Nel contesto della salute mentale, il modo in cui comunichiamo può fare la differenza nel percorso di cura. La qualità delle interazioni tra operatori sanitari e pazienti influisce non solo sull’efficacia terapeutica, ma anche sul benessere emotivo di entrambi. Per questo motivo, presso l’IRCCS San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia, è stato introdotto un percorso formativo intitolato "Comunicare in modo non giudicante: la Mindfulness relazionale nella relazione con l’utente e con l’equipe".
La Dott.ssa Maria Elena Bertocchi, Coordinatore del Servizio Riabilitativo Psichiatria, e la Dott.ssa Roberta Rossi, medico e ricercatrice, ci hanno spiegato tutto ciò che c’è da sapere su questo approccio e quali benefici gli operatori sanitari e i pazienti possono trarne.
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Le esigenze e i bisogni che hanno portato all’organizzazione di questo corso sono diversi.
Da una parte un ambiente di ascolto, comunicazione non giudicante e accettazione, è essenziale per la fiducia reciproca e per il supporto emotivo dei pazienti. Promuovere una comunicazione aperta e priva di giudizio aiuta a creare un ambiente più inclusivo e rispettoso, dove il paziente si sente più sicuro e meno isolato nella sua esperienza, riducendo la stigmatizzazione e favorendo la relazione terapeutica.
Abbiamo individuato nella mindfulness, entrata ormai a far parte del mondo degli interventi psicologici, un possibile “strumento” per migliorare la comunicazione. Prendendo spunto da alcuni interventi psicoeducativi utilizzati presso l’IRCCS, abbiamo scelto di applicare le abilità della Mindfulness (osservare, descrivere, partecipare nel momento presente, senza giudizio) alla relazione. Quello che accade nella relazione, nel momento presente, è l’oggetto dell’osservazione. Ma anche quello che accade dentro di noi quando stiamo in relazione: pensieri, emozioni, stati fisici, la possibilità di riconoscere quanto stiamo guardando la situazione per quello che è, hic et hunc, o quanto magari stiamo osservando la situazione utilizzando schemi legati al passato, o preoccupazioni che riguardano il futuro. Nel lavoro clinico, spesso si è portati a utilizzare interpretazioni e deduzioni che ci impediscono di osservare la realtà di quel momento per quello che è.
Inoltre, la mindfulness relazionale è un’opportunità per supportare gli operatori nel gestire lo stress, promuovendo la consapevolezza e la presenza nel momento, sia con i pazienti che nelle loro interazioni quotidiane. In molte situazioni quotidiane e professionali, le persone tendono a reagire impulsivamente, spesso giudicando o interpretando le intenzioni degli altri senza averne una comprensione piena. Ciò può portare a conflitti, incomprensioni o frustrazioni. Il corso intende favorire una comunicazione più consapevole e empatica, che aiuti a ridurre i conflitti e promuova un dialogo costruttivo, non solo con il paziente ma anche nel gruppo di lavoro.
In sintesi, il corso è stato progettato per rispondere alla necessità di migliorare la qualità delle interazioni terapeutiche, supportare gli operatori sanitari e promuovere un approccio rispettoso e consapevole nei confronti dei pazienti con una patologia mentale.
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La "comunicazione non giudicante" si riferisce a un approccio comunicativo in cui l'interlocutore si impegna a evitare di esprimere giudizi, critiche o valutazioni negative su ciò che l'altra persona sta dicendo o facendo. In questo tipo di comunicazione, l’obiettivo è ascoltare senza pregiudizi, mantenendo un atteggiamento di apertura, empatia e accettazione nei confronti dell’altro, senza forzare interpretazioni o conclusioni affrettate.
Le caratteristiche principali della comunicazione non giudicante:
La comunicazione non giudicante nelle professioni sanitarie non è solo un modo per migliorare la qualità dell'interazione, ma è un elemento fondamentale per garantire che i pazienti ricevano una cura empatica, rispettosa e centrata sulla persona. Viviamo in un'epoca in cui lo stress è una condizione comune e la comunicazione poco consapevole può contribuire a tensioni e ansia. La mindfulness, come pratica di consapevolezza e accettazione, aiuta le persone a gestire lo stress, rimanendo centrati e calmi anche in situazioni di forte pressione come può essere la quotidianità in ambito del trattamento della salute mentale.
