In questo particolare momento storico, in cui la pandemia da Covid-19 ha imposto delle rapide riorganizzazioni dei servizi sanitari per rispondere alle pressanti esigenze assistenziali, è ancora più essenziale comprendere il valore della Salute Mentale.
L’emergenza sanitaria – con il suo isolamento forzato e le necessarie misure di distanziamento – ha evidenziato la necessità di fornire un supporto ancora più tempestivo e integrale a chi ne ha bisogno. Ciò è evidenziato da recenti studi, condotti dall’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, che sottolineano due importanti lezioni da trarre da questa complessa situazione.
Su JAMA Psychiatry, rilevante rivista scientifica pubblicata dall’American Medical Association, Giovanni de Girolamo e Giovan Battista Tura, psichiatri dell’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale – dedicata quest’anno alla pandemia da Covid-19 – hanno analizzato insieme ad altri Direttori di Dipartimenti di Salute Mentale della Lombardia l’insegnamento da trarre da questa esperienza.
«Innanzi tutto, i servizi di salute mentale devono essere dotati di tecnologie e procedure di telemedicina appropriate. Inoltre, devono essere attivati una serie di interventi al fine di mitigare le conseguenze potenzialmente dannose della quarantena» si legge nel report.
I Dipartimenti di Salute Mentale dovrebbero essere in grado di assumere una posizione di leadership nella gestione psicosociale di situazioni di emergenza o di disastri su larga scala, e questo richiede l'acquisizione di nuove competenze, in particolare relative a:
Gli autori avanzano alcuni suggerimenti per un funzionamento ottimale dei servizi di salute mentale nella nuova situazione creata dalla pandemia: «Questi servizi devono essere in grado di gestire consulti online, tramite videochiamate o servizi di messaggistica, per i pazienti sino ad oggi abituati alle consultazioni ‘faccia a faccia’». Questi consulti online dovranno includere:
Lo stesso vale per il sostegno alle famiglie che hanno figli che soffrono di disturbi dello spettro autistico o con deficit di attenzione ed iperattività.
Le pandemie possono modificare i tassi di ricovero volontario nei reparti psichiatrici nelle prime fasi successive all'insorgenza della pandemia: lo rivela uno studio apparso su Irish Journal of Psychological Medicine e di cui è coautore il professor Giovanni De Girolamo (IRCCS Fatebenefratelli, Brescia).
Sono stati presi in esame i ricoveri psichiatrici registrati in 7 reparti psichiatrici lombardi nel corso di 40 giorni (21 febbraio-31 marzo 2020) dopo l'inizio dell'epidemia di COVID-19 in Italia, in confronto ad un analogo periodo di 40 giorni precedenti al 21 febbraio, e a due periodi (ciascuno di 40 giorni) del 2019.
Nei 40 giorni successivi all’inizio della pandemia in Lombardia si è registrata infatti una netta riduzione dei tassi di ricovero psichiatrico: questa riduzione era riscontrabile per i ricoveri volontari, mentre non si è registrata una sensibile riduzione per i cosiddetti Trattamenti Sanitari Obbligatori. «La riduzione dei tassi di ricovero può essere ascritta al timore di recarsi in ospedale, visto come possibile sito di contagio, così come a un cambiamento della ‘soglia’ di tolleranza di problemi comportamentali che agiscono come stimolo per le richieste di ricovero da parte dei familiari o dei medici curanti».
In altre parole, durante una situazione eccezionale, come quella vissuta nei mesi passati, si potrebbe essere più propensi a tollerare comportamenti che in altri momenti potrebbero innescare, nel caso di persone affette da disturbi mentali, una richiesta di intervento e sfociare in un ricovero. Un’altra spiegazione può anche riferirsi alla diminuzione delle situazioni ‘sociali’, quali discoteche, bar, ecc., in cui vi è un maggior rischio di fare abuso di sostanze o di alcool, il che a sua volta favorisce il contatto con servizi di emergenza.
È rilevante sottolineare che una simile riduzione dei ricoveri psichiatrici è stata riscontrata nel corso della Seconda guerra mondiale e nei periodi successivi a catastrofi (quali terremoti, alluvioni ecc.): ciò testimonia le criticità di questa emergenza sanitaria e le conseguenze dei suoi effetti.
Fin dalle origini, l'Ordine Ospedaliero San Giovanni di Dio si è impegnato in un nuovo modello di assistenza al malato, in cui l'essere umano è accolto e assistito nella sua totalità.
“Dobbiamo dare un’assistenza che consideri tutte le dimensioni della persona umana: fisica, psichica, sociale e spirituale. Soltanto un’attenzione che consideri tutte queste dimensioni, almeno come criterio di lavoro e come obiettivo da raggiungere, potrà considerarsi come assistenza integrale”
(Carta d’Identità dell’Ordine 5.1.)
Ansia e preoccupazioni somatiche possono aumentare in questo periodo. Ecco perché oltre alle cure mediche è importante il sostegno psicologico: le nostre Strutture e i nostri specialisti si sono adattati, garantendo la prosecuzione delle terapie psichiatriche e psicoterapiche anche a distanza.
Se tu o un tuo caro avete bisogno di aiuto o di un supporto umano, non esitare ad entrare in contatto con noi. Saremo felici di ascoltare le tue richieste!
Ci dedichiamo per missione ai malati e ai bisognosi coniugando l’attenzione al corpo e allo spirito nel rispetto della persona e della sua individualità.
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