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Parkinson e Alzheimer: le differenze

I disturbi neurologici rappresentano una sfida significativa per la salute pubblica in tutto il mondo.Tra questi, il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson sono due delle malattie più conosciute e studiate.

Sebbene entrambe coinvolgono il sistema nervoso e possono causare gravi disfunzioni cognitive, motorie e comportamentali, è fondamentale sottolineare che questi due disturbi differiscono principalmente in termini di origine, sintomi e impatto sulla vita dei pazienti. 

In questo articolo esamineremo:

- Differenza tra Parkinson e Alzheimer

- Morbo di parkinson e alzheimer: sintomi a confronto

- Come prevenire Alzheimer e Parkinson

- Sopravvivenza e aspettative di vita


Il nostro IRCCS Centro San Giovanni di Dio è un Istituto accreditato e riconosciuto a livello statale per la ricerca contro le malattie neurodegenerative. Ogni anno grazie ai contributi del 5x1000 i nostri ricercatori promuovono progetti di ricerca scientifica per comprendere che cos'è il morbo di Alzheimer e come curarlo.

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Guida all'Alzheimer

 

Differenza tra Parkinson e Alzheimer

Come abbiamo anticipato, il morbo di Parkinson e il morbo di Alzheimer rappresentano entrambi gravi disturbi neurologici, ma si distinguono per le loro origini e le manifestazioni cliniche.

Il morbo di Parkinson è prevalentemente una patologia del sistema nervoso motorio, associata a una progressiva perdita di neuroni nella substantia nigra nei gangli della base, che comporta anomalie nel controllo dei movimenti.

In contrasto, il morbo di Alzheimer è una forma di demenza neurodegenerativa che colpisce principalmente le funzioni cognitive caratterizzata dalla perdita di neuroni nell'ippocampo e nella corteccia cerebrale.

Entrambe queste patologie sono disturbi cerebrali che influenzano la memoria, il movimento e la comunicazione e sono progressive, il che significa che i sintomi possono peggiorare nel tempo. Presentano dei fattori di rischio comuni, come l'avanzare dell'età e una predisposizione genetica.

È importante sottolineare che alcune persone possono sviluppare simultaneamente entrambe queste patologie, poiché esistono intricate interconnessioni tra i fattori genetici, neurologici ed ambientali che le sottendono.

Comprendere queste relazioni genetiche è cruciale per affrontare efficacemente queste malattie e sviluppare terapie mirate.

Morbo di parkinson e alzheimer: sintomi a confronto

Sintomi caratteristici del Parkinson

I primi segni sono spesso lievi e compaiono gradualmente, come tremori leggeri o difficoltà a sollevarsi da una sedia. Gli amici o i familiari possono notare che la persona con il morbo di Parkinson inizia a perdere espressione facciale o a muovere un braccio o una gamba in modo insolito.

Spesso, si sviluppa una "andatura parkinsoniana" chiamata festinatio, caratterizzata da inclinazione in avanti, passi piccoli e rapidi e mancanza di movimento delle braccia. Inoltre, possono sorgere difficoltà nell'avviare o continuare i movimenti.

Nello specifico, i sintomi principali sono:

  • tremori nelle mani, braccia, gambe, mandibola o testa;
  • rigidità muscolare persistente;
  • bradicinesia;
  • problemi/cambiamenti nella scrittura;
  • problemi di equilibrio e coordinazione.

Altri sintomi possono comprendere:

  • cambiamenti emotivi, tra cui la depressione;
  • problemi nella deglutizione, masticazione e nella capacità di parlare;
  • disfunzioni urinarie o stipsi;
  • problemi cutanei.

Inizialmente, i sintomi si manifestano da un lato del corpo e poi coinvolgono entrambi i lati man mano che la malattia progredisce. Alcune persone riferiscono di aver sperimentato problemi del sonno, stipsi, perdita di olfatto e sindrome delle gambe irrequiete prima di sviluppare rigidità e tremori. Con la progressione della malattia, alcune persone possono sviluppare demenza, con problemi di memoria e pensieri che influenzano negativamente la vita quotidiana. 

