La stimolazione cognitiva e la mindfulness sono temi centrali nella ricerca contemporanea sul benessere mentale e sulla prevenzione del declino cognitivo, con un ruolo cruciale anche nella cura di patologie come l’Alzheimer. Grazie al contributo della Dott.ssa Samantha Galluzzi, medico e ricercatrice presso il laboratorio di neuroimaging ed epidemiologia Alzheimer dell'IRRCS San Giovanni di Dio di Brescia, approfondiremo il significato della mindfulness, le sue origini e i benefici che può offrire, con uno sguardo alle raccomandazioni degli esperti e alle applicazioni pratiche.
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La parola mindfulness deriva dall'inglese e si può scomporre in due parti: “mind”, che significa "mente" o "stato mentale", e “fullness”, che si traduce con "pienezza". In italiano, possiamo interpretare la mindfulness come uno stato di consapevolezza piena e presente. La pratica della mindfulness ci invita infatti a essere pienamente attenti al momento presente, senza giudizio e con un’attitudine aperta.
Le radici della mindfulness si trovano nella tradizione buddista. Il termine deriva dalla parola in lingua Pali “sati”, che significa "ricordare" o "essere attenti". Questo concetto sottolinea l'importanza di una vigilanza consapevole verso i propri pensieri, emozioni e azioni.
Un’immagine tradizionale tibetana illustra il viaggio verso la consapevolezza attraverso una metafora potente. Nel dipinto, il monaco in basso a destra rappresenta il praticante, mentre l’elefante simboleggia la mente da addestrare e la scimmia raffigura la distrazione.
All'inizio del percorso, la scimmia domina e trascina l'elefante, rappresentando la mente distratta. Tuttavia, il monaco tiene una corda in mano, simbolo della mindfulness, e gradualmente addestra l'elefante, conducendolo lungo il sentiero della consapevolezza.
Alla fine, la scimmia e l'elefante seguono docilmente il monaco, rappresentando una mente pacificata e focalizzata, culminando nella pace mentale.
L'Alzheimer’s Association, un’importante associazione americana che riunisce familiari, pazienti con malattie come l'Alzheimer e ricercatori, nel suo programma “10 modi per amare il tuo cervello” sottolinea che la gestione dello stress e la cura della salute mentale sono fattori fondamentali per prevenire il declino cognitivo. Infatti, alti livelli di ansia e preoccupazione possono influire negativamente sulle funzioni cerebrali così come una vita eccessivamente sedentaria, un'alimentazione scorretta e la mancanza di attività stimolati come lettura, giochi o apprendimento.
La mindfulness, in questo contesto, si rivela uno strumento prezioso. Studi scientifici dimostrano che praticare la mindfulness può aiutare a regolare lo stress, migliorare la memoria e supportare le funzioni cognitive.
Jon Kabat-Zinn è il ricercatore che ha introdotto la pratica della mindfulness in ambito accademico negli anni '70, trasformandola in uno strumento terapeutico. A partire dalla sua esperienza personale di pratica buddista, ha sviluppato il programma "Mindfulness-Based Stress Reduction" (MBSR), utilizzato inizialmente per i pazienti con dolore cronico. Oggi il programma è diffuso in oltre 200 centri nel mondo.
L’MBSR prevede incontri settimanali di circa due ore per otto settimane, una giornata di ritiro e una pratica quotidiana di 45 minuti. L’obiettivo è sviluppare la capacità di prestare attenzione al qui e ora, in un atteggiamento non giudicante e aperto.
La mindfulness rappresenta un valido supporto per mantenere attivo il cervello e migliorare la qualità della vita. Coltivare la consapevolezza può aiutarci a vivere il presente, riducendo lo stress e promuovendo il benessere mentale e fisico. È una pratica accessibile a tutti, che richiede solo un po’ di tempo e dedizione.
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