L'invecchiamento della popolazione in Italia è ormai un fenomeno riconosciuto a livello istituzionale e collettivo. Il nostro è infatti un tessuto sociale che si caratterizza per essere da un lato composto sempre più da persone della terza età, dall'altro da sempre meno nuovi nati.
Si deve però evidenziare come l'invecchiamento della popolazione sia proprio non solo dell'Italia, ma di tutto il Mondo: l'OSCE, in un report del 2022, stima che nel 2030 la quota di cittadini globali di oltre 60 anni passerà da 1 miliardo a 1,4 miliardi.
Ampliando l'orizzonte prospettico, si prevede che l'invecchiamento della popolazione aumenti ancora di più: entro il 2050 la quota di persone di 60 anni è destinata a raddoppiare e raggiungere i 2,1 miliardi.
In questo articolo esploriamo il tema dell'invecchiamento della popolazione:
- Invecchiamento della popolazione, la situazione italiana
- Gli effetti dell'invecchiamento della popolazione sulla società
- La previdenza e assistenza sociale, una possibile risposta all'invecchiamento della popolazione
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Come anticipato, l'Italia registra una fase prolungata di invecchiamento della popolazione. Secondo i rapporti 2022 dell'ISTAT, dei cittadini del mondo:
Quali sono però le prospettive future?
Dall'analisi si nota un’amplificazione dell'invecchiamento della popolazione. Infatti, entro il 2050 i residenti in Italia con più di 65 anni saranno il 34,9% degli abitanti; mentre coloro di età compresa tra 15-64 scenderebbero al 53,4%. Parimenti, i giovani fino a 14 anni di età nel 2050 si prospettano essere solo l’11,7% del totale.
Nell'immagine qui sotto è riportata la crescita della popolazione con più di 80 anni, dal 2001 al 2020, con un confronto tra Italia e Unione Europea.
Fonte: Eurostat
Quali saranno gli effetti dell'invecchiamento della popolazione?
Sempre secondo l'ISTAT, una prima conseguenza sarà il dissesto negli equilibri intergenerazionali: il rapporto tra ultra sessantacinquenni e ragazzi sarà di circa tre a uno.
A ciò si associa anche un'altra evidenza: la Generazione dei Baby Boomer, ovvero coloro nati tra gli anni 60 e 70, passerà dall'età adulta a quella senile diminuendo in modo repentino il numero di individui in età lavorativa e aumentando, di conseguenza, quello in età pensionabile.
Gli effetti previsti non investiranno solo il mercato del lavoro e la programmazione economica, ma anche tutto il sistema di mantenimento del livello di welfare necessario al Paese.
In questo senso, l'impatto dell’invecchiamento della popolazione sulle politiche di protezione sociale sarà importante in termini di spesa pensionistica e sanitaria. A tal proposito il Servizio Sanitario Nazionale, nel corso degli ultimi anni, sta mostrando problemi di sostenibilità.
Secondo l’ultimo rapporto OASI del 2022, questo aspetto è sicuramente uno dei grandi wicked problem italiano, ossia un problema di difficile risoluzione poiché i requisiti sottesi alla soluzione sono contraddittori, incompleti ed in continuo mutamento. Pertanto, sono necessarie ingenti e stabili risorse per politiche ampie e lungimiranti che interessino i servizi di sostegno alle famiglie, il sistema fiscale e di welfare, le politiche del lavoro, le azioni di integrazione e in generale il rafforzamento delle reti sociali.
In questo contesto l'IVASS, ovvero l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, ha fatto emergere delle considerazioni all'interno di una indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale obbligatorio e complementare.
Secondo tale documento il tema della sanità integrativa deve assumere primaria importanza nell'agenda pubblica e politica, dato l'aumento dell'invecchiamento della popolazione.
Essendo l’Italia uno tra gli Stati dell'Unione Europea con il maggior tasso di invecchiamento ciò si ripercuote inesorabilmente sull'insieme complesso dei bisogni di cura derivati dalla perdita dell’autosufficienza nell’età senile. Un fenomeno che si lega alla quiescenza e alla previdenza, che il SSN solo in parte riesce a fronteggiare.
In questo senso, la sanità in Italia potrebbe giovare del supporto di strutture accreditate e di forme di assistenza integrativa per permettere ai suoi cittadini di continuare ad avere un servizio sanitario di qualità.
Il nostro Ordine Ospedaliero si pone in questo contesto come Ente del Terzo Settore accreditato: sosteniamo il SSN erogando cure ai bisognosi. Nel farlo, reinvestiamo i nostri profitti per il bene della società.
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