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Aree di cura e futuro della Provincia: la parola ai Direttori di Struttura

La partecipazione attiva dei Collaboratori laici è stata un innovativo arricchimento per il 137° Capitolo Provinciale: cosa hanno provato nel prendere parte ad un momento così significativo? Alla luce del nuovo Governo Provinciale, quali sono le prospettive e gli obiettivi futuri per le diverse Aree di cura?

Ce ne parlano il Dott. Fausto Turci, Direttore della RSA San Carlo Borromeo, il Dott. Damiano Rivolta, Direttore dell'Ospedale Sacra Famiglia di Erba, il Dott. Renzo Baldo, Direttore dell'IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, e il Dott. Marco Mariano, Direttore della Casa di Riposo San Pio X e dell'Ospedale San Raffaele Arcangelo di Venezia

 

 

Dott. Fausto Turci, Direttore della RSA San Carlo Borromeo: un'alleanza di cura 

Dott. Fausto TurciÈ per me la prima partecipazione al Capitolo, che per la prima volta ha richiesto la collaborazione attiva dei Direttori di Struttura. Sono emozionato e mi sento caricato di una grande responsabilità che è quella di apportare il mio contributo, non solo per la scelta del nuovo Padre Provinciale, ma soprattutto per la visione gestionale e carismatica della Provincia per i prossimi anni a venire.

È stata una settimana molto intensa, dove si sono alternati momenti di confronto e di riflessione: ritengo di prioritaria importanza rifarci alle origini dell’Ordine, indirizzando i nostri pensieri gestionali ed organizzativi alle persone che vengono affidate ai nostri servizi. Siano loro ispiratori delle effettive esigenze della nostra organizzazione, imitando gli intenti di San Giovanni di Dio quando andava alla ricerca degli ultimi. Anche io ci sarò e metterò a disposizione la mia conoscenza e la mia esperienza.

Costruire il futuro dopo questo periodo pandemico, che ha frammentato tempo e progetti, è veramente molto complicato. Abbiamo però chiara la nostra missione che è quella di portare il messaggio evangelico nel mondo della sanità e ricercare e portare benessere ai nostri Ospiti.

Il mondo delle RSA si sta modificando incredibilmente, orientandosi sempre di più verso anziani che arrivano in struttura già compromessi nel loro stato psicofisico e che ci obbligano ad un consistente intervento sanitario, senza tuttavia perdere la relazione e la socialità che devono rimanere elementi per noi imprescindibili.

Già ora, ma ancora maggiormente nel prossimo futuro occuperà grande spazio la relazione tra struttura e familiari che ci affidano i loro cari e che ormai partecipano al progetto di cura in maniera sempre più consapevole e competente: con loro si tratterà di promuovere un’alleanza di cura complessiva della persona, che deve considerarli non solo parte attiva ma anche destinatari delle nostre attenzioni.

Tutto ciò sarà possibile se riusciremo a coinvolgere proattivamente tutto il personale e renderlo sempre più competente tecnicamente ed attento socialmente verso le esigenze degli Ospiti: già lo fanno e per questo credo sia giusto non dimenticarsi mai di ringraziare ciascun operatore della RSA San Carlo Borromeo.

 

 

Dott. Damiano Rivolta, visione e prospettive future dell'Ospedale Sacra Famiglia

Dott. Damiano RivoltaL’esser stato invitato a partecipare al Capitolo e, precedentemente, agli incontri di preparazione capitolari è stata – per me che sono entrato a far parte dell’Ente da meno di due anni – una piacevole sorpresa. Con gli altri Direttori di Struttura ci siamo sentiti immediatamente parte di qualcosa di più grande, di un percorso lungo 500 anni al quale siamo chiamati a dare il nostro piccolo contributo.

La sfida cui siamo chiamati a rispondere l’ho definita “sfida incoerente”, perché apparentemente contrastante tra gli obiettivi gestionali e di sostenibilità economica e la diffusione valoriale e carismatica che deve contraddistinguere non solo l’Ente, ma in particolare le Opere nelle quali l’Ente si articola e dà la propria testimonianza.

Gli incontri di preparazione al Capitolo ed il Capitolo stesso ci hanno consentito un confronto aperto tra laici e religiosi rispetto a quanto fatto nel precedente periodo e quanto dovremmo e potremmo fare nel prossimo quadriennio, con un percorso molto simile ad un processo di pianificazione strategica.

Il tema del Capitolo ci esorta ad essere coraggiosi e ad intraprendere nuove forme per “prendersi cura” dei più fragili: l’Ospedale Sacra Famiglia di Erba ha come obiettivo di fornire una pronta risposta ai bisogni di salute di un territorio complesso e densamente popolato pur non ospitando città di grandi dimensioni.

