In un'epoca in cui l'innovazione medica si evolve a ritmi senza precedenti, il Presidio Ospedaliero Beata Vergine Consolata - Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese emerge come esempio di dedizione nel trattamento delle demenze, in particolare dell'Alzheimer.
Questa struttura, parte integrante della nostra rete assistenziale, rappresenta un punto di riferimento per i pazienti e le loro famiglie, offrendo un servizio pubblico di assistenza domiciliare che ridefinisce il concetto di cura e supporto.
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Al centro di questo innovativo servizio di assistenza domiciliare vi è l'intento di garantire una continuità assistenziale ospedale-territorio, fornendo ai pazienti dimessi un supporto continuativo nel loro ambiente familiare.
Il direttore della struttura Dante Viotti evidenzia l'importanza di questo approccio, che non solo mira a seguire i pazienti dopo il ricovero, ma si propone di farlo attraverso l'intervento domiciliare di un team multidisciplinare composto da medici, infermieri, OSS e, all'occorrenza, fisioterapisti, logopedisti e psicologi.
Il progetto, sostenuto dalla Aps Fondazione San Secondo di Torino per un periodo di tre anni, prevede di assistere annualmente tra le 30 e le 40 famiglie, estendendo i suoi servizi non solo agli ex pazienti ma anche a quelli inviati dai medici di base del territorio.
Sotto la direzione di Piero Secreto, il referente medico della struttura, il progetto si impegna a mantenere i pazienti nel contesto domestico il più a lungo possibile, evitando l'istituzionalizzazione attraverso un'assistenza che va oltre la mera somministrazione di cure.
Questo approccio prevede un insieme coordinato di servizi che spaziano dalla cura infermieristica all'assistenza tutelare, dalla consulenza specialistica ai programmi di riattivazione psicofisica, con un occhio di riguardo per l'importanza della famiglia nel processo riabilitativo.
La collaborazione attiva dei familiari è infatti essenziale per il successo del progetto, richiedendo un impegno concreto per adattare l'ambiente domestico alle esigenze del paziente e ottimizzare le sue risorse residue.
L'introduzione di questo servizio di assistenza domiciliare non solo rafforza il legame tra ospedale e comunità, ma pone anche le basi per un modello di cura che vede il paziente e la sua famiglia al centro del processo terapeutico. Questa iniziativa rappresenta un passo significativo verso un futuro in cui l'assistenza medica supera i confini tradizionali dell'ospedale, per diventare un servizio personalizzato e integrato nella vita quotidiana dei pazienti.
Con la continua evoluzione delle strategie di trattamento dell'Alzheimer e delle demenze, il progetto del Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese si conferma come esempio virtuoso di innovazione, umanità e dedizione al servizio dei più vulnerabili, illustrando vividamente come l'integrazione tra ospedale e territorio possa migliorare concretamente la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.
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