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La vita di San Benedetto Menni raccontata da Fra Serafino Acernozzi

San Benedetto Menni è un Santo della Carità Ospedaliera che ha legato il suo nome a Lodi e a tutte le Nazioni e città in cui sono presenti le Istituzioni dell'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio - Fatebenefratelli e della Congregazione delle Suore Ospedaliere del Sacro Cuore di Gesù.

La sua memoria liturgica cade il 24 aprile, giorno in cui viene ricordato come colui che ha creato luoghi di speranza e di grazia per i malati.

Abbiamo consultato Fra Serafino Acernozzi per avere il suo punto di vista in merito a questa occasione.

 

 

La Vita di San Benedetto Menni 

San Benedetto Menni è stato un esempio di Santità che ha tratto origine dal dramma della guerra e dal contatto con il dolore dell’uomo. Grazie a San Benedetto Menni, il carisma dei Fatebenefratelli ha conosciuto nuovo splendore nella seconda metà del XIX secolo in Spagna.

Nato a Milano nel 1841 nella Parrocchia di Santa Maria alla Fontana, San Benedetto Menni ha iniziato la sua carriera come impiegato in banca. Tuttavia, a soli 17 anni, ha deciso di diventare un volontario barelliere per aiutare i feriti della battaglia di Magenta.

È stato proprio in questo contesto che ha conosciuto i Fatebenefratelli, tra i quali è entrato nel 1860. Dopo essere diventato sacerdote nel 1866, è stato inviato in Spagna l'anno successivo per restaurare l’Ordine, compito che ha incontrato molte difficoltà.

 

La Congregazione delle Suore Ospedaliere 

Durante i suoi 19 anni da Provinciale, San Benedetto Menni ha fondato la Congregazione delle Suore Ospedaliere del Sacro Cuore di Gesù. Grazie alla sua dedizione e alla sua compassione per i malati, San Benedetto Menni ha lasciato un'impronta indelebile nella storia della Chiesa cattolica e della medicina.

Il 31 maggio 1881, San Benedetto Menni ottenne l'approvazione e la delega del Cardinale di Toledo, Giovanni Ignazio Moreno, per dare inizio alla fondazione delle Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore, successivamente rinominate Suore Ospedaliere del Sacro Cuore di Gesù.

Dopo aver predicato personalmente esercizi spirituali di nove giorni, Menni impose l'abito religioso a Recio, Jiménez e ad altre otto postulanti. Queste donne iniziarono il loro anno canonico di noviziato sotto la guida del fondatore, dando vita alla nuova famiglia ospedaliera.

 

L'ospedale Maggiore di Lodi

Nel 1749, i Fatebenefratelli furono chiamati a gestire l'antico ospedale Maggiore nella città e nella diocesi di Lodi. Con criteri di illuminata economia e di aggiornata efficienza, furono distaccati due religiosi, uno per funzione e l'altro per la ricca farmacia.

Tuttavia, per motivi canonici religiosi e a causa dell'opposizione dei deputati interni ed esterni contrari ai religiosi, essi lasciarono l'ospedale dopo soli un anno e mezzo di assistenza ineccepibile e quasi eroica. Nonostante ciò, il registro dell'ospedale ampiamente riconobbe e tramandò la loro opera straordinaria.

Questi avvenimenti furono considerati segni della Provvidenza divina.

 

La nascita del Progetto

"Un deputato delle più cospicue famiglie lodigiane, Francesco Fissiraga, che tanto si era adoperato per la permanenza dei Fatebenefratelli nell’Ospedale Maggiore, manifestò al fratello Antonio il desiderio che la eredità avita, in mancanza di eredi diretti, fosse devoluta alla fondazione di un ospedale per sacerdoti, per nobili decaduti, per poveri e consegnare la gestione ai Fatebenefratelli."

"Antonio Fissiraga, fedele alla promessa fatta al fratello morente, stese un testamento perfezionato da alcuni codicilli per erigere in Lodi questa istituzione, superando le opposizioni laiciste mediante ricorso al buon governo dell’imperatrice Maria Teresa e affidando l’esecuzione al terzo ed ultimo fratello, il barnabita P. Arnolfo." racconta Fra Serafino Acernozzi. 

 

L'inaugurazione dell'Ospedale

Il 18 novembre 1773 segnò l'inaugurazione ufficiale dell'ospedale dedicato a Sant'Antonio di Padova, il patrono del suo fondatore, e la sua gestione fu affidata ai Figli di San Giovanni di Dio.

Il complesso del convento-ospedale era stato accuratamente suddiviso tra l'area riservata ai religiosi e quella destinata ai pazienti, e subì importanti lavori di ristrutturazione per eliminare l'umidità e aumentare la luminosità.

Nel 1784, l'Ospedale ebbe l'onore di ricevere la visita dell'imperatore Giuseppe II, il quale suggerì di installare una stufa centrale per riscaldare meglio la crociera degli infermi.

L'ospedale ha continuato a svolgere la sua missione di assistenza sanitaria e sociale con costante aggiornamento tecnologico e assistenziale, sempre con la presenza dei religiosi Fatebenefratelli, fino al luglio del 1957. Successivamente, a seguito dell'introduzione delle nuove Leggi Sanitarie del Governo Italiano, l'ospedale è stato incorporato nell'Ospedale Maggiore di Lodi.

