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Fra Fiorenzo Priuli e la sua esperienza in Africa

13 marzo 2023

Fra Fiorenzo Priuli rappresenta una vera e propria istituzione per gli Ospedali africani di Afagnan e Tanguiéta. Da oltre trent'anni dedica il suo tempo per curare i malati di queste zone, che hanno un estremo bisogno di aiuto: un gesto di grande valore, che ha reso Fra Fiorenzo un eroe per tantissime persone. 

Riportiamo qui un'intervista uscita sul Giornale di Brescia, in cui Fra Fiorenzo racconta della sua esperienza in Africa. Continua a leggere per saperne di più!

Perché la scelta di diventare missionario?

"Quando ero ragazzo nel mio paese, Cemmo di Capo di Ponte in Valcamonica, provincia di Brescia, molti pensavano che sarei diventato frate", racconta Fra Fiorenzo. Una convinzione maturata da tutti a partire dall’esempio della sua famiglia, che è sempre stata molto religiosa.

Così Fra Fiorenzo, in giovane età, aveva accettato di entrare in un collegio dei Fatebenefratelli e, una volta uscito, aveva sviluppato il forte desiderio di consacrare la vita a Dio e curare le persone povere e malate dell’Africa

 

Cosa ricorda della sua prima Africa?

Inizia così il racconto della sua prima esperienza nel territorio africano: "In Africa sono andato nel 1969, avevo ventitrè anni. Tra gli obiettivi della mia missione, vi era quello di distruggere i feticci, gli oggetti di venerazione religiosa presenti tra le popolazioni indigene. Ricordo che il Concilio Vaticano II era terminato da poco e le sue aperture, i suoi insegnamenti, non si erano ancora diffusi, nemmeno tra le persone consacrate".

Nel suo racconto Fra Fiorenzo ammette di sorridere ripensando a questa sua iniziale "presunzione": nel corso della sua esperienza in Africa ha infatti stretto una forte amicizia con il califfo di Kiota, in Niger. Da quando, trent’anni fa, un loro malato è guarito nell'Ospedale di Tanguiéta, continuano ad arrivare pazienti indirizzati lì dal "marabutto" (termine che identifica i "santoni" musulmani), che dà ai malati una lettera in cui descrive brevemente i sintomi e patologie di cui soffrono e in cui conferma a Fra Fiorenzo che ogni venerdì prega sempre per lui in moschea.

 

Oggi in Africa servono testimoni o predicatori?

"Direi proprio che oggi l’Africa ha bisogno di testimoni. Persone, consacrate o laiche, che abbiano grande rispetto e sappiano valorizzare la cultura locale nel segno di quell’ospitalità che è il perno centrale della nostra vita missionaria", prosegue Fra Fiorenzo.

Nel suo racconto egli sottolinea l'importanza di preservare la cultura delle popolazioni locali per riuscire a diffondere la Parola di Dio e racconta che lui stesso ha imparato molto da loro, tanto che spesso nell’Ospedale di Tanguiéta alle terapie mediche d’avanguardia si affiancano le cure tradizionali.

 

Come si è passati dalla diffidenza alla fiducia?

"È servito molto lavoro e molta pazienza prima di ottenere la fiducia della gente. La popolazione seguiva solo lo stregone-guaritore, in forza delle proprie convinzioni religiose feticiste ed era diffidente verso la novità portata dai bianchi", ricorda Fra Fiorenzo.

Un momento di svolta si è poi verificato tra il 1979 e il 1980, quando a causa di una terribile epidemia di morbillo cinquemila bambini persero la vita nel giro di pochi mesi. In quell’occasione, le persone si resero conto che i pazienti che si rivolgevano all'ospedale riuscivano a salvarsi, e da allora hanno iniziato a frequentarlo con regolarità. 

 

Insieme a UTA Onlus Fra Fiorenzo si impegna quotidianamente a salvaguardare le popolazioni bisognose di cure di Afagnan e Tanguiéta. Se anche tu vuoi dare il tuo contributo per sostenere questa causa, clicca qui in basso e dona ora!

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