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In un'epoca in cui la vulnerabilità sociale e sanitaria si intrecciano sempre più spesso, creando una doppia condizione di fragilità che lascia molti individui senza un rifugio sicuro, l'inaugurazione di Casa Lucena rappresenta una svolta significativa verso un approccio più inclusivo e curativo.
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Situata nel cuore della Locanda San Giovanni di Dio a Brescia, Casa Lucena è stata ufficialmente inaugurata il 5 marzo 2024, segnando un importante passo avanti nella missione di fornire non solo un tetto, ma un vero e proprio percorso di inclusione e cura per le persone senza dimora affette da problemi di salute mentale.
Nascendo dall'esperienza maturata dalla Locanda nella gestione di situazioni di grave marginalità sociale, Casa Lucena emerge come un modello di co-housing innovativo. A differenza delle strutture tradizionali, propone uno spazio coabitativo che valorizza l'individualità dei suoi occupanti, promuovendo la salute mentale in un ambiente che supera la mera accoglienza fisica.
Questa iniziativa, inserita all'interno di un programma che prevede vari progetti, sottolinea l'importanza di un rifugio che sia anche psicologico, offrendo una risposta concreta a chi si trova in una situazione di vulnerabilità abitativa e sanitaria.
Abbiamo chiesto ad alcuni degli inquilini di Casa Lucena di raccontarci cosa abbia rappresentato per loro questo progetto e in che modo li abbia aiutati nel loro percorso di crescita e rinascita personale.
"Quando sono arrivato a Casa Lucena, l'idea di condividere il mio spazio con degli sconosciuti mi metteva a disagio; ero abituato a guardare solo a me stesso" racconta Paolo.
"Ma con il passare dei giorni, ho scoperto che la condivisione va oltre il semplice dividere una stanza o un pasto. Significa ascoltare le storie degli altri, condividere risate e lacrime, e supportarsi a vicenda".
"Ora, i miei coinquilini sono come una famiglia. Insieme, abbiamo creato un ambiente dove ogni piccolo successo personale è celebrato come un traguardo di tutti" conclude.
"Vivere qui mi ha insegnato che la condivisione è molto più di una necessità logistica; è un'opportunità per crescere insieme".
"Dalle piccole routine quotidiane, come preparare il caffè la mattina, fino ai momenti di confronto e supporto, ogni aspetto della nostra convivenza e l’aiuto dei professionisti dell’IRCCS contribuiscono al mio percorso di guarigione".
"La comprensione e l'accettazione che trovo nei miei compagni di casa e nel dialogo con i medici hanno trasformato la mia percezione del mondo e di me stesso".
"Avevo perso ogni speranza di arrivare a Casa Lucena. Non mi hanno solo dato un letto su cui dormire, ma mi hanno aiutato a riscoprire i miei talenti perduti".
"Qui, ho avuto l'opportunità di partecipare ai laboratori che mi hanno aiutato a esprimere i miei sentimenti in modi che non credevo possibili. Ogni opera che creo è un passo verso la mia guarigione".
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Casa Lucena, con le sue storie di vita e speranza, ci dimostra quanto sia potente l'unione tra cura, accoglienza e supporto reciproco. Questo progetto innovativo, sostenuto dai valori di cura e fratellanza dei Fatebenefratelli, mostra che tutti possiamo fare la differenza nella vita di chi si trova in difficoltà.
Le esperienze di Paolo, Angelo e Roberto ci insegnano che chiedere aiuto, trovare professionisti pronti all’ascolto e supportarsi a vicenda trasforma non solo chi riceve supporto, ma arricchisce anche chi lo offre.
Ecco perché ti invitiamo a unirti a noi. Puoi fare la tua parte donando, diventando volontario o semplicemente parlando di questo progetto con gli altri. Insieme possiamo assicurarci che Casa Lucena continui a essere un luogo di speranza e nuovo inizio per molti.
Alla Locanda San Giovanni di Dio accogliere, significa aprire la porta della nostra casa all’altro. Non importa chi sia o da dove venga, l’ospitalità per noi è tendere una mano a chi vive in strada ed accompagnarlo dentro il nostro servizio.
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