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La postulazione di Fra Bonifacio Bonillo e il servizio ai bambini

Fra Bonifacio Bonillo, conosciuto anche come Fra Garbanzo, è stato una figura chiave per l'Ordine Ospedaliero San Giovanni di Dio Fatebenefratelli. Operando in Spagna, ha saputo essere un esempio di cosa significa concretizzare i valori di San Giovanni di Dio nella propria quotidianità.

Ospitalità, Rispetto e Spiritualità sono stati i principi che hanno guidato le sue azioni da questuante, tanto che il 18 dicembre 2022 si è dato avvio alla causa di beatificazione e canonizzazione nella cappella dell’Ospedale San Giovanni di Dio a Cordova.

Scopriamo insieme le tappe principali della sua vita. 

 

L'incontro con l'Ordine Ospedaliero San Giovanni di Dio

Nato a Cañaveruelas nel 1899 fin da subito si dimostrò disposto ad aiutare gli altri nonostante la sua famiglia vivesse in una situazione indigente: proprietaria di soli pochi averi, dovette presto affrontare la morte del capofamiglia nel 1909. Così Bonifacio dovette coniugare lo studio al lavoro per sostenere la madre e la sorella. 

Dopo aver dato il proprio servizio in diversi lavori stagionali, decise di recarsi prima a Madrid, poi a Saragozza e infine a Barcellona per trovare un'occupazione stabile e remunerativa. Fu proprio a Barcellona che nel 1924 entrò in contatto con il Centro Immacolata Concezione dell'Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli. Ai tempi, il Centro vedeva la presenza di soli tre Confratelli, sei bambini e pochi Collaboratori.

Qui iniziò il suo percorso formativo e l'assistenza ai malati divenne il suo più grande carisma. In particolare, trovò nella carità una forma concreta di Ospitalità volta ad aiutare i bisognosi. 

Al termine del periodo di postulato, si trasferì a Madrid per procedere al noviziato. Nel 1926 emise la Professione dei voti temporanei di povertà, castità, obbedienza e ospitalità. Nel 1929, emise invece la Professione Solenne.

 

Carità e Ospitalità: i valori guida della vita di Fra Bonifacio

Nel 1934, l'Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli trovò un nuovo terreno ideale per il futuro dell'Ospitalità infantile firmando gli atti per la vendita della proprietà "Huerta de San Pablo". Parallelamente crearono l'Asociaćion Unión de Damas Pro-Hogar y Clínica San Rafael per finanziare la cura dei bambini poveri. 

La Comunità entrò nel 1935 e Fra Bonifacio Bonillo iniziò la sua opera di questuante per i bambini. Nel farlo, la sua espressione era semplice ed evocativa: "C'è qualcosa per i miei poveri figli?". Piano piano, divenne conosciuto e conquistò la simpatia dei molti. 

Semplicità, umiltà, prudenza, dedizione per il Prossimo furono i suoi tratti distintivi. Imparò a conoscere il territorio e i luoghi in cui erano soliti trovarsi i benefattori, ricercando sempre della Carità da parte loro.

Non si mostrò mai stanco o svogliato: aveva imparato l'arte di aspettare che "il frutto maturi". Il suo aspetto bonario, la sua simpatia e la Fede in Dio lo fecero tornare ogni giorno a casa con offerte per i bambini. A tal proposito, Fra Federico Argüello diceva: "sono sicuro che passava tutta la notte a pensare come ottenere le elemosini migliori, perchè nessuno poteva resistergli".

 

Le iniziative a favore della Carità

Nel questuare diede vita a molte iniziative

Ogni Natale la sua voce risuonava in tutte le case di Cordova. Fra Bonifacio, infatti, presenziava in un programma di Radio Cordova per "l'asta di beneficienza". Durante la trasmissione era invitato a intonare un canto oppure a improvvisare una poesia scritta da lui, con rime divertenti. Divenne molto amato e le donazioni raddoppiarono nel giro di poco.

Organizzò anche tre festival delle corride e diverse feste popolari per raccogliere i fondi a beneficio dei bambini bisognosi.

Ma la sua azione non si limitò all'elemosina: accorreva in soccorso di ogni bambino malato per visitarlo e donare l'affetto necessario al superamento della malattia. 

 

L'assegnazione della Croce della Carità 

Fra Bonifacio divenne talmente benvoluto che le autorità cordonave chiesero al governo spagnolo di conferirgli la Croce della Carità: un riconoscimento dedicato solo a coloro che hanno saputo fare del vero bene al Prossimo, diventando esempio per la collettività. Il riconoscimento gli venne assegnato nel 1972. 

La cerimonia iniziò con una messa concelebrata da dodici Sacerdoti e presieduta dal vescovo della diocesi di Cordova. Al finire dell'Eucarestia, Fra Bonifacio fu accolto da oltre due mila persone che lo aspettarono fuori dalla Chiesa.

A malincuore dovette rinunciare alla sua attività di questuante quando, a seguito di una caduta, si scoprì malato. Da prima scoprì di essersi fratturato una spalla, ma ciò non gli impedì di continuare la sua missione quotidiana: "lasciate la mia mano libera di chiedere l'elemosina", chiedeva ai Medici. Dopo essere tornato per un breve periodo tra le strade della città, gli fu diagnosticata una trombosi celebrale.

Poco più tardi, nel 1978, arrivò al traguardo - il Regno dei Cieli. Lo fece serenamente, a Fra Angel disse: "Ho già compiuto la mia missione, che Dio mi chiami quando vuole".

Le sue azioni benefiche sono ancora oggi un esempio per tutti i Fedeli. Il 18 dicembre 2022, infatti, ha avuto avvio la Causa di beatificazione e canonizzazione nella cappella dell’Ospedale San Giovanni di Dio a Cordova.

 

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