Un cielo terso, il profumo del lago e l’entusiasmo di chi parte per un’avventura fuori dal comune. Lunedì 9 giugno, nei pressi di un famoso borgo gioiello affacciato sul lago di Como, si è finalmente realizzata un’esperienza che gli Ospiti delle Comunità Sant’Anna e Santa Marta del Centro Sant’Ambrogio di Cernusco sul Naviglio aspettavano da settimane: l’uscita in barca a vela.
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Le Comunità Santa Marta e Sant'Anna rientrano tra le Comunità Protette dell'area Psichiatrica dell'età adulta avanzata e anziana. Gli Ospiti sono persone spesso affette da disturbi dello spettro della schizofrenia o bipolari o depressivi. Tra i diversi obiettivi, oltre a promuovere un benessere a 360° dell'Ospite, si vuole favorire l'empowerment e la resilienza nonché incrementare l’autonomia nella cura di sé e dell’ambiente, l’autonomia nella gestione economica, migliorare le competenze relazionali e le abilità sociali.
Alle 10 del mattino, cinque Ospiti sono arrivati in riva al lago accompagnati da due operatori. Ad attenderli, con la sua solita energia, il Dottor Celeste Baia, Coordinatore del reparto Santa Marta, e la sua barca a vela – “Baia” – già pronta per salpare.
La giornata è stata pensata per alternare momenti di avventura a momenti di relax: mentre un primo gruppo saliva a bordo per navigare, l’altro si godeva un caffè e una passeggiata nel centro del paese. Poi, il cambio.
Per molti degli Ospiti si trattava della prima volta su una barca a vela. L’emozione era palpabile, mista a un pizzico di timore, presto dissolto grazie alla pazienza e alla presenza rassicurante del Dottor Baia e degli operatori.
Una volta in acqua tutto è cambiato: il vento sul viso, la sensazione di libertà, il silenzio interrotto solo dalle risate. Alcuni hanno anche provato a tenere il timone, sentendosi parte attiva di quell’avventura.
Uno degli aspetti più belli della giornata? Nessuno si chiedeva che ora fosse. Non importava da quanto si fosse in navigazione: l’importante era esserci, pienamente. Vivere quel momento, godere del sole, dell’aria, degli attimi assieme.
Al termine della mattinata, tutti insieme si sono ritrovati per un pranzo in una trattoria locale. Attorno al tavolo si è respirato entusiasmo e gratitudine. Gli Ospiti hanno raccontato le proprie sensazioni, condiviso sorrisi, riflessioni, aneddoti. Chi ha detto che guidare la barca l'ha fatto sentire libero, chi si è innamorato della calma che si prova in barca a vela, chi non smetteva più ridere ripensando alle agili movenze per salire a bordo e chi si è ricordato dei giri in canoa con il fratello... e anche chi ha particolarmente apprezzato il pranzo! Gli hanno dato alla giornata un giudizio unanime: 10 e lode.
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Esperienze come questa non sono semplicemente “gite”: sono parte di un approccio riabilitativo che mette al centro la persona, stimola la fiducia, accresce l’autonomia, valorizza la bellezza dello stare insieme e offre nuove possibilità di espressione. La barca a vela, in questo senso, si conferma uno strumento potente.
Il Dottor Baia si è detto felice e motivato a proseguire. Il suo sogno? Organizzare una regata con più barche e più Ospiti, per moltiplicare l’inclusione, la gioia e la forza di queste esperienze.
Tornando a casa, ogni Ospite ha portato con sé qualcosa di più di una bella giornata: ha portato leggerezza, autostima, relazione. E il desiderio, condiviso da tutti, di poter tornare presto su quella barca, magari con qualche compagno in più.
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