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Volontariato e guarigione: la storia di Giuseppina

Il volontariato nasce spesso dal desiderio di aiutare gli altri, ma a volte si trasforma in un cammino di guarigione personale. È questo il caso di Giuseppina Tognocchi, volontaria dal 2007, che oggi racconta la sua esperienza presso il reparto Alcool Farmaco Dipendenze del Presidio Ospedaliero Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese.

"Quando ho iniziato a fare volontariato, pensavo che sarei stata io ad aiutare gli altri. In realtà, è stato il volontariato ad aiutare me."

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Un legame profondo con la tematica della dipendenza

Da oltre due anni, Giuseppina incontra regolarmente i pazienti del reparto, persone impegnate in un percorso di recupero dalla dipendenza da alcol. Ma quello che rende unica la sua testimonianza è la risonanza profonda tra le loro storie e la sua esperienza personale.

La parola "alcol" ha segnato la vita di Giuseppina fin dall'infanzia. Suo nonno e suo padre erano entrambi dipendenti dall'alcol, e il dolore vissuto in famiglia ha lasciato ferite profonde. Crescere accanto a un genitore prigioniero della dipendenza ha significato convivere con la paura, l'insicurezza e la rabbia. Per oltre tredici anni, Giuseppina si è chiusa in sé stessa, intrappolata in un senso di impotenza che l'ha costretta a vivere nella propria casa come fosse una prigione.

 

Un dialogo autentico con i pazienti

Durante gli incontri con i pazienti, Giuseppina non si limita a raccontare la sua storia. Instaura un dialogo autentico, rispondendo alle loro domande, condividendo emozioni, paure, conquiste. La sua testimonianza non è solo un racconto, ma un ponte tra esperienze diverse che trovano un terreno comune nella fragilità e nel desiderio di riscatto.

"Racconto come sono riuscita a liberarmi da quelle catene, come ho iniziato a sciogliere i nodi che mi bloccavano dentro, a vedere mio padre con occhi diversi e ad amarmi di nuovo."

Grazie all'aiuto di medici, psicologi e persone comuni, Giuseppina ha intrapreso un percorso di guarigione che le ha permesso di trasformare la sofferenza in risorsa. Oggi, la sua presenza in reparto è una testimonianza viva che il cambiamento è possibile.

 

Il valore dell'ascolto e della condivisione

Ciò che colpisce chi ascolta la sua storia non è solo la forza del suo vissuto, ma la capacità di trasformarlo in uno strumento di vicinanza. I pazienti vedono in lei una figura capace di comprendere davvero, perché ha conosciuto quel dolore in prima persona.

"Li invito a non vergognarsi delle loro fragilità: solo affrontandole possiamo trasformarle in forza."

Giuseppina sottolinea anche quanto sia fondamentale, per chi affronta la dipendenza, potersi affidare a un'equipe competente come quella del Presidio di San Maurizio Canavese. Una possibilità che in passato, ai tempi di suo padre, semplicemente non esisteva (scopri di più sul ruolo dei centri di recupero, leggi il nostro articolo Comunità tossicodipendenti: la funzione dei centri di recupero).

 

Un cammino condiviso

Fare volontariato nel reparto Alcool Farmaco Dipendenze ha dato a Giuseppina molto più di quanto potesse immaginare. Ogni incontro è un'occasione per imparare, crescere, continuare a guarire. La sua è una storia che ci ricorda quanto sia potente la condivisione, e quanto valore possa nascere anche dalle esperienze più dolorose.

"Quando parlo con i pazienti, non sono solo una volontaria. Siamo persone che condividono un cammino. Un cammino difficile, ma pieno di speranza."

 

Articolo trattato dalla rivista Fatebenefratelli gennaio-marzo

 

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