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Il valore della Famiglia, la parola a Alessandro Screpis

La Giornata Internazionale delle Famiglie è una ricorrenza istituita nel 1993 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con lo scopo di diffondere una maggiore consapevolezza e riflessione riguardo quei cambiamenti di cui questa importante risorsa vitale per la società è stata protagonista.

Per riflettere su questo tema abbiamo chiesto il pensiero di Alessandro Screpis, Responsabile Spirituale dell'Ospedale Sacra Famiglia di Erba.

 

I cambiamenti della Famiglia

"Alcuni di questi cambiamenti si possono osservare nell’assetto della famiglia che da tradizionale si è trasformata in monogenitoriale, allargata oppure omogenitoriale." introduce il Responsabile.

"Altri cambiamenti da non sottovalutare sono quelli che riguardano il fenomeno della ormai sempre più crescente denatalità e l’impatto che ha avuto la pandemia sui tempi di vita e di lavoro."

"La famiglia ha da sempre rivestito un ruolo fondamentale nella società e abbiamo visto come nel corso dei decenni, con il mutare delle condizioni politico sociali ed economiche è cambiato anche l’assetto che la famiglia ha avuto per lungo tempo." continua.

 

Vivere la Famiglia: cosa significa essere un Operatore Sanitario

"Famiglia è un concetto che raccoglie tanti significati, essere Operatori Sanitari all’interno di una Struttura Ospedaliera significa vedere tante sfaccettature di questa realtà che facilmente si collega all’ambito materno infantile ma in realtà ogni nostro paziente è parte di una famiglia. Può essere figlio, genitore, marito, compagna." spiega Alessandro Screpis. 

"Si partecipa alla felicità di una nuova vita che nasce ma anche alla fatica di donne e bambini che cercano rifugio dalla violenza. Si incontrano genitori che abbracciano teneramente neonati apparentemente fragili, genitori disorientati di adolescenti incredibilmente fragili, anziani accompagnati dai figli fino alla fine oppure soli in una struttura che non conoscono." racconta.

"Si possono incontrare famiglie con cui è facile comunicare, altre con cui è difficile creare un rapporto di fiducia perché parlano lingue diverse o vivono situazioni particolari. Si può condividere la preoccupazione per la salute di un paziente, la gioia della guarigione, il dolore per la malattia, la tristezza della morte." ci confida Alessandro Screpis. 

"E poi ci sono gli operatori ciascuno con la propria famiglia. Si dice che un buon operatore deve lasciare la sua vita fuori dal cancello dell’ospedale. Ma non è sempre facile perché anche l’operatore è figlio, genitore, marito, compagna. Allora la fatica può essere più grande perché tesa a garantire una professionalità di cui è portatore.

 “Dobbiamo custodire la famiglia ma non imprigionarla: farla crescere come deve crescere, l’indicazione di rotta a braccio: «State attenti alle ideologie: la famiglia non è una ideologia, è una realtà. Quando vengono le ideologie a verniciare la famiglia, si distrugge tutto. La famiglia è fatta di un uomo e di una donna che si amano e creano. (…). Non dobbiamo aspettare che la famiglia sia perfetta, per prenderci cura della sua vocazione e incoraggiare la sua missione». (Papa Francesco)

 

 

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