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Ospedale San Raffaele Arcangelo: la parola al nuovo Direttore di Struttura

Il Dott. Marco Mariano è il nuovo Direttore dell’Ospedale San Raffaele Arcangelo di Venezia, uno dei primi centri dell’Italia del Nord in cui ha operato l'Ordine dei Fatebenefratelli.

Con una lunga esperienza professionale in diverse Strutture della Provincia Lombardo Veneta, il Dott. Mariano ci ha raccontato il significato di assumere la dirigenza di un presidio sanitario e delle sue specifiche priorità d'azione, avendo sempre consapevolezza dell'emergenza pandemica in atto. 

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Il nuovo Direttore dell'Ospedale San Raffaele Arcangelo: l'esperienza formativa e professionale

Dott. Marco MarianoLa mia esperienza formativa e professionale trova sostanzialmente origine all’interno dei Fatebenefratelli dopo una laurea in Economia e Gestione delle Aziende sanitarie a Roma, mia città natale, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore ed un Master in Management sanitario presso la Bocconi di Milano.

Successivamente ho fatto una breve esperienza come stagista nel nostro Ospedale generale ad Erba per poi misurarmi con il settore socio-sanitario attraverso il mio impiego nella Casa di Riposo San Pio x di Romano d’Ezzelino e nella Residenza Protetta Villa San Giusto a Gorizia.

Giorno dopo giorno nel rapporto con gli ospiti delle Strutture, con il personale e con tutti coloro che contribuiscono a rendere grande il nome e l’operato dell’Ordine, è andata maturando la consapevolezza del valore e dell’importanza della nostra “Famiglia”, che attraverso un lavoro capillare e quotidiano trasmette a distanza di tanti secoli i valori fondanti, diretta testimonianza di San Giovanni di Dio.

Il Carisma del nostro Fondatore non è infatti un assunto astratto e lontano dalla nostra portata. È una filosofia di vita che si estrinseca quotidianamente in opere, in azioni, in comportamenti, dove il centro e l’interesse primario dell’agire è l’uomo: individuo con la sua complessità emotiva, con la sua fragilità, con i suoi problemi irrisolti, che necessita di aiuto, di qualcuno che porga una mano nel momento del bisogno senza ritrarla davanti al colore della pelle, alla differente religione o alla evidente povertà.

Se l’altro sa che ci sei, che può contare su di te senza alcun pregiudizio, ecco è in quel momento che si rende attualità e giustezza al messaggio di San Giovanni di Dio.

 

Dirigere un presidio sanitario oggi: dedizione, professionalità e apertura

Non nascondo che guardo a questa nuova esperienza con fiducia ed ottimismo: sono stato sempre convinto che le opere si portano a compimento se si è in grado di guardare avanti, con umiltà, onestà intellettuale, audacia, fantasia e soprattutto con tanta dedizione e senso del dovere.

Per usare una metafora agreste, possiamo dire che l’humus già esiste: la “terra buona” è costantemente presente nel messaggio del nostro Fondatore. Dipende da ciascuno di noi poi fare in modo che – attraverso la professionalità e la sensibilità – quei valori di accoglienza, di umanità, di disponibilità e di buona gestione amministrativa siano costantemente considerati quale stella polare da seguire.

Non mi sento di considerare il presidio ospedaliero quale entità separata dal territorio veneziano: esistiamo sul territorio, non solo geograficamente, e cresciamo continuamente nel tessuto sociale e economico, dove abbiamo posto le nostre radici sin da quando è sorta la Struttura.

D’altronde, il concetto di “apertura” e di accoglienza deve – ora come non mai – fare i conti con “l’altro”: una semplice idealizzazione geografica non deve rappresentare un muro o essere di ostacolo alle aspettative e alla missione dell’Odine.

Tutte le storie, compresa quella sanitaria, rappresentano ciò che siamo in grado di costruire noi oggi per domani.



Ospedale San Raffaele Arcangelo e le nuove priorità d'azione: modelli organizzativi personalizzati e approccio olistico

Il lavoro deve essere la priorità nell’azione quotidiana. La conoscenza ed il giusto avvicinamento del personale – al quale va il nostro plauso ed il nostro incoraggiamento per il grande lavoro che svolge quotidianamente – stimolerà un continuo e costante confronto, affinché possano sentirsi seguiti nel loro lavoro e nelle loro attività, che non stancheremo mai di definire encomiabili.

L’attenzione dovrà essere poi necessariamente rivolta alla cura dei nostri pazienti attraverso la ricerca di modelli organizzativi personalizzati che facciano dell’approccio olistico il fondamento dello stile assistenziale della struttura: tutto questo con una preoccupazione in più, quella di avere la consapevolezza di giorni difficili, legati ad un costante pericolo di possibili infezioni.

A Bassano del Grappa e a Gorizia siamo riusciti a fare un lavoro egregio, grazie alla collaborazione di una direzione sanitaria attenta e responsabile ed al contributo di tutti gli operatori, che non finirò mai di ringraziare. Mantenere alta l’attenzione e le precauzioni è necessario per creare un cordone sanitario per sostenere un corretto equilibrio psicofisico, senza quindi privare i nostri degenti – spesso non più giovanissimi – della possibilità di continuare a godere dell’affetto e della vicinanza dei propri cari.

Le altre priorità non verranno ovviamente lasciate a languire nel cassetto del “dimenticatoio”: saranno oggetto di attento esame con i Collaboratori e la Direzione centrale e sono sicuro che troveranno, nei tempi previsti, il giusto dimensionamento e la giusta risoluzione.

 

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