Quando i professionisti sanitari adottano questo approccio, si crea un ambiente in cui la collaborazione, la fiducia e il benessere psicologico sono al centro, portando a risultati terapeutici migliori e a una cura più umana e integrata. I pazienti si sentono più coinvolti nel processo di cura e sono più propensi a seguire le indicazioni terapeutiche se sentono di essere trattati con rispetto e comprensione.
Gli operatori sanitari affrontano una serie di ostacoli quando si tratta di comunicare in modo empatico e non giudicante, tra cui la natura del lavoro, la complessità delle dinamiche relazionali e le sfide emotive quotidiane: la pressione per gestire situazioni complesse, le emozioni forti dei pazienti e il carico di lavoro possono far sì che gli operatori si sentano esauriti e meno capaci di ascoltare in modo empatico. In queste condizioni, le risposte possono diventare più automatiche e meno riflessive, riducendo l’efficacia della comunicazione.
Gli operatori possono essere influenzati dalle proprie esperienze, credenze o pregiudizi, che possono che possono minare la comunicazione empatica e creare barriere tra il personale e i pazienti, impedendo una relazione terapeutica efficace. La difficoltà di mantenere una posizione di ascolto attivo e non giudicante può essere amplificata dalla percezione delle azioni dei pazienti come “problematiche” o “difficili”. I pazienti psichiatrici, a causa delle loro difficoltà emotive e psicologiche, possono presentare resistenza o comportamenti che mettono alla prova la pazienza degli operatori. In situazioni di conflitto o crisi, può essere difficile per gli operatori mantenere una comunicazione non giudicante, soprattutto quando le emozioni sono alte e la situazione sembra fuori controllo.
Al contrario la consapevolezza emotiva permette agli operatori di riconoscere le proprie emozioni mentre emergono. Questo significa che possono identificare quando stanno vivendo frustrazione, rabbia, ansia o tristezza, e invece di reagire impulsivamente, possono scegliere consapevolmente di rispondere in modo più calmo e riflessivo. Questo aiuta a mantenere la lucidità e a non trasferire emozioni personali nei confronti dei pazienti. Essere consapevoli delle proprie emozioni aiuta gli operatori a riconoscere i pregiudizi o le proiezioni che potrebbero influenzare il loro comportamento. Ad esempio, se un operatore si rende conto di sentirsi frustrato con un paziente, può fermarsi e riflettere sul fatto che questa frustrazione potrebbe derivare dalle proprie aspettative o da esperienze passate, piuttosto che dalle azioni del paziente. Questo permette di fare un passo indietro e rispondere in modo più empatico e non giudicante.
La mindfulness può aiutare gli operatori a rimanere ancorati al momento presente, senza farsi sopraffare da emozioni passate o future. Questo stato di presenza consente di rispondere in modo più attento ai bisogni immediati dei pazienti, senza essere influenzati dalle proprie esperienze o da paure future. La consapevolezza contribuisce a creare uno spazio di calma, in cui il giudizio viene sospeso e la comunicazione può essere più genuina e compassionevole.
La consapevolezza delle emozioni è uno strumento essenziale per gli operatori sanitari perché aiuta non solo a migliorare la qualità della comunicazione con i pazienti, ma anche a preservare il benessere psicologico degli operatori, riducendo il rischio di burnout e aumentando la loro capacità di gestire situazioni complesse in modo empatico e non giudicante.
La Mindfulness relazionale promuove un ascolto attivo e una comunicazione chiara e rispettosa tra i membri dell’équipe. Questo aiuta a prevenire malintesi, conflitti e fraintendimenti, che possono influenzare negativamente l'efficacia del lavoro di gruppo. La consapevolezza delle proprie emozioni e dei propri limiti, così come l’attenzione all’altro, aiuta i professionisti a gestire lo stress in modo più equilibrato.
La Mindfulness permette di affrontare situazioni complesse o emotivamente intense senza essere sopraffatti, riducendo il rischio di burnout e aumentando la resilienza dell’équipe, inoltre promuove l’empatia non solo verso i pazienti, ma anche tra i colleghi. Quando i membri di un’équipe sono capaci di comprendere e supportarsi a vicenda, si crea un ambiente di lavoro più positivo e cooperativo, che favorisce una cura migliore e una maggiore soddisfazione professionale.
La consapevolezza delle dinamiche relazionali e delle emozioni di ciascun membro dell’équipe favorisce la collaborazione. Ogni membro del team si sente visto, ascoltato e rispettato, il che rafforza il senso di appartenenza e di cooperazione all’interno del gruppo.
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