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Liste di attesa: i dati sull'andamento dei tempi di attesa

27 luglio 2023

Il Servizio Sanitario Nazionale in ottemperanza ai doveri sanciti nella Costituzione italiana, ha il compito di tutelare la salute e il benessere dei propri cittadini. Nel farlo deve perseguire i principi di eguaglianza, universalità ed equità.

Proprio per questo ha formalizzato precise organizzazioni e modalità di erogazione delle cure: le liste di attesa ne sono un esempio.

In questo articolo cercheremo di fare chiarezza su cosa sono le liste di attesa, come funzionano e qual è la situazione in Italia confrontata anche con gli altri Stati.

- Liste di attesa, cosa sono e come vengono calcolate

- I tempi di attesa in Italia e all'estero: un confronto sulle liste di attesa

- Il fenomeno delle liste di attesa in Italia

 

 


Approfondimento: Sanità in Italia, dal pubblico agli enti accreditati

  • Strutture Pubbliche: sono finanziate a livello statale dal Servizio Sanitario Nazionale.

  • Strutture Private Accreditate: sono centri che sostengono il Servizio Sanitario Nazionale nell’erogazione delle prestazioni. La spesa di tali servizi è finanziata dal SSN o dal consumo privato. Tali aziende sono società for profit.

  • Enti del Terzo Settore accreditati: sono enti no profit accreditati e convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale nell’erogazione delle prestazioni. La spesa di tali servizi è finanziata dal SSN o dal consumo privato e il corrispettivo ottenuto viene reinvestito per finanziare attività a sostegno della comunità. (Fatebenefratelli - Provincia Lombardo Veneta appartiene a tale settore)

  • Strutture Private: sono enti i cui servizi sono accessibili ai cittadini attraverso una spesa a proprio carico. Tali aziende sono società for profit.

 

 

 

Liste di attesa, cosa sono e come vengono calcolate

Le liste di attesa, chiamate anche tempi di attesa, sono un elenco che le strutture di ambito sanitario rendono pubbliche per offrire ai propri pazienti una maggiore trasparenza in merito alle tempistiche di erogazione dei servizi.

I tempi di attesa per usufruire di una prestazione sanitaria dipendono dalla numerosità della domanda registrata per una prestazione in rapporto al tempo di soddisfacimento della stessa, ossia l'intervallo tra il momento in cui è stata fatta la richiesta e l'erogazione della prestazione. Il tempo teorico di attesa si calcola dividendo il numero di pazienti che hanno richiesto il servizio per il numero di prestazioni erogabili in un arco di tempo predefinito - tendenzialmente a base mensile.

Va sottolineato come il tempo di attesa indicato nelle apposite liste sia generalmente superiore a quello effettivo: a seguito di annullamenti da parte dei pazienti o di anticipazione della struttura, spesso il servizio viene erogato in anticipo a quanto prospettato.

Oltre a ciò, le liste di attesa sono calcolate anche sulla base della priorità indicata dal medico prescrittore. Come spiega il Ministero della Salute ci sono diverse classi di priorità. In merito alle prestazioni ambulatoriali si hanno:

  • Classe Urgente (U): da eseguire il prima possibile e, comunque, entro 72 ore;
  • Classe Breve (B): da erogare entro 10 giorni;
  • Classe Differibile (D): da eseguire entro 30 giorni in caso di visite e 60 giorni in caso di accertamenti diagnostici;
  • Classe Programmata (P): da erogare entro 120 giorni

Per le prestazioni di ricovero, i tempi di attesa sono basati su altre quattro classi.

  • A - entro 30 giorni. Comprende i casi clinici che possono aggravarsi al punto di diventare emergenti o arrecare grave pregiudizio alla prognosi.
  • B - entro 60 giorni. Considera i pazienti che manifestano intenso dolore, gravi disfunzioni, grave disabilità, o la plausibilità di aggravarsi rapidamente fino a divenire emergenti.
  • C - entro 180 giorni. Si riferisce ai pazienti che hanno minimo dolore, disfunzione o disabilità, e che non dimostrano la tendenza ad aggravarsi.
  • D - senza attesa massima. Definita per i casi clinici senza dolore, disfunzione o disabilità. Devono comunque essere effettuati entro 12 mesi.

Di fatto, negli ultimi anni i lunghi tempi previsti nelle liste di attesa hanno acquisito un'importanza sempre maggiore nell'opinione pubblica e nell'ambito dei servizi sanitari a copertura universalistica.

 

I tempi di attesa in Italia e all'estero: un confronto sulle liste di attesa

Secondo le analisi di UniBocconi del 2022, l’OCSE negli ultimi anni ha più volte fatto emergere come il problema dei tempi d’attesa sia di prioritaria importanza non solo in Italia, ma nella maggior parte dei Paesi che la compongono. Infatti, ben 16 paesi sostengono che questa tematica sia a priorità alta, e 10 a priorità medio-alta.

Ma è possibile fare un confronto?

Di fatto, risulta complesso comparare i diversi Stati in quanto ognuno ha metodologie e definizioni differenti. È però possibile fare dei paragoni sulle prestazioni la cui rilevazione dei dati è omogenea a livello internazionale, come ad esempio l'intervento di protesi d’anca

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Fonte: Liste e tempi di attesa in sanità

 

Come riportato dal grafico di esempio, l’Italia presenta tempi d’attesa minori alla maggioranza degli Stati dell'OCSE.

Nonostante ciò, emerge chiaramente come le lunghe liste di attesa italiane in altre prestazioni risultino controproducenti per chi è in attesa di cure. Nel prossimo paragrafo approfondiremo il tema.

 

Il fenomeno delle liste di attesa in Italia

Confrontando il 2022 con gli anni precedenti alla pandemia, le ultime dichiarazioni dell'ISTAT fanno emergere come vi sia, in Italia, un’inequivocabile barriera all’accesso della Sanità derivata dalle lunghe liste di attesa.

Secondo i dati infatti, il 7% di chi aspettava una cura, ovvero 4 milioni di italiani, ha rinunciato alla prestazione per via dei tempi di attesa troppo dilatati.

Il Rapporto civico sulla salute 2023, emesso da Cittadinanza attiva, evidenzia dati sconcertanti in merito alle liste di attesa per cui il 49,5% della popolazione risulta essere la principale criticità relativa all’accesso alle prestazioni del SSN. Le maggiori segnalazioni si riscontrano per le seguenti prestazioni:

  • prime visite specialistiche (25,3%),
  • esami diagnostici (19,2%),
  • interventi chirurgici (13,3%),
  • visite di controllo/follow up (8,3%),
  • screening oncologici (7,6%),
  • assistenza domiciliare e fruizione delle cure domiciliari (6,1%),
  • ricoveri in reparti ospedalieri (4,5%),
  • riabilitazione (4,3%).

In questo scenario, sempre più persone ricorrono alla sanità privata con un esborso proprio di risorse economiche non coperte dal finanziamento statale. Un impegno finanziario che non tutti i cittadini però possono permettersi. Così gli Enti del Terzo settore Accreditati si pongono come utile supporto al SSN, per difendere il diritto alla salute dei cittadini.

 

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