Negli ultimi anni grazie al progresso scientifico e al supporto socio-sanitario si sta assistendo a un aumento dell'aspettativa di vita delle persone, con conseguente invecchiamento della popolazione. Questo fenomeno porta con sé alcune conseguenze fisiologiche, come l'incremento dei casi di declino cognitivo: saperlo prevenire e quanto più ritardare è allora fondamentale per il benessere di un anziano.
In questo articolo parleremo di
- Rallentamento del declino cognitivo: pratiche e buone abitudini
- Decadimento cognitivo improvviso, casi e prevenzione
- Sintomi del decadimento cognitivo nell'anziano
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Con il passare degli anni il nostro corpo è soggetto a fisiologici processi di invecchiamento che riguardano tutti gli organi, anche il cervello. Anno dopo anno, si può esperire una diminuzione dell'efficienza delle funzioni cognitive. Per esempio, è possibile avere maggiore difficoltà a ricordare eventi o ricordi, a mantenere la concentrazione a elaborare velocemente le informazioni.
Un recente studio pubblicato sul British Medical Journal espone alcune indicazioni utili per il rallentamento del declino cognitivo.
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Cosa succede invece nei casi di decadimento cognitivo improvviso? Scoprilo nel prossimo paragrafo.
Come abbiamo anticipato, assistere a forme di declino cognitivo è un processo naturale dell’invecchiamento che si manifesta solitamente a partire dai 65 anni. Si tratta però di un processo che può variare a seconda della singola persona. Infatti, è possibile avere un declino cognitivo più rapido a causa di fattori genetici, di stili di vita non salutari o di malattie croniche.
In alcuni casi, inoltre, al fisiologico invecchiamento cognitivo si associano altri processi cerebrali degenerativi ulteriori. In questo contesto si parla di condizioni patologiche come per esempio la demenza. Nel caso di demenza cognitiva si ha un declino cronico, progressivo e significativo delle funzioni cerebrali che possono essere correlate anche ad alcune modifiche della personalità e del comportamento dell'individuo.
Ma quali sono i principali fattori di rischio del declino cognitivo?
Come in parte anticipato, lo stile di vita è uno dei principali elementi da considerare. L’inattività fisica, l'abitudine al fumo o al consumo di alcolici potrebbero aumentare la probabilità di avere un declino cognitivo rapido. Allo stesso tempo, vi sono anche condizioni mediche considerate come fattori di rischio. Tra queste:
Strategie di prevenzione come quelle indicate nel precedente paragrafo aiutano al rallentamento del declino cognitivo. Altri aspetti da considerare sono: la gestione dello stress, una corretta igiene, abitudini del sonno ottimale. Lo stress cronico e l'assenza di riposo, infatti, possono conseguire in disturbi neuroendocrini a lungo termine con effetti sull'efficienza del nostro cervello.
Non da ultimo, chi desidera attuare strategie di prevenzione al declino cognitivo dovrebbe focalizzarsi sul mantenimento di una buona riserva cognitiva. In questo senso, è bene dedicare del tempo ad attività che permettono di apprendere nuove abilità anche manuali e circondarsi da contesti ricchi di stimoli.
I sintomi del declino cognitivo si dividono in due grandi categorie: cognitivi e comportamentali.
I sintomi cognitivi sono legati alla difficoltà della memoria, di apprendere e conservare le informazioni, ma anche del linguaggio. Allo stesso tempo, si può esperire una minore attenzione nei confronti degli stimoli e una diminuita concentrazione durante lo svolgimento di attività pratiche e intellettuali. Anche il ragionamento logico può rallentare, con conseguente necessità di avere maggiori informazioni per giungere a deduzioni.
I sintomi comportamentali, invece, si legano allo sviluppo di alcune condizioni come la depressione, la presenza di deliri, le allucinazioni, l'irritabilità, l'apatia. Infine, ci possono essere anche difficoltà motorie legate allo svolgimento di azioni quanto più routinarie come farsi il caffè la mattina o allacciarsi le scarpe.
Questi sintomi non per forza indicano una condizione patologica di demenza. Esiste infatti una condizione clinica che si colloca a metà tra il declino cognitivo fisiologico e quello patologico, nota come “Mild Cognitive Impairment” (MCI). L’MCI è un fattore di rischio importante per lo sviluppo di demenza: è fondamentale mantenere monitorate le condizioni nel tempo e le difficoltà dell'anziano. In particolare, i pazienti con MCI hanno difficoltà cognitive lievi che non interferiscono con le loro attività quotidiane, ma comunque più rilevanti rispetto ai soggetti della loro età.
Il declino patologico, chiamato anche demenza, al contrario compromette le funzioni cognitive, quelle comportamenti e quelle psicologiche. Ciò porta il paziente ad avere sempre meno autonomia. In questi casi, il supporto di un team specialistico è fondamentale.
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