Il focus che dovremo porre nei prossimi anni sarà su un modello di sanità innovativo, con delle strutture qualitativamente adeguate all’interno dell’Ospedale ed un continuo rapporto con il territorio che sfrutti, come già avviato nella fase pandemica, anche le potenzialità che la tecnologia ci offre.

L’Ospitalità deve tornare ad essere il valore guida per la Struttura di Erba, valorizzando quanto di buono emerso durante la pandemia e supportando il personale con azioni operative e formative. L’accoglienza della persona in tutti i suoi aspetti deve essere l’obiettivo primario di chi lavora nel nostro Ospedale, abbinato alla qualità delle cure ed all’efficienza dei processi, così da garantire la sostenibilità economica e, conseguentemente, il futuro dell’opera.

L’offerta dell’Ospedale ad oggi è sostanzialmente completa: il rapporto costruito in questi anni con i medici di medicina generale ha consentito di evidenziare alcune linee di sviluppo da perseguire in continuità a quanto sinora svolto.

In particolare, l’ambito cardiologico richiede – anche in ragione della nuova sala di elettrofisiologia che sarà pronta nei primi mesi del 2022 – una rivisitazione dell’attività ambulatoriale e di ricovero, con il successivo sbocco in riabilitazione cardiologica dopo la fase acuta ed il completamento dell’offerta mediante la realizzazione di posti letto di Unità Coronarica dedicati nella nuova terapia subintensiva finanziata, in parte, con i fondi raccolti durante la pandemia COVID.

Il Pronto Soccorso, biglietto da visita della Struttura, dovrà necessariamente affrontare la ristrutturazione strutturale ed organizzativa. Nell’ambito materno-infantile è prevista l’attuazione di una strategia condivisa con i servizi territoriali, sia in ambito ostetrico che pediatrico, dovrebbe consentire di mantenere il punto nascita al di sopra dei livelli minimi di sicurezza stabiliti dai decreti ministeriali.

Un ulteriore aspetto sfidante sarà lo sviluppo delle applicazioni di telemedicina, che consentirà, dal punto di vista tecnico, l’erogazione di servizi anche a distanza ma che dovrà saper trasmettere i valori dell’Ordine anche attraverso i supporti tecnologici. Per le altre U.O. sarà necessario perseguire lo stato dell’arte tecnologico e clinico, mediante l’aggiornamento continuo degli operatori ed un progressivo ammodernamento delle apparecchiature, già avviato, ad esempio, nella Chirurgia Generale.  

La partecipazione a reti di patologia e la definizione con gli opportuni partner di percorsi destinati ad una presa in carico completa del paziente, oltre ad un più stretto rapporto con le altre Strutture ed in particolare l’IRCCS San Giovanni di Dio, sono ulteriori obiettivi da perseguire nel prossimo quadriennio.



Il Direttore Renzo Baldo: l'IRCCS di Brescia e l'alta specialità clinica-assistenziale

Dott. Renzo BaldoL’invito a partecipare al 137° Capitolo Provinciale è stato personalmente vissuto come un misto tra un prendersi in carico un compito sfidante e un’opportunità da condividere con altre persone, religiosi e Collaboratori. Il filo conduttore di questo Capitolo rappresenta la sfida che questo tempo ci chiede di affrontare nel dare continuità all’idea che ha generato l’opera: offrire Ospitalità a persone fragili, spesso lasciate sole.

Credo che l’apertura di questo Capitolo a diversi Collaboratori, Direttori di Struttura e di livello centrale, sia un atto di consapevolezza che l’opera è frutto del lavoro delle tante persone che, anche oggi come nel futuro, sono coinvolte nelle varie Strutture.

Il Capitolo è un momento che accompagna la vita dell’Ente nel fare il punto delle attività effettuate nell’ultimo quadriennio e programmarne per il successivo: siamo pertanto chiamati a contestualizzare nel nostro oggi e prossimo futuro le necessarie progettualità. La parola che ho sentito e che ha accompagnato i giorni di partecipazione al Capitolo è il “discernimento: facoltà che ci aiuta a valutare e a scegliere, ma non da soli bensì insieme, nel dialogo, nel silenzio, nella preghiera, nell’ascolto e nel confronto, nella convinzione di poter dare un contributo utile alla necessaria sintesi che i lavori del Capitolo generano.

Certamente il conoscerci e il vivere insieme questa esperienza ci permetterà di renderla anche nel futuro proficua, ma con la consapevolezza che la partecipazione a questo momento e il suo esito sono frutto di un qualcosa di più alto, che non è solo la sintesi delle nostre forze.

La prospettiva gestionale ed organizzativa dell’IRCCS di Brescia ha l’obiettivo di garantire l’alta specialità clinica-assistenziale, una ricerca scientifica attenta a tradursi in innovazione in termini di assistenza (traslazionalità), possibile con una programmazione formativa a ciò finalizzata e rivolta al personale.

