Il Dott. Francesco Bernasconi è il nuovo primario dell’U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Sacra Famigli di Erba. Offrire nuovi servizi all’avanguardia, assicurare una continuità nell’assistenza delle mamme e introdurre innovativi trattamenti e cure per il reparto: sono questi alcuni degli obiettivi e dei progetti futuri che il Dott. Bernasconi ci ha presentato nella sua ultima intervista.
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Seguire le mamme con nuovi servizi extraospedalieri, valorizzare gli aspetti fisiologici e naturali del parto: ecco gli obiettivi del nuovo primario di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Sacra Famiglia di Erba, il Dott. Francesco Bernasconi. Dopo una carriera spesa in numerosi ospedali brianzoli, è arrivato alla Provincia Lombardo Veneta nel corso dell’estate e dopo un periodo di ambientamento è pronto a presentare nuovi progetti ed iniziative.
“L’insegnamento da cui partire nel miglioramento della nostra assistenza ostetrica è quello che nel nostro Paese, negli ultimi decenni, è stato tendenzialmente favorito un modello clinico-organizzativo fondato prevalentemente sul contrasto ai fattori di rischio e sull’approccio tecnologico alla patologia ostetrica. Questo modello ha inciso positivamente sul tasso di morbosità e mortalità materno-infantile ma, nel tempo, ha determinato un approccio forse eccessivamente medicalizzato al percorso nascita” ha affermato il nuovo primario.
“Dobbiamo offrire un’assistenza al percorso nascita in sintonia con le più recenti indicazioni della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che garantiscano una mamma e un bambino in perfetta salute con un livello di cure più basso possibile compatibile con la sicurezza” ha continuato il Dott. Bernasconi.
La U.O. di Ostetricia e Ginecologia di Erba deve sempre più offrire modelli assistenziali per la donna con gravidanza, travaglio e parto che rispondono con efficacia non solo a criteri di eticità, qualità e sicurezza, ma garantiscano nel parto e nel puerperio anche: un’assoluta continuità nell’assistenza, il rispetto della fisiologia e la cura di un precoce, stretto e vivo legame materno-neonatale attraverso protocolli diagnostico-terapeutici all’avanguardia, innovativi e personalizzati.
Le donne in gravidanza che presentano bisogni specifici – come basso livello socio-economico, minoranze etniche, dipendenze – devono essere accompagnate e supportate con un’assistenza addizionale, come assistenza sociale e/o mediazione culturale, che aiuta la trasmissione di informazioni sull’importanza dell’allattamento al seno.
“Dobbiamo incentivare anche nella realtà erbese questo modello di assistenza a gestione autonoma e in continuità dell’ostetrica, basato sul rispetto e la ricerca della fisiologia, sull’umanizzazione del parto e sull’uso di una sempre minore medicalizzazione. Esso porta ad un sempre minor ricorso al parto strumentale, all’episiotomia, alla partoanalgesia: offre un miglior rapporto costo-efficacia e garantisce, da un parte, un maggior livello di soddisfazione delle donne nelle cure ricevute e, dall’altra, una significativa gratificazione per le ostetriche nell’esercizio della propria attività” ha sottolineato il nuovo primario del reparto.
Il primo obiettivo del prossimo biennio è di adottare a pieno un Percorso Nascita, che prevede la necessità di identificare dei percorsi differenziati, per la gravidanza a Basso Rischio e quella a Medio Alto Rischio Ostetrico, con l’obiettivo di promuovere soluzioni organizzative che rispondano non solo a criteri di qualità e sicurezza, ma garantiscano una maggiore soddisfazione e benessere materno-neonatale.
Non meno importante sarà implementare in questa eccellenza ostetrica un nuovo progetto di Reparto di Maternità Diffuso: l’obiettivo è di estendere l’assistenza alle madri e ai nascituri oltre gli spazi fisici del reparto, della sala parto, del nido, arrivando puntuale ed efficiente sino al domicilio, grazie ad una rete di operatori del territorio e all’utilizzo di avanzati strumenti di Telemedicina.
Ciò sarà possibile integrando il Percorso Nascita con numerosi servizi extraospedalieri aggiuntivi, tra cui:
“Nell’ambito ginecologico già in questi mesi abbiamo assistito ad una rivoluzione copernicana delle procedure chirurgiche adottate dall'équipe medica dell’Ospedale Sacra Famiglia di Erba – ha dichiarato il Dott. Bernasconi – L’obiettivo primario, già raggiunto a breve termine, è stato quello di sostituire ampiamente ed estesamente la precedente chirurgia invasiva laparotomica con le più recenti e avanzate proposte chirurgiche mininvasive laparoscopiche, sia per le patologie benigne che oncologiche”.
Il trattamento chirurgico di tutte le patologie pelviche è stato già profondamente modificato dall’introduzione ed uso di tali tecniche endoscopiche e la recente rivoluzionaria adozione, anche ad Erba delle tecniche del linfonodo sentinella ha definitivamente semplificato l’invasività chirurgica nel trattamento di alcune importanti patologie oncologiche-ginecologiche.
"Anche in campo uro-ginecologico la possibilità di adottare una procedura chirurgica originale, personalizzata, “vestita” sulle esigenze, speranze e desideri della singola paziente, rappresenta oggi un gold standard irrinunciabile nella moderna gestione del malato” ha aggiunto il nuovo primario.
Inoltre, è già stata istituita e sarà a breve attivata un’Unità Interdipartimentale del Pavimento Pelvico (UIPP), dedicata alla prevenzione primaria, secondaria e terziaria di tutte le disfunzioni del pavimento pelvico, femminile e maschile, alla diagnosi e cura conservativa e chirurgica differenziata delle stesse. Urologo, colon-proctologo, gastroenterologo, neurologo, uro ginecologo, fisiatra, ostetrica, farmacologo saranno impegnati nella diagnostica clinico-strumentale integrata di queste disfunzioni e nella loro risoluzione terapeutica globale.
“Molti progetti sono in cantiere, molto ancora dobbiamo fare per costruire un legame profondo con il tessuto sociale di tutto l’erbese, ma l’obiettivo del prossimo biennio, con l’aiuto degli eccellenti Collaboratori, medici e ostetriche e infermieri, che mi hanno accolto fin dall’inizio con entusiasmo e passione pur nelle difficoltà, è di distinguerci nell’eccellenza, nella speranza di non estinguere una tradizione preziosa, tutta da conservare e coltivare” ha concluso il Dott. Bernasconi.
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