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Villa San Giusto a Gorizia verso la ripresa: l'intervista al Direttore Marco Mariano

Dopo mesi di grave emergenza, il peggio sembra essere passato. Stiamo finalmente assistendo ad un progressivo ritorno alla normalità, anche per gli Ospedali e le Strutture sanitarie e assistenziali dell’Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli.

Ma come sta procedendo questa ripresa? Lo abbiamo chiesto al Dott. Marco Mariano, Direttore di Struttura della Residenza Protetta Villa San Giusto a Gorizia, che ci ha raccontato come è stata gestita l’emergenza Coronavirus e come si sta finalmente ripartendo.

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Cosa comporta il ritorno alla normalità per gli ospiti e le loro famiglie?

Sì, ha detto bene. Almeno in parte, lentamente, e con gran fatica ci stiamo lasciando alle spalle l’emergenza COVID-19. I dati che giornalmente leggiamo indicano una curva epidemica in netta diminuzione e ciò, certamente, ci fa ben sperare per il futuro prossimo in un ritorno ad una normalità di vita. Si dovrà, comunque, rimanere vigili e attenti sino alla definitiva scomparsa del virus e, soprattutto, sino a quando non sarà individuato il vaccino idoneo che possa realmente e definitivamente garantire la sicurezza a tutti.

In questa straordinaria situazione di emergenza, che fortunatamente non ha rilevato casi di decessi nelle nostre Strutture, non vi è dubbio che un prezzo molto alto è stato comunque pagato dai ricoverati, la cui fragilità emotiva, è stata duramente messa alla prova dall’improvviso taglio nella continuità relazionale con i propri cari che - per ovvi motivi precauzionali - non hanno potuto più accedere alle strutture.

Noi, non trascurando questo aspetto, che riteniamo essere sempre fondamentale nel percorso di degenza, abbiamo cercato di ovviare all’inconveniente impiegando dei tablet, in modo tale da assicurare comunque voce e visibilità a degenti e famigliari e mantenere così un legame di continuità affettiva. Ora, seppur senza attenuare le misure precauzionali, il ritorno alla normalità per ospiti e famiglie consentirà loro di poter riallacciare quei legami, che solo la presenza fisica e il calore umano sanno dare e che certamente nessun tablet o telefono potranno mai sostituire.

 

Quali accortezze deve seguire chi accede alla struttura?

Da qualche giorno abbiamo potuto riprendere le visite ai degenti da parte dei familiari secondo le misure precauzionali e le accortezze indicate nelle linee guida regionali ed individuando delle aree dedicate.

Sin dall’inizio dell’epidemia, pur rispettando il distanziamento sociale, abbiamo comunque sempre garantito tutte le attività e manifestazioni culturali, sociali e ludiche per continuare ad assicurare ai nostri ospiti una vita quanto più normale, fatta di assistenza e di relazioni.

Per gli accessi in Struttura da parte dei familiari ci siamo dotati di specifici protocolli, in accordo con il Distretto Sanitario. È fondamentale, anzitutto, uno stretto governo degli accessi in Struttura impedendo l’ingresso a persone che presentino sintomi di infezione respiratoria acuta, anche di lieve entità, o che abbiano avuto un contatto stretto con casi di Covid sospetti, probabili o confermati negli ultimi 14 giorni.

È stato pertanto adottato uno specifico sistema di valutazione per chiunque debba accedere in Struttura in modo tale da consentire l’identificazione immediata di persone che presentano sintomi simil-influenzali. Chi accede in Struttura dovrà garantire l’osservanza di tutte le precauzioni necessarie (mascherine, igienizzanti mani, distanziamento) per prevenire ogni forma di contagio. In questo, per sensibilizzare ulteriormente i familiari, ci siamo dotati di accurata cartellonistica all’ingresso con il decalogo delle norme comportamentali e le precauzioni da osservare.

Attraverso il contributo dei professionisti abbiamo realizzato una programmazione giornaliera degli accessi, limitando e scaglionando gli ingressi ed adottando un’organizzazione che consenta lo svolgimento delle stesse nel rispetto delle regole di distanziamento sociale - così da evitare assembramenti all’ingresso – garantendo l’immediata detersione e sanificazione degli ambienti ad ogni visita.

 

Nella Struttura prima della pandemia c’erano importanti progetti in corso e in divenire: da dove si riparte?

Per quanto concerne i progetti in corso - rimasti necessariamente in sospeso a seguito della pandemia - non rimarranno chiusi nel cassetto delle “cose da realizzare”. Andranno avanti, con la stessa determinazione e la stessa voglia di fare che ha costantemente animato la nostra azione in questo periodo buio.

Partiamo comunque dalla grande risposta che l’organizzazione della Struttura e le professionalità che vi operano, ciascuno per le proprie competenze e responsabilità, hanno saputo fornire a tutti i livelli contribuendo efficacemente a contrastare questo virus.

 

Quale insegnamento porta con sé dopo quest'esperienza?

È evidente che l’esperienza che stiamo vivendo tutti, indistintamente, indipendentemente dai ruoli e dalle qualifiche, è di una eccezionalità assoluta. Sono emerse le nostre fragilità, le nostre paure, mandando in frantumi molte delle nostre certezze ritenute sino a quel momento inattaccabili.

Per molti, la vita, sino a tre mesi fa, era ritenuta una nave inaffondabile. Così non è stato. Ci siamo accorti che esistono gli altri, che è bello essere solidali, che un sorriso regalato vale moltissimo, che, di fronte a tragedie di così grandi proporzioni, esiste un “dolore condiviso” che ci accomuna e che tutti sono pronti a rimboccarsi le maniche in nome di un ideale supremo.

Penso con tristezza e sgomento a quella lunghissima fila di autocarri militari che di notte trasportavano le bare di tante persone decedute nel Bergamasco o delle tante ambulanze che portavano altrove gli anziani di una struttura di riposo colpita dal Coronavirus. Non dimenticherò mai quelle immagini: come rimarranno per sempre indelebili le immagini della fatica e della stanchezza di tutti gli operatori delle nostre strutture e non solo, che con grande sacrificio e spirito di servizio non hanno lesinato una parola di conforto e l’assistenza necessaria ai nostri ospiti. A tutti costoro va il mio personale pensiero e il mio grazie, anche per l’immenso patrimonio di valori e di speranza che con la loro umanità hanno saputo trasmetterci.

 

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