«Quindi i religiosi Fatebenefratelli hanno lasciato a loro malincuore l’ospedale ed è lodevole ricordare gli ultimi due figli di San Giovanni di Dio, oggi sono longevi e attivi è lodevole citare i loro nomi: Fra Francesco Barucco e Fra Innocenzo Fornaciari, perché la loro testimonianza di assistenza e cura degli ammalati è ancora ricordata dai pazienti di Lodi e del circondario lodigiano. Un’altra importante realtà presente nel lodigiano dal 1892 è il Centro Psichiatrico riabilitativo, Sacro Cuore di Gesù di San Colombano al Lambro, Diocesi di Lodi, ma Provincia di Milano, il quale è stato visitato nel 1911 da San Benedetto Menni." aggiunge Fra Serafino Acernozzi.

L'emissione dei voti e gli studi 

Il 15 maggio 1861, nel convento-ospedale di S. Maria Aracoeli a Porta Nuova di Milano, Fra Benedetto Menni emise i voti di obbedienza, povertà, castità ed ospitalità, semplici perpetui nelle mani del Provinciale P. Benedetto Dott. Nappi.

Nel medesimo mese, egli fu trasferito nell’Ospedale Fissiraga di Lodi, che allora era affidato ai Fatebenefratelli, per essere avviato agli studi ecclesiastici e per perfezionarsi nell’esercizio teorico-pratico dell’arte dell’infermiere.

Nel periodo 1861-1863, Fra Benedetto Menni completò il corso filosofico presso il Seminario Vescovile di Lodi. Successivamente, tra il 1863 e il 1866, egli completò il corso teologico di quattro anni nello stesso Seminario, ottenendo il massimo dei voti in tutte le materie.

Il 4 dicembre 1864, seconda Domenica di Avvento, nella cappella dell’Episcopio, Fra Benedetto Menni ricevette la prima tonsura dal Vescovo di Lodi Mons. Gaetano dei conti Benaglio. Nella stessa Domenica e nella stessa cappella, egli ricevette tutti insieme i Quattro Ordini Minori dal medesimo Vescovo di Lodi.

 

La personalità di Fra Benedetto: tra studi e spirito religioso 

«Dunque il nostro Fra Benedetto fu iscritto al Seminario lodigiano perché frequentasse i corsi filosofici e teologici. Si dimostrò all’altezza della fiducia accordatagli: infatti, nell’archivio del seminario si conservano i registri con le votazioni “eccellenti” da lui conseguite.» 

«Di questo periodo lodigiano i biografi del Menni ci hanno tramandato un episodio estremamente rivelatore della sua personalità di religioso. Il frate alternava gli studi filosofici e teologici al “tirocinio” nell’ospedale “Fissiraga", dove era addetto all’accettazione.» racconta Fra Serafino Acernozzi.

«Un mattino, mentre in stazione aspettava il treno per Milano, fu insultato pesantemente da due giovinastri: capitava abbastanza spesso qualcosa del genere a chi portava un abito religioso, a causa dell’ondata di anticlericalismo alimentato dalla massoneria tramite la stampa.» 

«Fra Benedetto, che aveva la statura e il fisico di un atleta, avrebbe potuto liquidare la faccenda in pochi secondi mollando qualche ceffone ai due sconosciuti. Del resto qualche tempo prima, in una strada di Milano, era intervenuto in difesa di un poveraccio che era stato aggredito e picchiato da un gruppo di scalmanati: ricordandosi di chiamarsi anche Ercole, con una scarica di pugni aveva “sistemato” i bulli costringendoli alla fuga.» 

«Ma stavolta indossava un saio che gli dava una identità diversa e, proprio quando aveva già posato le valige a terra per reagire, si ricordò di essere un frate. Pur sentendosi prudere le mani, si ritirò in un angolo della sala d’aspetto pregando per coloro che lo insultavano.»
continua Fra Serafino Acernozzi.

 «L’episodio ebbe un seguito inatteso al “Fissiraga” pochi giorni dopo, allorché si presentò all’accettazione un tale chiedendo di essere ricoverato: era tubercoloso all’ultimo stadio. Fra Benedetto riconobbe immediatamente in lui uno dei due giovanotti che lo avevano insultato e chiese di potersene occupare personalmente.» 

 «Il poveretto, alla vista del frate, impallidì: “So bene chi sei”, gli disse Menni, “ma non ti devi preoccupare, è tutto dimenticato”. Il malato non solo si scusò, ma poiché si rendeva conto di essere in condizioni disperate, pensò prima di tutto alla sua anima, chiedendo un confessore e ricevendo poi la Comunione. Evidentemente, la lezione aveva fatto effetto. Morì poche ore dopo, tra le braccia di fra Benedetto, dopo aver baciato il crocifisso.» aggiunge Fra Serafino Acernozzi.

 

La fama di Sanità

La fama di santità di P. Menni, sebbene limitata al suo ambiente di vita e lavoro, si sviluppò già durante la sua vita e persiste fino ai nostri giorni.

Menni fu nominato Visitatore apostolico dell'Ordine e, successivamente, Superiore Generale dell'Ordine dal Santo padre Pio X durante il Capitolo Generale del 21 aprile 1911.

Tuttavia, a causa degli intrighi dei suoi confratelli, si dimise l'anno successivo. In seguito a false accuse, fu costretto a separare le due famiglie religiose ospedaliere e fu allontanato dalla casa delle Suore Ospedaliere che aveva fondato.

Menni, già cagionevole di salute, fu mandato a Dinan (Francia), dove morì dopo una lunga agonia. Il suo corpo è sepolto a Ciempozuelos (Spagna), in un'urna nella cappella delle Suore da lui fondate.

È stato dichiarato Venerabile da Papa Giovanni Paolo II il 14 dicemnre 1984 ed è stato beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 23 giugno 1985 e canonizzato lo stesso pontefice il 21 novembre 1999. La sua festa liturgica si celebra il 24 aprile.

 

 

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