazioni e sinergie che possono trovare concretizzazione in progetti da realizzare all’esterno della Struttura e dedicati ad alcuni dei nostri Ospiti che maggiormente necessitano di un percorso riabilitativo personalizzato." conclude l'équipe.

 

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