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Sfide e gioie della professione: i racconti dei nostri Infermieri

Il 12 maggio è una data di grande importanza per il mondo sanitario, in quanto si celebra la Giornata Mondiale dell'Infermiere: una ricorrenza che commemora il ruolo cruciale che gli infermieri svolgono nel fornire cure e assistenza ai pazienti di tutto il mondo.

Essere infermiera è uno stile di vita che combina competenze, professionalità, abilità, decisione, umanità, gentilezza, solidarietà, determinazione e passione. 

In onore di questo evento due infermiere dell'Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli hanno scelto di condividere la propria esperienza. Beatriz Perez, infermiera da 22 anni di Terapia intensiva presso l'Ospedale Sacra Famiglia di Erba, e Lorella Crivellaro, coordinatrice dell'Unità operativa San Riccardo Pampuri nella Residenza per Anziani Villa San Giusto a Gorizia, hanno deciso di raccontare le sfide e le gioie della loro professione.

 

Beatrice Perez: da 22 anni all'Ospedale Sacra Famiglia


processed-d4e2ce4d-59bd-4baa-8988-5abfda27cb78_pJZaKUbfLaureata all’Università di Granada nel 1999, Beatrice Perez arriva in Italia nel 2001 ed inizia a lavorare per l’Ospedale Sacra Famiglia di Erba con contratto a tempo determinato di due anni.

«Ormai sono passati quasi 22 anni! Ho sempre lavorato per l'Ospedale di Fatebenefratelli Sacra Famiglia di Erba, prestando servizio in Chirurgia, Cardiologia, Medicina, Pronto Soccorso e Pediatria; attualmente sono nell’Unità Operativa di Terapia Intensiva» ci racconta Beatrice.

Nel 2020 è ritornata alla vita universitaria per effettuare il “Corso di Perfezionamento in Impianto e Gestione dei cateteri vascolari PICC e Midline” (Università degli Studi di Milano Bicocca), per creare ed essere parte del TAV (Team di Accessi Vascolari) dell'Ospedale di Fatebenefratelli Sacra Famiglia di Erba.

 

Cosa vuol dire essere infermiera in Terapia Intensiva oggi?

L'infermiera che lavora in Terapia Intensiva deve possedere un'ampia gamma di competenze tecniche, poiché in questa unità possono arrivare pazienti con patologie mediche di grande importanza, pazienti post-chirurgici e pazienti cardiologici. Si tratta di pazienti critici con patologie molto diverse e complesse, il che richiede all'infermiera di essere altamente specializzata e preparata per affrontare ogni situazione con competenza e sicurezza.

«Dobbiamo garantire assistenza e cure integrali e personalizzate, non solo fisiche, ma anche psichiche e sociali in quanto in una terapia intensiva è normale che il paziente e la sua famiglia abbiano paure, ansie, incertezze, tristezze. La nostra è una Terapia Intensiva aperta 7 giorni su 7 – 24 ore su 24; questo vuol dire che abbiamo contatto permanente sia con il Paziente che con la famiglia, con i quali si crea un rapporto intimo. Noi possiamo e dobbiamo essere chi spazza via le paure, noi aiutiamo a controllare l’ansia, diamo certezze e supportiamo nei momenti di tristezza racconta Beatrice Perez.


Potresti raccontare un aneddoto che ha avuto un significato particolare per te?

«Aneddoti in 22 anni di servizio ne sono passati, tante esperienze belle e tante tristi.
Dal punto di vista personale il più significativo è stato quando mi sono trovata nella situazione di dovere rianimare mio marito vittima di un ACC. Sicuramente gli anni lavorati tra Pronto Soccorso e Terapia Intensiva mi hanno aiutato tanto in quel momento: nonostante la paura, sapevo cosa dovevo fare… Infermiera si è sempre, in qualsiasi luogo e situazione»
 ci racconta l'infermiera Perez.

In cosa consiste la tua specializzazione? Perché l'hai scelta?

«Nel 2020 mi sono specializzata come infermiera impiantatrice: posiziono cateteri venosi in vene profonde del braccio con l’aiuto dell’ecografo. Presso l’Ospedale Sacra Famiglia di Erba stiamo creando il Team di Accessi Vascolari con l’obiettivo di evitare ripetute punture a Pazienti a rischio di continui prelievi, scarsa reperibilità di vene superficiali, terapie endovena ad alto rischio di flebite, ecc. durante il ricovero.»

«Ricordo ancora quando ho fatto il mio primo prelievo di sangue, da tirocinante in Medicina Generale: ero attenta ad individuare la vena giusta per non dovere bucare due volte il paziente, non volevo causare più dolore o dispiacere di quanto già non dovesse subire.
Quasi 25 anni dopo di questa esperienza ho saputo di questa specializzazione, nella quale "trovare la vena giusta per il bene del paziente” è praticamente l’obiettivo. Ringrazio la mia Coordinatrice, Rosi Votta, e la Direzione dell'Ospedale Sacra Famiglia per l’opportunità che mi è stata data.» ci confida Beatrice Perez.