Sintomi caratteristici dell'Alzheimer

La malattia di Alzheimer è una condizione in cui i sintomi progrediscono lentamente nel corso di diversi anni. A volte, questi sintomi possono essere confusi con altre condizioni e inizialmente attribuiti all'invecchiamento.

I sintomi più comuni sono:

  • perdita di memoria a breve termine;
  • disorientamento spaziale e temporale;
  • difficoltà di linguaggio e comunicazione;
  • cambiamenti di personalità e comportamento;
  • problemi di giudizio e ragionamento.

Nelle fasi iniziali, predominano la perdita di memoria a breve termine e lievi cambiamenti nell'umore, come ansia e agitazione. La fase intermedia si caratterizza per un peggioramento dei problemi di memoria, con difficoltà crescente nel riconoscere persone e oggetti, accompagnata da confusione, comportamento ossessivo e disturbi del sonno.

Nelle fasi avanzate, i sintomi diventano più gravi, con allucinazioni e deliri che si intensificano nel corso della malattia, insieme a difficoltà nella comunicazione, perdita di abilità motorie, problemi nell'alimentazione e progressiva perdita del linguaggio e della memoria, richiedendo spesso assistenza a tempo pieno per le attività quotidiane.

I sintomi comuni di Parkinson e Alzheimer

Sebbene i sintomi principali di queste due malattie siano differenti, esistono alcune sovrapposizioni. Ad esempio, sia i pazienti con morbo di Parkinson che quelli con Alzheimer possono sviluppare depressione, ansia, apatia e problemi di sonno. Anche i problemi di mobilità possono influire negativamente sulla qualità della vita in entrambi i casi.

Ecco una tabella riassuntiva realizzata dalla fondazione BrightFocus di confronto tra la malattia di Alzheimer e il morbo di Parkinson.

  Alzheimer Parkinson
Età Tipica d'Insorgenza Dopo i 60 anni (forma tardiva) Tra i 50 e i 65 anni (forma tardiva)
Prima dei 60 anni (forma precoce) Prima dei 50 anni (forma precoce)
Proteine Chiave Associate alla Malattia Beta-amiloide e tau Alfa-sinucleina
Movimento e Coordinazione Coordinazione diminuita Mostrerà almeno due di questi tre sintomi: rigidità muscolare, movimenti lenti o tremore
Disturbi della Memoria, Cognizione, Personalità e Altre Funzioni Tipicamente presenti Spesso presenti
Memoria Difficoltà nell'apprendimento di nuovi ricordi Difficoltà nel richiamare i ricordi
Apatia e Depressione Comuni Comuni
Sintomi Psicotici
(deliri, paranoia e allucinazioni)
Possono verificarsi Possono verificarsi sia come parte del processo della malattia che come effetto collaterale dei farmaci dopaminergici
Disturbi del Sonno La continuità del sonno è compromessa e frammentata all'inizio della malattia, con risultati come sonnellini diurni e episodi di veglia notturna Il disturbo del comportamento REM (movimenti corporei attivi durante i sogni) è comune

 

Come prevenire Alzheimer e Parkinson

La prevenzione di malattie come l'Alzheimer e il Parkinson è una priorità crescente in campo medico, è complessa e non esiste una strategia garantita al 100% per evitarle. Tuttavia, ci sono alcune pratiche e abitudini che possono aiutare a ridurre il rischio di sviluppare queste malattie neurodegenerative

Ecco alcune misure preventive e fattori chiave da considerare.

Stili di vita e alimentazione

Una dieta equilibrata, ricca di antiossidanti e acidi grassi omega-3, può contribuire in modo significativo a proteggere il cervello dalla degenerazione e a mantenere una buona salute mentale.

Gli antiossidanti presenti in frutta e verdura, come le bacche, gli agrumi, i broccoli e le carote, aiutano a contrastare i danni dei radicali liberi che possono danneggiare le cellule cerebrali.