L’attività di ricerca si sostanzia nell’ambito della programmazione concordata e approvata dal Ministero della Salute, mentre l’attività clinica nella programmazione della Regione Lombardia, così come da attività autorizzata e accreditata. La natura monotematica dell’IRCCS Centro San Giovanni di Dio della PLV è elemento di eccellenza anche nel panorama internazionale, potendo acquisire un maggior ruolo di riferimento per altre strutture nell’ambito del settore di riconoscimento.

Le prospettive e gli obiettivi che interesseranno l’IRCCS si inseriscono nell’ambito di linee strategiche di azione che si possono così declinare:

  • Adeguamento e sviluppo delle infrastrutture
  • Innovazione nuovi percorsi traslazionali
  • Servizio ambulatoriale gratuito verso situazioni di povertà
  • Attività in solvenza calmierata
  • Innovazione – Riqualificazione residenzialità e interventi nel territorio
  • Avviare la valorizzazione della ricerca ed il trasferimento tecnologico
  • Raccolta fondi strutturata

Si confermano le strategie avviate, implementando un ruolo di interlocutore in un contesto in veloce cambiamento dove la tecnologia, l’utilizzo dei dati e l’umanizzazione sono alcuni elementi da considerare. Fra le altre azioni già avviate si segnalano:

  • Qualificare l’eccellenza scientifica, ottimizzando i percorsi di crescita professionale e di formazione dei ricercatori.
  • Sviluppare un percorso di selezione all’ingresso di profili professionali inclini e già orientati ad un naturale interscambio tra attività cliniche e di ricerca.
  • Implementare le competenze di ingegneria clinica.
  • Potenziare l’attività di ricerca scientifica nell’ambito del Laboratorio congiunto di Imaging Cerebrale Coputazionale (ICClab) tra l’IRCCS e la Struttura ospedaliera della PLV.
  • Implementare sistemi per la gestione, interpretazione e condivisione di big data, potenziando l’ambito delle attività di neuroinformatica.
  • Implementare protocolli di telemedicina e teleriabilitazione.
  • Introdurre i percorsi MAC in ambito di disagio psichiatrico giovanile.



Il Direttore di Struttura, Marco Mariano: collaborare per costruire il futuro

Dott. Marco MarianoLa partecipazione al Capitolo Provinciale rappresenta per me un’esperienza significativa. L’opportunità di condividere questo percorso di riflessione in maniera integrata con i religiosi dà la dimensione di quanto oggi debba essere inscindibile questo legame per poter collaborare assieme alla costruzione del futuro della nostra Provincia ed alla declinazione continua del Carisma dell’Ospitalità a favore dei nostri malati e dei Collaboratori.

In realtà per me non è la prima volta che ho l’opportunità di partecipare al Capitolo Provinciale: già nel 2014, in occasione del 135° Capitolo, il Superiore Provinciale ebbe l’intuizione e l’audacia di “aprire le porte” ai Collaboratori laici, rimarcando concretamente l’importanza di avviare un percorso di forte collaborazione tra la componente religiosa e la componente laica nella conduzione delle Opere.

Questo Capitolo per me assume un significato diverso, rispetto al 2014, perché ci arrivo con un percorso di maturazione “alle spalle” derivante da una maggiore conoscenza dell’Ordine Ospedaliero e della storia di San Giovanni di Dio e dalla responsabilità nella conduzione dapprima delle Casa di Riposo San Pio X e San Giusto ed ora di Romano d’Ezzelino e del Presidio Ospedaliero S. Raffaele Arcangelo di Venezia.

Come ci ha ricordato il Padre Generale diventa fondamentale percorrere lo stesso cammino con la componente religiosa, riconoscendo e valorizzando le differenze e le particolarità di ciascuno per promuovere l’Ospitalità a tutti i livelli organizzativi. Il Carisma ed i valori dell’Ordine devono essere trasferiti e sta a noi, religiosi e laici in posizioni apicali, promuovere prassi, comportamenti e strumenti affinché tali valori vengano diffusi in tutti i livelli organizzativi fino ad arrivare all’assistenza al malato che, così facendo, diventerà totalizzante ed olistica.

L’obiettivo per il futuro, pertanto, non può prescindere da un maggior coinvolgimento da parte del personale anche mediante un’attenta pianificazione ed attuazione di percorsi formativi, condividendo i principi identitari dell’Ordine ed il Carisma di San Giovanni di Dio. Questo consentirebbe di rafforzare sempre di più la corresponsabilità tra la Direzione ed i Collaboratori nel raggiungimento delle finalità istituzionali del Centro in un quadro di sostenibilità economica attraverso l’utilizzo efficiente delle risorse.

 

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