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Il Filò del mercoledì: fili che uniscono generazioni alla Casa di Riposo Pio X

Ogni mercoledì mattina, nella Casa di Riposo Pio X di Romano d’Ezzelino, si tiene un appuntamento che ha il sapore delle cose autentiche, lente e preziose. Si chiama "Il Filò del mercoledì" e non è solo un laboratorio creativo, ma un vero e proprio spazio di relazione intergenerazionale dove anziani residenti e giovani del Centro Diurno Attività Guidate (CDAG) si incontrano per condividere tempo, mani e storie. Un intreccio di fili e vite che richiama la tradizione veneta del "filò", ovvero le antiche veglie serali attorno al fuoco, quando si filava la lana e si raccontavano storie per sentirsi comunità.

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Un progetto che intreccia storie, memoria e relazioni

Il laboratorio si basa sul lavoro paziente e collaborativo con la lana. Si realizzano gomitoli, si lavora a maglia o all’uncinetto, si preparano spolette e si utilizzano piccoli telai. Ogni partecipante contribuisce secondo le proprie capacità, trovando un ruolo attivo in un ambiente sereno e rispettoso. Questo approccio inclusivo permette a ciascuno di sentirsi utile e riconosciuto, favorendo un clima di fiducia e reciprocità.

A guidare il gruppo con sensibilità e professionalità è l’educatrice Alice, affiancata dalle operatrici del CDAG, esperte nell’arte del telaio e delle lavorazioni con lana e filo. Il loro supporto è fondamentale per stimolare la manualità, sostenere le capacità residue degli anziani e valorizzare ogni piccolo gesto, ogni contributo.

 

Il valore terapeutico del fare con le mani

Il Filò non è solo un laboratorio creativo, è anche uno spazio terapeutico. Le attività manuali come lavorare a maglia o intrecciare fili stimolano la coordinazione, la concentrazione e la memoria. In particolare, negli anziani, queste azioni favoriscono la stimolazione cognitiva e aiutano a mantenere vive abilità che altrimenti rischierebbero di perdersi.

Inoltre, il ritmo lento e ripetitivo del lavoro con il filo ha effetti calmanti, aiuta a ridurre l’ansia e favorisce uno stato di benessere psicofisico. Nei giovani, invece, il contatto con gli anziani diventa un’occasione per apprendere il valore del tempo, dell’ascolto e delle relazioni vere.

 

 

Generazioni che si incontrano e si riconoscono

Uno degli aspetti più significativi del progetto è la dimensione intergenerazionale. In un mondo dove spesso le generazioni vivono separate, esperienze come il Filò creano ponti. I ragazzi del CDAG imparano a conoscere e rispettare la lentezza e la fragilità degli anziani, mentre gli ospiti della casa di riposo riscoprono nel contatto con i giovani energia, curiosità e vitalità.

Questi incontri settimanali diventano così un momento atteso da tutti, un tempo sospeso in cui i fili della lana diventano metafora dei legami che si creano, della cura reciproca, della bellezza di fare insieme. Le chiacchiere leggere, i sorrisi, i gesti pazienti costruiscono un tessuto relazionale forte, resiliente, capace di resistere anche alle difficoltà dell’età o delle condizioni di salute.

 

Un esempio concreto della nostra Missione

Alla base di questa iniziativa c'è la missione dei Fatebenefratelli: prendersi cura dell'altro nella sua interezza, con un'attenzione profonda alla persona, alle sue risorse, alla sua storia. Il Filò del mercoledì è un chiaro esempio di come questa visione possa tradursi in pratiche quotidiane, semplici eppure straordinariamente efficaci.

Attraverso il lavoro condiviso con i fili, gli anziani ritrovano dignità e protagonismo, mentre i giovani imparano il rispetto, l’ascolto, la cura. In un momento storico in cui il senso di comunità sembra affievolirsi, esperienze come questa ricordano che basta poco per tornare a sentirsi parte di un tutto più grande.

 

Un telaio e più mani: il futuro si costruisce insieme

Ogni mercoledì, tra gomitoli e telai, si tesse molto più di un semplice manufatto: si costruisce un tempo diverso, uno spazio umano che accoglie e valorizza. Alla Casa di Riposo Pio X di Romano d'Ezzelino, il Filò è diventato un simbolo concreto della possibilità di incontrarsi, conoscersi e costruire legami.

È questo lo spirito che anima ogni azione dei Fatebenefratelli: creare luoghi dove la fragilità sia accolta, dove le differenze generazionali diventino ricchezza e dove anche un filo di lana possa unire due mondi diversi in un unico gesto di cura.

Articolo tratto dalla rivista Fatebenefratelli aprile - giugno 2025

 

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