Gli acidi grassi omega-3, invece, presenti nel pesce, nelle noci e nell'olio d'oliva, favoriscono la salute del cervello e contribuiscono a ridurre l'infiammazione.

dieta equilibrata di antiossidanti e omega-3 per la prevenzione di Alzheimer e Parkinson

Una scelta di ingredienti salutari per la prevenzione delle malattie neurodegenerative

Inoltre, è fondamentale evitare il fumo e moderare il consumo di alcol per prevenire le malattie neurodegenerative. Il fumo danneggia i vasi sanguigni e riduce l'apporto di ossigeno al cervello, aumentando il rischio di sviluppare patologie come l'Alzheimer e il Parkinson. 

Attività fisica e salute mentale

Numerosi studi hanno dimostrato che l'esercizio fisico regolare può migliorare le funzioni cognitive, ridurre l'infiammazione e promuovere la neurogenesi, ovvero la formazione di nuove cellule cerebrali.

L'attività fisica può assumere molte forme, come camminare, correre, nuotare, fare yoga o partecipare a lezioni di gruppo. L'importante è trovare un'attività che piace e che si può praticare regolarmente. L'esercizio fisico non solo migliora la circolazione sanguigna e l'apporto di ossigeno al cervello, ma aumenta anche i livelli di neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina, che sono fondamentali per il benessere mentale.

Inoltre, il coinvolgimento mentale è altrettanto importante per mantenere un cervello sano. Leggere libri, risolvere rompicapi, impegnarsi in attività che stimolano la mente e socializzare con altre persone possono contribuire a mantenere le funzioni cognitive in buona salute. Queste attività possono favorire la plasticità cerebrale, cioè la capacità del cervello di adattarsi e modificarsi nel corso della vita.

Riposo e melatonina 

La melatonina, un ormone prodotto durante il sonno, è stata oggetto di numerosi studi che hanno evidenziato il suo ruolo nella prevenzione delle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer e il Parkinson. Agisce come un potente antiossidante, proteggendo le cellule cerebrali dai danni dei radicali liberi e riducendo l'infiammazione. Inoltre, favorisce la produzione di sostanze chimiche cerebrali importanti per la memoria e la funzione cognitiva.

Dormire a sufficienza e mantenere un ritmo sonno-veglia regolare sono fondamentali per mantenere stabili i livelli di melatonina nel corpo. La mancanza di sonno o i disturbi del sonno possono influire negativamente sulla produzione di melatonina, compromettendo la sua efficacia nella prevenzione di queste malattie.

 

Sopravvivenza e l'aspettativa di vita

La sopravvivenza e l'aspettativa di vita per le persone affette da Alzheimer e Parkinson varia notevolmente da persona a persona e dipendono da molti fattori. È importante tenere presente che queste malattie neurodegenerative progrediscono in modo diverso per ciascun individuo, e non esiste un "tempo di sopravvivenza" definito come avviene per alcune malattie oncologiche, ad esempio.

L'aspettativa di vita media per una persona affetta da malattia di Alzheimer è generalmente di circa 5,8 anni dopo la diagnosi, solitamente compresa tra 4 e 8 anni. Tuttavia, è importante sottolineare che ogni individuo può vivere con la malattia per periodi molto diversi, alcuni anche per oltre 20 anni, mentre altri possono sperimentare una progressione più rapida.

In generale, le persone che soffrono del morbo di Parkinson possono aspettarsi di avere un'aspettativa di vita simile a quella delle persone che non hanno questa condizione. Tuttavia, è importante tenere presente che le complicazioni correlate al Parkinson potrebbero ridurre l'aspettativa di vita di 1-2 anni.

È essenziale fornire supporto e assistenza ai pazienti affetti da morbo di Parkinson e Alzheimer, nonché alle loro famiglie. Ciò può includere terapie fisiche e occupazionali, supporto psicologico e l'adesione a programmi di gestione delle malattie. L'importanza del sostegno familiare non può essere sottolineata a sufficienza, poiché le malattie neurodegenerative colpiscono non solo il paziente ma anche chi gli sta intorno.


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