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Ascolto e prevenzione dei comportamenti suicidari

10 settembre 2022

IMG-9879-ritratto-Original (1)"L'esperienza della condivisione fraterna con chi soffre ci apre alla vera bellezza della vita umana, che comprende la sua fragilità." così Papa Francesco descrive la Vita Terrena. Bellezza della vita umana in cui talvolta si smette, erroneamente, di credere. Ospitalità significa anche accogliere le debolezze del Prossimo e aiutarlo nella fragilità.

Abbiamo intervistato il Dottor Paolo Cozzaglio, Primario di Psichiatria presso il Centro Sant'Ambrogio per saperne di più sul comportamento suicidario, così capire insieme come stare accanto a chi ne soffre aiutandolo a rivedere la luce della sua Vita, dono prezioso.

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La valutazione del rischio suicidario

Partiamo dalla pragmatica definizione di Peter Fonagy che descrive il comportamento suicidario come "ogni azione che mette in pericolo la vita della persona".

"Sebbene possa apparire una definizione semplice e banale, ma non lo è affatto se si considera che vi sono comportamenti autolesionistici anche gravi e appariscenti - ad esempio provocarsi dei tagli sulle braccia - che però non hanno un'intenzione e una valenza suicidaria" spiega il Dottor Cozzaglio.

Al contrario, vi possono essere comportamenti "para-suicidari" in cui la persona mette in atto azioni che sono ad alto rischio di morte. Tra questi si possono ad esempio citare: la guida ad alta velocità in contromano, o l'assunzione ad alti dosaggi di droghe.

La valutazione del rischio suicidario, pertanto, è complessa e deve tener conto di diversi fattori. Riportiamo di seguito i principali.

  • Storia del paziente, come pregressi tentativi di suicidio, circostanze e contesto in cui sono avvenuti.
  • Motivo del suo malessere.
  • Espressione ad altri delle dirette intenzioni e pensieri suicidari.

In generale, se il paziente esprime direttamente pensieri e intenzioni di suicidio, la situazione è potenzialmente più favorevole rispetto ai casi in cui il paziente tende a essere chiuso in se stesso, senza esprimere il proprio disagio con altre persone di fiducia.

Proprio per questo, per il personale medico, è importante sapere se vi è stata, da parte del paziente, una richiesta di aiuto prima di mettere in atto un tentativo di suicidio, oppure se egli ha compiuto il gesto in modo totalmente autonomo senza avvisare nessuno.

 

Frequenza dei pensieri suicidari

"Nei casi di depressione medio-grave, la presenza di pensiero suicidario o comunque di idee di morte («sarebbe meglio se non ci fossi più») è quasi la norma. Diverso è il caso di pazienti che soffrono di un Disturbo di Personalità, che magari hanno comportamenti autolesionistici, ma non è detto che abbiano anche un pensiero suicidario. Ancora, si differenzia il caso di pazienti psicotici che mettono in atto tentativi di suicidio sotto la spinta di allucinazioni uditive o in uno stato di confusione e angoscia intensa" spiega il Dottor Cozzaglio.

In ogni caso, un tentativo di suicidio, o l'espressione di pensieri suicidari, da parte del paziente sono sempre momenti da tenere in seria considerazione e da non sottovalutare.

"Sebbene sia vero che il mezzo usato per il suicidio possa in parte indicare la determinazione del paziente nel compiere il gesto; in ogni caso la distinzione tra gesto suicidario dimostrativo (ovvero messo in atto per richiamare l'attenzione), e gesto realmente intenzionale non è utile e porta solo con se il rischio di sottovalutare il disagio del paziente. Ancora una volta queste considerazioni ci mostrano l'utilità della definizione di suicidio di Fonagy" continua il Dottor Cozzaglio.

 

Segnali d'allarme e fattori di rischio del comportamento suicidario

Nei tre ambiti psicopatologici citati precedentemente - Disturbi dell'Umore, Disturbi di Personalità, Psicosi - il rischio suicidario è presente e deve essere sempre valutato e considerato.

Sebbene talvolta si creda non utile parlare con il paziente dei suoi pensieri suicidari, si tratta di un'assunzione errata. Infatti, il parlare dei propri pensieri di suicidio consiste già in momento preventivo che offre sollievo facendo percepire la sensazione di vicinanza di un'altra persona pronta ad accogliere la fragilità.

Tra i principali segnali di allarme si possono citare i cambiamenti improvvisi del tono dell'umore e dell'atteggiamento del paziente - ad esempio una persona che si chiude improvvisamente in se stessa. Si tratta di segnali che meritano di essere indagati e appositamente approfonditi.

I fattori di rischio, oltre al malessere psicopatologico di cui soffre il paziente, riguardano anch'essi l'ambito relazionale. Tra i più frequenti: recenti perdite o abbandoni, il cambiamento radicale di situazioni lavorative, del contesto di vita o delle relazioni, l'uso di alcool o droghe.

 

comportamento suicidario

 

Prevenzione e sostegno: il valore dell'apertura al Prossimo

La prevenzione riguarda il trattamento e la cura del disagio del paziente e l'accurata valutazione insieme a lui del rischio suicidario.

Nel caso in cui il rischio sia presente è importante parlarne apertamente con il paziente, individuare i fattori che lo possono acuire, ma anche quelli che aiutano il paziente a non metterlo in atto. Quest'ultimi vanno sostenuti o rinforzati: ad esempio, la preoccupazione di arrecare dolore alle persone care, il rendersi conto che anche per altri la situazione difficile verrebbe complicata e non facilitata dal suicidio.

Creare una rete di sostegno intorno al paziente che ha pensieri di suicidio è un altro passo importante. Nei casi in cui il rischio suicidario risulta elevato, il ricovero ospedaliero diventa molto indicato, soprattutto se i tentativi di creare un ambiente supportivo per il paziente non sono sufficienti.

L'attenzione alla Persona da parte dell'Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli è di primaria importanza.  La propensione all'ascolto del Paziente, anche per quanto riguarda i suoi Bisogni Spirituali, la ricerca dell'Accoglienza, il supporto dell'altro tramite il carisma dell'Ospitalità dei Fatebenefratelli, sono valori che si coniugano perfettamente con gli interventi clinici più specifici e contribuiscono anche alla prevenzione del rischio suicidario.

"Uscire dal senso di solitudine, poter esprimere con fiducia e libertà i propri pensieri, le preoccupazioni, ma anche ciò che conta per se stesso e i propri valori, è ciò che i Pazienti si possono attendere dal ricovero in una Comunità dell'Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli." conclude il Dottor Cozzaglio.

 

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