Consigli per le aspiranti infermiere?

«Il mio consiglio per i futuri colleghi è di ricordare che l’infermieristica è una scienza e come tale il “si è sempre fatto cosi” non è valido. Bisogna rimanere attivi, documentarsi, studiare e non adagiarsi. Nell’infermieristica avanza, ci sono dispositivi che possono aiutare per fare meglio il nostro lavoro, usiamoli! Mi viene in mente l’ecografo, per esempio, per valutare un possibile globo vescicale o trovare un accesso venoso difficile.»

«Quando qualcuno mi chiede “che lavoro fai?”, rispondo con orgoglio “infermiera”. Amo il mio lavoro anche se credo sia sottovalutato, ma i primi che devono valorizzarlo siamo noi, cambiando la frase “io sono solo infermiera” in “io sono infermiera”» conclude la Professionista.

 

Lorella Crivellaro: il supporto agli anziani di Gorizia


IMG_20230507_133731__01«Mi chiamo Lorella Crivellaro e sono infermiera dal 1981 anno in cui ho conseguito il diploma infermieristico. Non ho svolto questa professione in modo continuativo, per dieci anni ho lavorato nel reparto contabile - amministrativo nell’ azienda di famiglia. Appena ne ho avuto la possibilità ho ripreso a svolgere la mia professione presso una Casa di Riposo in provincia di Gorizia. Da tre anni sono infermiera in Fatebenefratelli da poco più di un anno coordino l’unità operativa San Riccardo Pampuri nella Residenza per Anziani Villa San Giusto a Gorizia.»

 

In cosa consiste la tua specializzazione? Perché l'hai scelta?

«Ho scelto questa professione sì per l’interesse per tutto quello che riguardava la medicina ma soprattutto perché mi piace il contatto umano, relazionarmi con le persone e provare empatia. È come tenere in una mano la scienza e nell’altra la persona.» ci racconta Lorella Crivellaro.

 «Questo mi gratifica e mi rende consapevole dei miei limiti e dei miei punti di forza. Lavorare in una Casa di Riposo con l’anziano che molto spesso soffre di comorbidità, significa una presa in carico globale dell’ospite. Dobbiamo fare i conti con le caratteristiche di questa fase della vita attraverso la valutazione dei suoi bisogni, delle sue necessità e mettere in atto strategie per rispondere a questi bisogni.» 

«La mission è quella di prendersi cura della persona assistita secondo un approccio olistico, considerando relazioni sociali e contesto ambientale di provenienza, nel rispetto della volontà e dignità della persona. Per la quasi totalità dei nostri Ospiti la Casa di Riposo sarà la loro ultima casa, con noi trascorreranno gli anni o i mesi più preziosi, proprio perché gli ultimi e noi abbiamo scelto di prendercene cura e un grazie, un  sorriso, una risata è il riconoscimento più appaganteafferma l'Infermiera.

 

Consigli per le aspiranti infermiere?

«A chi è intenzionato ad intraprendere gli studi per il diploma in infermieristica direi che tutto l’impegno, le rinunce, gli sforzi, le difficoltà a cui potrà andare incontro saranno ampiamente ripagate dalla gratificazione, dalla ricchezza di esperienze e di forti emozioni che proverà svolgendo questa professione.»

«Essere infermiera in Fatebenefratelli è sentirmi parte di una Famiglia pronta a supportarmi per migliorare il mio lavoro, finalizzato al benessere dei nostri Ospiti in tutti i suoi aspetti ponendo attenzione a quelli che sono i piccoli desideri, che il più delle volte riguardano abitudini quotidiane, in grado di rendere più piacevole la permanenza nella nostra Struttura.» spiega la Professionista.

 

 

In conclusione, vogliamo dedicare una poesia di Angelo De Pascalis a tutti gli infermieri:

 

Sei bella. La mascherina che indossi non copre i tuoi occhi. 
Sei bella per quello a cui rinunci, per il coraggio che trovi, per le parole che scopri e la speranza che mostri anche quando tutto sembra crollare. 
Sei bella per la primavera che porti in questo gelo che insiste, per la vita che cerchi oltre i muri di un deserto di guerra, per i sorrisi che proteggi tra la paura ed il sogno.
Sei bella perché sai, con tutto l’amore che puoi, che non c’è inverno che non si arrenda
alla forza di un albero in fiore.

 

Da tutto l'Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli vogliamo esprimere la nostra più profonda gratitudine per il coraggio e la determinazione che, tutti i giorni, mettete nel vostro lavoro.


L'Ospedale di Erba sta cercando personale infermieristico da aggiungere al proprio team, e chiunque sia interessato può inviare la propria candidatura a hr.plv@fatebenefratelli.eu .

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